“Un dialogo sereno e costruttivo che consenta di ricercare le possibili soluzioni agli importanti temi affrontati nella vostra risoluzione, allo scopo di dare una spinta propulsiva al riordino del settore dei giochi”.
A proporne la costruzione alla Regione Emilia Romagna è l'associazione As.tro, attraverso una lettera inviata dal suo presidente, Massimiliano Pucci, in merito alla risoluzione approvata pochi giorni fa dall'assemblea legislativa che impegna la giunta regionale ad avviare un’interlocuzione con il Governo finalizzata a mettere ordine nel comparto del gioco in Italia.
As.tro innanzitutto evidenzia che il Governo sta già affrontando la questione del riordino del gioco pubblico, nell'ambito della discussione del disegno di legge delega per la riforma fiscale – attualmente all'esame del Parlamento – e manifesta l'intenzione di non sottrarsi all’esame delle tematiche affrontate nella risoluzione, oltre a sostenere “con forza” la richiesta di provvedere alla “raccolta dei dati scorporati per ogni ambito di competenza delle aziende sanitarie locali (da rendere pubblicamente disponibili), riguardanti il numero di pazienti, affetti dalla dipendenza da gioco, presi in carico dai centri per la cura delle dipendenze (pubblici e privati accreditati)”, in quanto “una tale banca dati contribuirebbe comunque a dare riferimenti obiettivi alle analisi del fenomeno”.
A proposito di numeri, prosegue l'associazione, “ci permettiamo invece di dissentire sulla metodologia utilizzata nell’elencazione numerica riportata nella premessa del documento in esame. Infatti, elencare dei numeri in modo decontestualizzato e, per alcuni di essi, omettendo di riportare i relativi indicatori di tendenza (il c.d. trend) disvela un intento propagandistico che certamente non giova alla causa. Per quanto riguarda, ad esempio, il numero di slot e Vlt in esercizio nell’anno 2021, vengono indicate, in maniera 'secca', 321.136 unità, senza che questo numero sia inserito in un contesto comparativo che consenta, a chi legge, di percepire quale sia l’effettivo trend del fenomeno.
Ebbene, innanzitutto il numero è inesatto perché nell’anno 2021 gli apparecchi (slot e Vlt) in esercizio erano 311.331 (fonte Libro Blu Adm). Ma ciò che più rileva non è tanto l’inesattezza del numero (anche se denota comunque una certa approssimazione) quanto l’assenza di un serio approccio metodologico che avrebbe consentito di evidenziare, non solo che si tratta di un dato in costante decrescita (si è passati da 321.111 apparecchi in esercizio nel 2019 ai 311.331 apparecchi in esercizio nel 2021) ma, soprattutto, che, per effetto della legge di stabilità del 2016, del decreto legge n.50/2017 e del decreto direttoriale Aams del 30 marzo 2018, dal 1° gennaio 2020 non possono più essere rilasciati i nulla osta di esercizio per le Awp (il che determina il definitivo venir meno della possibilità di aggiungere nuovi apparecchi al parco macchine esistente) e, sempre per effetto delle suindicate normative, il numero di Awp in esercizio è diminuito, soltanto tra il 2017 e il 2018, di circa 130.000 unità.
Quanto all’indicazione del rilevante numero dei siti di scommesse online inibiti dalla Agenzia delle dogane e dei monopoli (8.972), questo numero dovrebbe far riflettere sull’ampiezza del fenomeno del gioco illegale online e su quanto, perciò, sia velleitario credere che una politica di ridimensionamento del gioco legale a distanza riuscirebbe a ridimensionare anche la domanda anziché (come è intuibile prevedere) dirottarla verso l’offerta illegale”, si legge ancora nella lettera inviata da As.tro alla Regione Emilia Romagna. “Sarebbe risultato utile, a nostro sommesso avviso, dare rilievo, nell’ambito delle riflessioni dedicate al gioco a distanza, al fatto che il gioco a distanza legale presenta dei rilevanti elementi di differenziazione rispetto a quello esercitato sulle piattaforme non autorizzate dalla Adm: integrale tracciabilità di tutte le movimentazioni finanziarie, severi obblighi, a carico dei concessionari, di segnalazione delle operazioni sospette che avvengono sui conti di gioco, registri di autoesclusione e di autolimitazione dei giocatori, ecc. E si tratta di cautele che i concessionari non possono eludere, essendo infatti sottoposti ad una costante e incisiva attività di vigilanza da parte di Adm. Analoghe cautele, e correlati controlli, già riguardano anche il c.d. gioco fisico per il quale la nostra associazione, già da tempo, raccomanda al legislatore nazionale di aggiungere l’inserimento dei registri di autoesclusione e di soluzioni tecnologiche (già disponibili e sperimentate nei prototipi) che consentano di inibire gli eventuali comportamenti compulsivi dei giocatori”.
