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Trento: Consiglio di Stato accoglie ricorso di un operatore, sale da gioco salvate da chiusura

13 maggio 2023 - 17:24

Con un decreto cautelare della quarte sezione viene sospesa la precedente sentenza del Tar Lazio che imponeva la chiusura delle sale fino all’udienza di merito fissata a giugno.

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La situazione vissuta dagli esercenti trentini, provocata dalla normativa locale che limita le possibilità di istallazione del gioco lecito sul territorio, “sembra avere, i caratteri di gravità, irreversibilità e irreparabilità, soprattutto in relazione alla possibile chiusura dell’attività” secondo i giudici del Consiglio di Stato della quarta Sezione che in sede giurisdizionale accolgono il ricorso di un operatore contro il Comune di Trento, Provincia Autonoma di Trento e nei confronti Agenzia delle Accise, Dogane e dei Monopoli, Ministero dell'Economia e delle Finanze, sospendendo gli effetti della sentenza 13 aprile 2023, n. 51 del Tribunale regionale di giustizia amministrativa di Trento, Sezione unita e dei provvedimenti impugnati in primo grado fino all’esito della camera di consiglio, che viene fissata al prossimo 8 giugno 2023. 
Per gli operatori, quindi, si tratta di un importante verdetto che consente di tenere ancora aperte le attività, in attesa del giudizio finale. Secondo il legale Geronimo Cardia che ha curato il ricorso “Oggi viene pubblicato un altro importante decreto cautelare che accoglie l’istanza cautelare presidenziale, lasciando le sale aperte in attesa che si discuta nella camera di consiglio dell’ 8/6/2023 il permanere del diritto a rimanere aperti in attesa della valutazione del merito dell’impugnazione della sentenza del Tar Trento sul distanziometro espulsivo della Provincia”. Si tratta quindi di “Un altro tassello nella difficile via giudiziale della rimozione dei divieti assoluti delle norme territoriali.  Una rimozione del problema voluta anche dal riordino ancora una volta annunciato e che troviamo nell’articolo 13 della Delega Fiscale in questi giorni in discussione alla Commissione Bilancio della Camera”. 
Ma tale pronuncia potrebbe avere anche risvolti ulteriore, secondo Cardia, che aggiunge: “Potrebbe essere l’occasione per l’Amministrazione come per il Mef di intervenire intanto anche nei giudizi pendenti, come fatto peraltro anni fa, evidenziando i profili di interesse pubblico sottesi alla necessità della soluzione del problema. Problema peraltro sollevato anche dal Consiglio di Stato nei pareri del 2019 che, proprio registrando la mancata soluzione della Questione Territoriale, hanno fermato lo svolgimento delle gare per le assegnazioni delle concessioni in scadenza e che di fatto hanno obbligato le proroghe cosiddette “tecniche” (cioè’ imposte dai problemi della normativa) divenute per giunta oltremodo onerose (con una maggiorazione del 15 percento sugli importi base giustificata per la pressione inflativa che però il comparto non e’ in grado di scaricare sul prezzo dei propri prodotti, come le aziende di ogni altro comparto, proprio per le caratteristiche della normativa del gioco)”.

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