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Indagine Adoc: "Applicato decreto Balduzzi, ma Aams fornisca dati su casi Gap"

26 settembre 2014 - 10:05

Nell’ambito del progetto Salva Famiglie che presta particolare attenzione al preoccupante fenomeno della ludopatia, le Associazioni dei Consumatori Adoc, Adusbef, Asso-consum, Federconsumatori e Movimento Consumatori hanno realizzato un’indagine per monitorare il rispetto degli obblighi informativi (decreto Balduzzi) cui sono tenuti i gestori di apparecchi per il gioco legale su tutto il territorio nazionale. Il decreto prevede che ogni esercizio commerciale dotato di postazioni per giochi d'azzardo o scommesse esponga cartelli ben visibili al pubblico che spieghino i rischi legati all'utilizzo di questi apparecchi.

Scritto da Redazione GiocoNews
Indagine Adoc: "Applicato decreto Balduzzi, ma Aams fornisca dati su casi Gap"

 

L’indagine (realizzata nei mesi di giugno e luglio scorsi) ha riguardato 380 esercizi pubblici tra bar, tabacchi, centri ricreativi e sale gioco in 35 città italiane (con la copertura totale di tutte le 20 regioni). La rilevazione si è svolta in forma anonima: i rilevatori hanno verificato il rispetto degli obblighi normativi frequentando il locale come comuni clienti.


ESERCIZI RISPETTANO DECRETO - Dall'indagine è risultata una sostanziale applicazione degli obblighi normativi. Nel dettaglio, l'obbligo di applicazione sugli apparecchi a moneta o gettone di formule di avvertimento sul rischio di dipendenza da gioco è rispettato dall'85% degli esercizi, mentre il 15% lo evade. Il 97% degli esercizi espone il divieto d'uso degli apparecchi per il gioco con premi in denaro ai minori di 18 anni e l'86% appone l'autorizzazione rilasciata dall'autorità amministrativa. Il materiale informativo ASL sui rischi legati al gioco e sui servizi di assistenza viene esposto dal 72% del campione, mentre il 28% non lo mostra.

AGGIORNARE DATI SU INCIDENZA GAP - “Il rispetto normativo - commentano le associazioni - è tendenzialmente recepito, anche se la percentuale di chi è in regola si abbassa in merito all'applicazione dell'obbligo d’esposizione del materiale informativo Asl. Riteniamo che l’informazione sui rischi legati al gioco, e soprattutto sull’esistenza di servizi dedicati all’assistenza di persone affette da Gap, siano importanti per incrementare il grado di consapevolezza sulle possibilità di prevenzione e cura della ludopatia, nonché per favorire la riflessione di chi è vittima del gioco d’azzardo e delle loro famiglie. Questo monitoraggio  - continuano le associazioni - ha registrato un dato positivo sul fronte del rispetto della norma, ma ad oggi non ci è dato sapere quale tipo di impatto abbia questo rispetto sull'andamento del fenomeno, visto che i dati ufficiali in merito, contenuti sul sito dell'AAMS, (www.agenziadoganemonopoli.gov.it) risalgono al 2012 (prima dell'applicazione del decreto Balduzzi). Abbiamo quindi inviato una lettera all’Agenzia in cui chiediamo la pubblicazione di questi dati per verificare gli effetti del decreto. Malgrado non ci siano ad oggi dati ufficiali, le nostre associazioni hanno comunque rilevato, con l’aggravarsi della crisi economica, una crescita esponenziale delle richieste di aiuto da parte di famiglie indebitate a causa del gioco”.
La versione completa dell’indagine è disponibile sul sito del Progetto Salva Famiglie.