Sul ruolo del gioco legale come presidio di legalità, si legge ancora nella lettera, “si concentrano le nostre ulteriori riflessioni, motivate dal suo mancato riconoscimento (se non, addirittura, dal suo disconoscimento) nella risoluzione approvata dall’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna. Sul problema delle infiltrazioni mafiose segnalate dalla Commissione nazionale antimafia, a cui si fa riferimento nella premessa della risoluzione, rileviamo che, se da una parte è vero che dalla relazione emerge l’esistenza di fenomeni di infiltrazione criminale anche nel settore del gioco legale (come peraltro, aggiungiamo noi, risulta avvenire in altri settori imprenditoriali come, ad esempio, l’edilizia, la ristorazione, lo smaltimento dei rifiuti, ecc.) dall’altra, ci preme segnalarvi che, dalla stessa relazione della Commissione antimafia, emerge anche l’importanza del gioco pubblico legale come argine alla possibilità che l’intera gestione di questo mercato possa trasferirsi interamente nelle mani della criminalità. L’omissione di quanto riportato nella stessa relazione della Commissione nazionale antimafia sul ruolo del sistema del gioco pubblico come argine alla criminalità denota, anche qui, un’intenzione propagandistica che mal si concilia con un serio approccio analitico.
Citiamo, tra le varie dichiarazioni rilasciate dagli esperti auditi dalla commissione Antimafia, quella del Dott. Antonio del Coco, presidente della Sezione penale della Corte d’appello di Lecce: 'L’offerta di gioco illegale viene sempre ravvivata dalla remunerazione di una vincita che è sicuramente superiore a quella che si può ottenere nel gioco legale, che è costantemente monitorato e costantemente sottoposto a limitazioni e controlli. Il gioco illegale, peraltro, è appetibile da parte delle 4 associazioni criminali perché si tratta di un terreno dove l’associazione criminale si muove in maniera molto più confacente a quelli che sono i suoi criteri ispiratori, tra questi, in primo luogo, la possibilità di ottenere guadagni enormi perché ovviamente non tassati'. Riportiamo, di seguito, anche la dichiarazione, contenuta nella stessa relazione, rilasciata dal Dott. Federico Cafiero De Raho (l’ultima, dinanzi alla commissione parlamentare antimafia, in veste di Procuratore nazionale antimafia): 'È evidente che il gioco legale evita la proliferazione del gioco illegale; è fin troppo evidente che laddove non vi siano aperture per accogliere le scommesse di coloro che sono abitualmente dediti al gioco si aprono le porte dell’illegalità e costoro troveranno sicuramente possibilità per proseguire nelle scommesse o nel gioco attraverso l’offerta della criminalità organizzata. D’altro canto è sempre stato così, in ogni settore: là dove si chiude un settore la criminalità organizzata mafiosa interviene per poter sopperire all’emergenza'”.
Pucci quindi conclude: “Bisognerebbe sempre tener conto della complessità che caratterizza i fenomeni sociali. Dal lato della politica, la negazione della complessità rappresenta il viatico solo per soluzioni propagandistiche o ideologiche (lo vediamo anche rispetto ad altri temi che stanno contrassegnando il dibattito politico). Dal lato, invece, dei 'portatori di interessi', la negazione della complessità, entro cui gravitano gli stessi 'interessi', serve solo ad alimentare un modello sociale fondato sulla sommatoria dei diversi 'egoismi'. In entrambi i casi, a risentirne è soltanto la qualità del dibattito e delle soluzioni che ne possono scaturire”.