I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno dato esecuzione, nella mattinata di oggi 24 marzo, ad un decreto di confisca di beni per un valore di oltre 10 milioni di euro nei confronti di un imprenditore locale, e della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di Pubblica sicurezza per cinque anni.
Nel dettaglio, si legge in una nota diramata dalla Gdf, "la complessa attività investigativa - disposta dalla Direzione distrettuale antimafia peloritana - trae origine da mirati approfondimenti sviluppati dagli specialisti del Gruppo investigazione criminalità organizzata del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Messina, con specifico riferimento al settore del gioco e delle scommesse illegali.
Proprio in tale ambito, le Fiamme Gialle messinesi acquisivano come l'imprenditore risultasse tra gli elementi apicali di un’importante quanto strutturata consorteria mafiosa, egemone nella zona sud di Messina, dedita al sistematico ricorso a metodi violenti per imporre, anche con atti estorsivi, la propria posizione di monopolio nello specifico settore, notoriamente di interesse delle mafie".
Nel merito, "dopo una minuziosa ricostruzione storica del profilo soggettivo dell'imprenditore anche valorizzando i numerosi procedimenti penali in cui risultava coinvolto sin dalla fine degli anni ’90 (da cui invero usciva assolto), venivano rilette in un’ottica nuova le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, attestando come il medesimo avesse acquisito il ruolo di riferimento del clan Trovato del rione Mangialupi di Messina nella gestione delle bische clandestine, nonché nella distribuzione dei videopoker. Dopo la disgregazione dell’originaria compagine associativa per via della carcerazione dei capi e del percorso di collaborazione con la giustizia intrapreso da altri, l'imprenditore assumeva un controllo pressoché esclusivo delle attività illegali della famiglia, costituendone il punto di riferimento 'imprenditoriale' e facendo da contraltare al ruolo 'operativo' ricoperto dai fratelli Trovato. Sul punto, quindi, dopo circa due anni di indagini, nel febbraio 2018, poi confermata in appello a gennaio 2019, interveniva sentenza di condanna a 13 anni di reclusione per associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, violenza privata, gioco d’azzardo, reati fiscali, usura e lesioni", si legge ancora nella nota della Finanza.
In altre parole, "le investigazioni disposte dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina ed eseguite dai militari del Gico documentavano come, nonostante le diverse assoluzioni, l'imprenditore risultasse figura di rilievo nel panorama mafioso cittadino, in grado, da un lato, di imporre la collocazione delle apparecchiature presso gli esercizi commerciali della zona, dall’altro, garantire agli esercenti accondiscendenti di poter godere della connessa protezione mafiosa del clan.
Emergevano, in altri termini, una pluralità indefinita di comportamenti criminali indicativi di un profilo di soggetto socialmente pericoloso, ma anche una significativa disponibilità di risorse finanziarie, anche rese accessibili agli esponenti del clan, in assolvimento del suo ormai accertato ruolo di 'cassiere'.
Proprio tali qualificazioni consentivano ai Finanzieri, quindi, su delega della Procura della Repubblica di Messina, di avviare mirate investigazioni economico - patrimoniali, tese a quantificare e conseguentemente aggredire l’enorme patrimonio riferibile all'imprenditore non giustificato dai redditi leciti dichiarati al fisco, anche avvalendosi dell’apporto di fidati prestanome, ovvero schermando la proprietà immobiliari attraverso propri familiari.
In sintesi, le investigazioni complessivamente svolte – abbraccianti un periodo di un trentennio - restituivano una situazione di assoluta assenza di uniformità nel rapporto reddito/patrimonio, consentendo al Tribunale di Messina – sezione Misure di prevenzione, di disporre l’odierno provvedimento di confisca relativamente a 6 aziende, operanti nel settore del noleggio delle apparecchiature da gioco, della rivendita di generi di monopolio e del settore della produzione e vendita di prodotti dolciari, 19 unità immobiliari, 2 autovetture, 1 gommone e svariati conti correnti, per un valore complessivo di stima di oltre dieci milioni di euro".