LETTERA AI SINDACI UMBRI - In parallelo l'Adoc Umbria scrive a tutti i sindaci della regione per chiedere interventi decisi e coordinati in materia di contrasto al gioco patologico. "Sono cinque - scrive l'associazione - i provvedimenti che reputiamo il comune potrebbe assumere da subito: la limitazione degli orari delle sale giochi e delle 'macchinette' la cui presenza è dilagata in ogni dove; prevedere nel nuovo regolamento urbanistivo edilizio zone dove il gioco d’azzardo è vietato: sicuramente nella zona della stazione, delle scuole e in prossimità di bancomat; limitare la pubblicità e vietare l’utilizzo del wifi pubblico per giocare online; studiare le possibilità che un Comune ha in relazione alla fiscalità locale. In termini di tasse sulle sale da gioco. E in termini di riduzione delle tasse ai bar che, occupando coi loro tavoli spazi esterni al locale, rinunciano alle slot machine o giochi d’azzardo; riconoscimento simbolico ai gestori di locali pubblici che hanno scelto di non mettere le slot nei loro locali. A Palermo il Comune assieme a Libera e altre associazioni contro il gioco d’azzardo, hanno deciso di 'premiare' questi gestori con una targa, ci sembra una buona idea”.


STRUTTURE PER CURA E RIABILITAZIONE -  “In quest’ottica – continua l’Adoc – è evidente la necessità di pensare a strutture ed operatori specializzati e competenti dedicati alla diagnosi, cura e riabilitazione del Gap. Un tale presidio sul territorio, in collaborazione con la Regione, diverrebbe strumento utile non solo all’intervento, ma anche alle attività di prevenzione e monitoraggio del fenomeno. Riconoscere che il gioco d’azzardo è un comportamento a rischio, con problematiche correlate sia di ordine psicopatologico, che sociali che finanziarie gravi; inserire il trattamento dei giocatori problematici e dei giocatori patologici, nei Livelli essenziali di assistenza; prevedere un codice etico specifico per la pubblicità, che eviti inutili riferimenti alla moderazione e espliciti i reali rischi connessi al gioco d’azzardo; destini una significativa quota degli introiti, all’implementazione dei servizi pubblici e privati accreditati per il trattamento psicologico integrato dei giocatori patologici, destinando le somme alle Regioni, come fondi vincolati al trattamento del Gap; sostenga, anche economicamente, l’attività di ricerca specifica sul fenomeno e sulle evidenze scientifiche di trattamento”.


DARE PARTI INTROITI GIOCO AI COMUNI – “Sono misure sufficienti? No, ma è ciò che le leggi attuali mi consentono di fare. Contemporaneamente, insieme a tutti i sindaci dell’Umbria chiedere una nuova legislazione nazionale che per noi deve avere queste dieci caratteristiche. Bisogna investire risorse per tutelare la salute degli individui: va impedito realmente il gioco ai minori di 18 anni, vanno curati i giocatori patologici e assistite le loro famiglie. Si devono avviare ricerche e forme di monitoraggio e studio sul gioco d’azzardo patologico. Le autorizzazioni all’apertura delle sale da gioco devono essere concesse dal sindaco, sentito il questore. Lo 0.50 per cento delle somme giocate deve essere dato ai Comuni per investire in attività formative e culturali. Si devono applicare le leggi antimafia: nessuna concessione a condannati o imputati e alle loro famiglie. L’ identità dei mandanti o dei titolari effettivi delle società deve essere chiara e ogni movimento di denaro deve essere tracciabile. Entro due anni si potrà giocare d’azzardo solo nelle sale da gioco autorizzate. Devono essere regolamentati i luoghi fisici del gioco d’azzardo e definite chiaramente le modalità di gioco. Deve essere limitata la pubblicità e deve essere impedito l’utilizzo del wifi pubblico per giocare online. Deve essere incrementato il fondo antiusura per il pagamento dei debiti da gioco d’azzardo patologico. Deve essere riportata la tassazione sul gioco d’azzardo al 30 per cento, che a regime vale 20 miliardi di euro per le casse dello Stato, e deve essere incrementato il prelievo fiscale anche sul gioco online”, conclude Adoc.

 

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