Prosegue la lotta al gioco illegale condotta dalla Guardia di finanza in tutta la penisola. Attraverso una nota pubblicata sul sito delle Fiamme gialle si apprende infatti che le forze dell’ordine del comando provinciale di Lucca hanno ispezionato diverse attività commerciali del capoluogo, selezionate dopo un attento e mirato approfondimento. Tra queste spicca quella condotta nei confronti di un operatore commerciale a cui sono stati sequestrati nei giorni scorsi tre apparecchi videoterminali non a norma, composti da personal computer (c.d. totem) collegati alla rete internet e a due gettoniere/lettori banconote.
Questi apparati informatici non rispettavano le caratteristiche previste dalla normativa inerente all’offerta di gioco, in quanto non connessi alla rete telematica autorizzata dall’Agenzia delle dogane e monopoli. In particolare davano la possibilità di effettuare, dietro pagamento in denaro, giocate online su siti privi di certificazione che sfuggivano all’assoggettamento all’imposta unica. Parliamo del tributo che grava sui titolari degli apparecchi e congegni da divertimento che viene commisurato sulle somme giocate e registrate nei relativi contatori.
Pertanto, dopo le perizie da parte della Sogei che accertava l’effettiva irregolarità dei software installati dal 2019, gli investigatori hanno ricostruito e segnalato all’autorità amministrativa l’evasione dell’imposta unica su tali apparecchi di intrattenimento. Tale somma è stata quantificata per un totale di 185.700 euro ed è stata calcolata sulla base dei giorni di effettiva attività dell’esercizio commerciale.
Nei confronti del titolare di questa attività era stato già emesso un verbale di contestazione e accertamento per la violazione dell’art. 110 c. 9 del T.u.l.p.s., che prevedeva una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 50.000 euro per ciascun apparecchio.
A Taranto invece, secondo quando comunicato attraverso una nota pubblicata sul sito della Polizia di Stato, le forze dell’ordine hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un pregiudicato tarantino di 43 anni. Quest’ultimo è ritenuto presunto responsabile, insieme ad un complice, di una rapina ad una sala slot del centro cittadino commessa la mattina del 24 dicembre scorso.
Gli investigatori della squadra mobile, coordinati dalla procura della Repubblica di Taranto avevano avviato meticolose indagini con il prezioso supporto delle immagini sia del circuito interno di videosorveglianza dei locali che di quelle di altre telecamere presenti nella zona.
Queste ricerche hanno permesso di raccogliere indizi utili a ritenere che il 43enne, già cliente della sala giochi, in quel frangente avrebbe approfittato dell’arrivo di una dipendente al momento dell’apertura per consentire l’ingresso alla seconda persona.
Dalla visione delle telecamere a circuito interno, si evidenzia la presenza dell’uomo, travisato da un cappuccio nero, che costringeva la dipendente a farsi consegnare l’incasso per un valore di circa 1.000 euro. Nei momenti successivi alla rapina i due, nonostante la ferma opposizione della donna che ha cercato di impedire la fuga, sarebbero fuggiti dalla sala slot, dileguandosi a piedi in direzioni opposte. Sono ancora in corso le indagini per identificare il complice. Resta ferma la presunzione di innocenza del 43enne.