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Prodotto, location, format: gioco retail tra resistenza e innovazione

25 novembre 2023 - 11:09

Si fa presto a parlare di nuovi progetti, nuove aziende e innovazione, nel gioco, quando ogni imprenditore deve fare i conti con la stratificazione normative e le varie insidie tipiche di questo comparto.

Scritto da Michele Bragantini
Retail - Centro commerciale - Foto di Anna Dziubinska (Unsplash).jpg

Parliamo di innovazione e di start up nel mondo del gioco. Ora, per chi come noi fa soprattutto retail, parlare di innovazione e di start up nel nostro settore, è sempre piuttosto complicato, considerando la normative vessatorie che lo regolamentano, a partire dalla legge delle sotto-distanze fino al divieto di fare comunicazione relativa al gioco, giusto per citarne un paio. Ultimamente, per esempio, secondo ulteriori brillanti e fantasiose amenità, tipiche espressioni di notti popolate da mostri post lauta scorpacciata di porchetta di Ariccia, partorite da alcuni creativi amministratori locali, le macchine “redemption” si sono rivelate strumenti infernali di iniziazione alla ludopatia dei bambini e vanno quindi vietate ai minori di 18 anni. 

Qui si aprirebbe un ampio dibattito sul concetto di ridicolo; cosa pensare a questo punto delle innocenti “raccolte punti” come quelle promosse dall’innocua marca di merendine, che celano in realtà un subdolo stimolo alla “diabetopatia”. Oppure quel luogo comune, che non permette di realizzare una sala giochi adiacente a luoghi deputati ad attività culturali, come ad esempio (udite, udite!) un cinema multisala. Del resto, signori operatori dell’amusement, a chi mai verrebbe in mente di mettere un Fec vicino a un cinema? Solo a un pazzo! 

Ridiamoci su. Tornando a noi, quando pensiamo a start up e innovazione, necessariamente pensiamo al mondo del gioco digitale, che pur patendo una regolamentazione restrittiva, ancora permette di dare spazio alla creatività in alcuni settori del gioco online, come anche dimostrato dalla recente presentazione, da parte di un’azienda già operante nel bingo fisico, di una piattaforma per il gioco del bingo online. Ma noi, noi che per scelta d’amore, abbiamo deciso con ostinata pervicacia di occuparci di gioco fisico, di retail, come possiamo fare innovazione, quale può essere per noi un concetto di start up? Spoiler: per chi fa retail, innovazione e start-up, si legge “sistema”. Ma andiamo per gradi. 

Partiamo dalle macchine da gioco, alle quali ormai, siamo tutti d’accordo credo, tutti hanno accesso nella medesima misura. Sono sparite le esclusive e comunque non c’è un prodotto che non abbia un clone simile, magari con gli occhi a mandorla, ma ugualmente performante. Quindi il prodotto: deve rispettare le mode del momento, ma non necessariamente rappresenta una discriminante per accaparrarsi clienti. Anzi, potremmo dire, che la novità è che si assiste ad una rivalutazione del ritorno del videogioco più tradizionale, seppur con caratteristiche tecniche di ultima generazione, rispetto a realtà virtuali e simulatori con visore. Chi ha visitato lo Iaapa a Vienna ha visto chiaramente un’inversione di tendenza, in tal senso, rispetto alle edizioni precedenti. 

Poi, la location: chi fa retail oggi deve sviluppare la sensibilità di sapersi collocare in posizioni strategiche, in grado di intercettare anche target non convenzionali. Magari vicino o dentro altre superfici retail, sinergiche, in grado di generare grossi flussi. 

Il format: un’immagine al di fuori degli schemi classici, una vivibilità architettonica che renda unico il contesto, percorsi dove comunicazione e ambiente coinvolgano effettivamente il cliente. L’accoglienza: la formazione e la preparazione del personale, l’orientamento alla risoluzione in tempi brevi e con efficacia di eventuali criticità, la capacità di creare empatia con il cliente facendogli percepire che tutto quello che ha intorno è tagliato su misura per lui. Caro cliente, non so per gli altri, ma per me sei davvero speciale. Le aspettative: un luogo in cui le promesse legate alle attività di promozione si concretizzano positivamente. Chi non si innamora di chi mantiene le promesse? Caro cliente ti conosco: spendere un po’ di tempo, e perché no, di denaro, per conoscere davvero bene il nostro cliente. Comodo cavarsela con: ragazzi, famiglie, bambini. Arricchire di qualche dato socio demografico in più queste macro categorie, approfondire il contesto in cui ci troviamo a lavorare ed agire di conseguenza, migliora il cassetto e non lede la propria autostima. Quindi, mettere a “sistema” i fattori che abbiamo appena visto, crearne un mix davvero centrato sul target è fare innovazione e la nostra attività può considerarsi una start up, una nuova dimensione dell’offerta di gioco.

Fare sistema è un nuovo modello di organizzazione, laddove la novità non è solo nel contenuto, ma nel contenitore. Fare sistema è creare un’effettiva experience, indimenticabile, gratificante per il cliente, che scateni il desiderio di essere ripetuta. Facendo un parallelismo culinario, come va molto di moda adesso, gli ingredienti forse non cambiano, ma la ricetta nasce dai dosaggi e dalle combinazioni, e ogni nuova ricetta, a suo modo, è una start up.

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