Si chiama“Easy slot” l'operazione di polizia giudiziaria condotta dalla Guardia di finanza di Pesaro in collaborazione con personale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli della Direzione Giochi e con il coordinamento della Direzione distrettuale della Procura della Repubblica di Ancona, volta al contrasto di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati informatici, riciclaggio e autoriciclaggio.
Sono state eseguite tre ordinanze di custodia cautelare, di cui una in carcere e due agli arresti domiciliari, emesse dal Tribunale di Ancona – Ufficio del Giudice per le indagini preliminari, e contestualmente è stata data esecuzione al decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca diretta o per equivalente, fino alla concorrenza di circa 1,2 milioni di euro, su beni immobili, mobili registrati, conti correnti e conti gioco.
La complessa ed articolata attività di indagine, si legge in una nota diramata dalla Guardia di finanza “trae origine da autonoma attività investigativa che, nel mese di febbraio 2022, aveva consentito di individuare, presso un’abitazione sita in un Comune della Provincia di Pesaro-Urbino, un vero e proprio laboratorio informatico dal quale un uomo di 36 anni controllava le vincite delle slot machine in tutta Italia, attraverso password illecitamente acquisite.
L’uomo, attraverso le suddette password, accedeva al portale delle più importanti società concessionarie che forniscono macchinette da gioco ai vari locali dislocati in molte parti del territorio nazionale e, riuscendo a conoscere il 'fine ciclo' dei vari apparecchi (cioè il momento in cui ci sarebbe stata una vincita), direttamente o ad opera di altri soggetti alle 'sue dipendenze', si recava sul posto ed utilizzava le slot machine come veri e propri bancomat, determinando come conseguenza immediata, l’impossibilità da parte di altri soggetti di ottenere anche la più piccola vincita in denaro.
Nel proprio domicilio, in soffitta, erano stati individuati oltre 40 personal computer tra Pc portatili e fissi, tutti connessi alla rete, da ciascuno dei quali venivano controllate le slot machine collocate in diverse regioni d’Italia. Tutto il materiale, opportunamente catalogato e cautelato, con l’ausilio di consulente tecnico informatico, era stato sottoposto a sequestro, unitamente agli smartphone in uso all’uomo, anch’essi utilizzati per la perpetrazione delle attività illecite”.
La prosecuzione delle attività investigative, condotte attraverso la minuziosa disamina di tutto il materiale informatico estrapolato e mirati accertamenti bancari e patrimoniali, ha consentito di delineare il ruolo di un’associazione a delinquere volta alla commissione di una pluralità indeterminata di delitti, sia d’abusivo accesso a sistemi informatici, sia di frode informatica, sia di autoriciclaggio, anche avvalendosi di soggetti al di fuori della Regione, e di acquisire ulteriori riscontri sulle tre persone individuate.
A parere del Giudice “va valorizzata la continuità e la sistematicità delle illecite condotte realizzate, tutt’ora in corso, che né la risonanza pubblica dei fatti, seguita dalla diffusione dei servizi telematici, né la conoscenza del procedimento penale aperto, né i sequestri operati nell’ambito di quest’ultimo, hanno indotto i responsabili a cessare”.
Pertanto, sussistendo un “rilevantissimo pericolo di reiterazione delle medesime condotte” e ricorrendone i presupposti, sono state richieste ed ottenute le misure cautelari personali e reali eseguite nei confronti degli indagati.