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Taranto, gioco illegale: associazioni culturali evadono il fisco per oltre 1,9 milioni di euro

11 luglio 2023 - 09:50

Evasione fiscale per oltre 1,9 milioni per due associazioni culturali di Taranto: apparecchi non collegati che generavano un volume di giocate pari a 8 milioni. A Venezia 100mila euro di sanzioni per gioco illegale.

Scritto da Redazione
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Un’evasione fiscale di oltre 1,9 milioni di euro. Questo è il bilancio delle ispezioni condotte nei giorni scorsi dalle Fiamme gialle di Taranto in due associazioni culturali del capoluogo. L’attività a contrasto del gioco illegale e irregolare ha permesso di localizzare apparecchi e congegni da intrattenimento di tipo Awp (Amusement with prizes) utilizzati illegalmente e in grado di corrispondere ai giocatori vincite in denaro.

I controlli rappresentano lo sviluppo di numerose operazioni condotte dal reparto sull’intero territorio provinciale. Queste ultime hanno portato all’individuazione e al sequestro di 31 apparecchi da intrattenimento, non collegati alla rete telematica dell’Agenzia delle dogane e monopoli, e alla segnalazione di tre soggetti alle autorità competenti.

I finanzieri hanno selezionato i soggetti interessati dagli accertamenti, titolari di circoli privati, sale scommesse e associazioni culturali del capoluogo e di diversi Comuni della provincia. Tutto questo è stato possibile incrociando le informazioni presenti nelle diverse banche dati disponibili con quelle acquisite nel corso dei controlli o attraverso le analisi di rischio e le attività di intelligence.

Il volume complessivo delle giocate, e di conseguenza la base imponibile sottratta alla tassazione, è stato quantificato di oltre 8 milioni di euro. Pertanto gli investigatori del nucleo di Polizia economico-finanziaria di Taranto hanno constatato l’evasione del prelievo unico erariale per un importo di oltre 1,9 milioni di euro. Allo stesso tempo le forze dell’ordine hanno segnalato all’autorità amministrativa i rappresentanti legali delle due associazioni ispezionate. Il prelievo unico erariale, istituito nel nostro ordinamento nel 2003, è un tributo che grava sui titolari degli apparecchi e dei congegni da divertimento ed è commisurato alle somme giocate e registrate sui relativi contatori. 

VENEZIA: CONTROLLI IN TUTTA LA PROVINCIA NEL SETTORE DEL GIOCO ILLEGALE - Tra fine maggio e inizio giugno, i funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei nonopoli congiuntamente ai finanzieri del Comando provinciale della Guardia di finanza, hanno eseguito in tutta la provincia un piano coordinato di interventi a contrasto del gioco illegale ed irregolare, che scaturisce dalle intese di collaborazione tra le due Amministrazioni, definite in chiave locale lo scorso maggio.

In particolare, stando a quanto si legge in un comunicato diramato da Adm, “l’attività ha riguardato la verifica di condotte illecite riguardanti gli apparecchi di cui all’art. 110 Tulps, l’offerta illecita di scommesse tramite forme legali di intermediazione, il gioco minorile, l’osservanza degli adempimenti antiriciclaggio.

Complessivamente, sono stati controllati 21 esercizi commerciali (tra bar, ristoranti, sale slot, tabacchi) dislocati in tutta la provincia, con una particolare attenzione riservata alla tutela delle fasce più deboli e, quindi, ai luoghi e agli orari a maggior rischio di gioco minorile. L’attività svolta ha consentito di riscontrare 11 violazioni amministrative e di contestare sanzioni pecuniarie per oltre 100.000 euro”.

In particolare, in occasione di un controllo, “è stato constatato che ben 32 apparecchi elettronici di gioco, di cui all’art. 110 comma 6, lett. A-B. Tulps venivano mantenuti accessi e collegati al fine di permetterne l’uso nella fascia oraria di interruzione quotidiana (con connessa sanzione con limiti edittali da 500 a 1500 euro); inoltre, le vetrine d'ingresso del locale erano state oscurate tramite pannelli per limitare completamente la visibilità dall'esterno, in violazione all'art. 7, comma 3, L.R. 38/2019”, si legge nel comunicato. “Al titolare dell’attività è stata comminata una sanzione amministrativa che prevede il pagamento in misura ridotta pari a complessivi 80.000 euro.

In un altro esercizio commerciale video slot, sono state invece riscontrate violazioni al Regolamento del consiglio comunale della Città che prevede, al fine di ridurre il tempo di permanenza nelle sale gioco, il divieto di utilizzo di strutture su cui sia possibile sedersi durante l’utilizzo degli apparecchi da intrattenimento. Il comparto del gioco pubblico, per le significative prospettive di guadagno offerte, si conferma uno dei settori di maggiore interesse per la criminalità economica. In aggiunta al rischio di penalizzare l’Erario per gli eventuali mancati introiti fiscali, inoltre, determina allarme e disagio sociale legato al rischio di ludopatia, soprattutto per le fasce più deboli -in primis i minori- ovvero all’insorgere di situazioni debitorie contratte dai singoli giocatori, comportando gravi ripercussioni anche a livello familiare”.

UN'AGENZIA DI SCOMMESSE RAPINATA A MESSINA - Nei giorni scorsi, invece, in provincia di Messina la Polizia di Stato, con il lavoro congiunto dei Carabinieri, ha dato esecuzione a una misura di custodia cautelare in carcere nei confronti di un cittadino di 41 anni, indagato per aver rapinato, armato di coltello, due esercizi commerciali del centro. Tra i reati commessi  una rapina compiuta in una agenzia di scommesse dove ha rubato dalle casse 2.800 euro armato di una lama. 

Le indagini svolte dalla Squadra mobile, grazie alle immagini riprese dagli impianti di videosorveglianza, hanno consentito di identificare il presunto autore degli episodi criminosi. Sul conto di questo la Polizia (e anche i Carabinieri pe altri reati) ha redatto due dettagliate informative di reato, poi riunite dall’autorità giudiziaria per procedere alle indagini preliminari applicando la custodia cautelare.

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