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Langate: Esports Palace a rischio chiusura dopo le sanzioni di Adm

15 novembre 2022 - 10:50

Tra sanzioni, spese per oltre 40mila euro e confische con distruzione di 100mila euro di materiale informatico rischia la chiusura il noto locale esports di Bergamo, che ora prova la controffensiva legale.

Scritto da Daniele Duso
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"Pur operando correttamente, veniamo di fatto trattati come delinquenti e messi in posizione di non poter competere nel nostro paese nonostante il regime di libero mercato". È lo sfogo di Alessio Cicolari, titolare di Ak Informatica e dell'Esports Palace di Bergamo, una delle sale lan sequestrate dall'Agenzia delle dogane e monopoli nel corso del blitz dell'aprile scorso, in seguito all'esposto presentato da un imprenditore titolare di alcune sale giochi.

"Ho apprezzato molto gli sforzi di Adm nei mesi scorsi, come quelli dei parlamentari (anche in ambito Ue) che si sono esposti per la nostra causa, ma purtroppo per noi poco è cambiato", spiega Cicolari. "Nonostante i nostri scritti in autotutela e la nuova circolare di Adm che di fatto permetteva a tutti i nostri colleghi e competitor di trovare un modo autorizzato per operare in regime transitorio, per la nostra azienda e per le altre che hanno subito il sequestro arrivavano ora le ingiunzioni di pagamento con sanzioni pesanti, anche se ridotte. Per noi sono 40mila euro", aggiunge, "che si sommano alle confische con distruzione di materiale informatico (tra computer, display e periferiche) per un valore di 100mila euro, ai quali si aggiunge il pagamento delle relative spese. Ma la cosa più assurda, a nostro avviso, è il pericolo di un’ulteriore chiusura dai 30 ai 60 giorni, che ci è stata paventata, e che arriverebbe con atto separato. Tutto questo dopo essere stati chiusi di fatto per due mesi e mezzo prima di poter ripartire con le nuove licenze di spettacolo viaggiante".

La licenza di spettacolo viaggiante (applicata in regime transitorio sino al 30 giugno 2023 in attesa di una legislazione ad hoc da parte del legislatore) è stata individuata da Adm quale soluzione per il problema di queste attività dopo i primi incontri avviati con alcuni rappresentanti del settore delle sale lan. Inizialmente, infatti, ricorda Cicolari, "in mancanza di leggi specifiche Adm ha assimilando i dispositivi utilizzati per gaming ed esports (che sono normali computer, monitor e periferiche acquistabili e utilizzabili ovunque) a quelli normati per altri usi e in altri ambiti, ma tali dispositivi non potrebbero, e non potranno mai, essere considerati come quelli regolamentati attualmente dall'art. 110 comma 6 e 7 del Tulps proprio perché di natura ed usi completamente differenti. Se così fosse persino i pc e dispositivi messi in uso nei centri commerciali, hotel e coworking sarebbero da sottoporre alla stessa normativa."

"Ci siamo messi immediatamente all'opera", continua Cicolari, "per gestire le nostre attività in questa nuova modalità non senza ostacoli e costi addizionali. I comuni, che sono gli enti che gestiscono e rilasciano permessi e licenze per lo spettacolo viaggiante, purtroppo non hanno competenze specifiche nel nostro campo e quindi ci si è trovati in un ulteriore momento di stallo. Grazie al comune di Azzano San Paolo e Bergamo siamo stati supportati e compresi e l’iter si e’ avviato speditamente, purtroppo a molti nostri colleghi in altre zone d'Italia non è andata così bene". 

Ma nonostante la messa in regola, restano gli strascichi del sequestro primaverile a mettere a rischio la prosecuzione delle attività dell'Esports Palace di Bergamo. "Tutti i nostri colleghi e competitor hanno goduto di questa nuova modalità per operare, creata grazie alla nostra disavventura, al contrario a noi non è stato concesso di rientrare nella stessa se non subendo sanzioni e confische. Basta aprire qualsiasi social network per capire che molti dei nostri colleghi e competitor ancora oggi operano come se nulla fosse e in pochissimi hanno richiesto le nuove licenze di spettacolo viaggiante: solo a noi è stato riservato questo trattamento. Per questo ed altri altrettanto validi motivi, tramite il nostro studio legale FCLex di Bologna nella figura dell'avvocato Giuseppe Croari e il supporto del professor Gianluigi Fioriglio, presidente dell'Aigeg, che ringrazio per il supporto e la professionalità sempre mantenuta in questi mesi difficili, abbiamo presentato ricorso presso il Tribunale di Bergamo. In Italia è già molto difficile e complesso fare impresa ma se quando ci si trova di fronte a qualcosa di nuovo, il cittadino e contribuente deve rischiare di chiudere la propria attività".

"Da anni siamo un operatore di riferimento non solo a livello italiano ma anche europeo e, per quanto riguarda il simracing, mondiale", chiosa Alessio Cicolari. "È davvero triste dover discutere ancora, oggi, di questi temi, e in queste circostanze, mentre all'estero la mia azienda si ritrova ad operare direttamente con membri dei governi e federazioni internazionali. Pur operando correttamente, veniamo di fatto trattati come delinquenti. Una spada di Damocle è sempre sopra la nostra testa, tanti lavori sono stati persi con clienti che non hanno più investito in questo regime di incertezza e in un locale, l'Esport Palace, che rischia la chiusura per via di tutto questo. Ora confidiamo nel Tribunale che faccia valere la ragione sopra la burocrazia e sopra quella che è, a nostro avviso, una illegittima ed errata interpretazione dell’articolo 110 del Tulps. Per quanto riguarda le mie aziende, sto guardando con interesse all'estero per valutare il trasferimento delle nostre attività".

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