skin

Zone bianche, per operatori del gioco bilancio in chiaroscuro

04 giugno 2021 - 11:24

Soddisfazione a metà per gli operatori che hanno riaperto nelle regioni già in 'zona bianca' e quelli che lo faranno a breve.

Scritto da Fm
Zone bianche, per operatori del gioco bilancio in chiaroscuro


Una dopo l'altra, le regioni italiane stanno passando nell'agognata "zona bianca", e le attività chiuse per tanti mesi per contenere la diffusione del Covid stanno cominciando finalmente a vedere la luce in fondo al tunnel.
Una luce che per il settore del gioco, uno dei più martoriati dai lockdown fra 2020 e 2021, non è però pienamente abbagliante, ma assomiglia di piu ad un chiaroscuro.
Sia nei territori che sono formalmente in bianco dal 31 maggio - Friuli-Venezia Giulia, Molise e Sardegna - sia in quelli che si apprestano a diventarlo a breve, vale a dire Liguria, Veneto, Umbria e Abruzzo, che dovrebbero aggiungersi alla lista dei virtuosi dal 7 giugno, se i dati sui
monitoraggi su contagi e ospedalizzazioni che verranno diffusi oggi, 4 giugno, confermeranno i trend positivi registrati nelle scorse settimane. Per poi arrivare ad un Italia tutta "in bianco" dal 28 giugno.

Questo almeno è quanto emerge ascoltando le voci degli operatori, a cui abbiamo chiesto di raccontare il proprio punto di vista sulle riaperture in atto e future.
 
Cominciamo dalla Sardegna, che, dopo la delusione incassata a marzo - quando, seppur in zona bianca, il gioco era rimasto al palo - prova a riavviare apparecchi ed attività.
Con "molte difficoltà", come ammette Walter Moro, titolare di alcuni esercizi nell'entroterra.
"Siamo tutti aperti, ma la ripartenza è lenta, anche nelle zone più popolose. Sicuramente, c'è chi ha visto tornare i clienti, ma altri proprio no, spero che la situazione cambi al piu presto".

Sul versante di chi ha tirato su la saracinesca in questi giorni c'è anche il Friuli Venezia Giulia. Qui a parlare è Federico Salvador, che gestisce alcune sale in pianura, fra Pordenone ed Aviano.
"Abbiamo riaperto con flusso buono: gli apparecchi con vincita in denaro fino all'80 percento, mentre non si può dire lo stesso per l'amusement, forse scontando la stagione calda, che per tradizione non aiuta da queste parti, visto che la gente preferisce andare al mare. Possiamo dirci  comunque soddisfatti".
La riapertura ha visto ovviamente l'applicazione delle linee guida sancite dalla Conferenza delle regioni, con la sanificazione degli ambienti e degli apparecchi, che sono stati tutti distanziati, ed accessi contingentati in base alla superficie dei locali.
Salvador quindi ne approfitta per dire la sua sulle nuove regole tecniche per il puro intrattenimento, sulle quali anche Gioconews.it ha cercato di fare chiarezza: "Non servono a niente, e danneggiano chi lavora e produce", per poi rimarcare: "Nel 2021, le sembra logico che una Awp debba avere tre nullaosta? Sono solo balzelli introdotti per gustificare
l'esistenza degli uffici pubblici, che non risolvono i problemi, ma li provocano".

Andando a sentire cosa ne pensa chi dovrebbe riaprire fra qualche giorno, il tono delle risposte non cambia di molto.
Per il Veneto Andrea Lo Massaro manifesta i suoi dubbi, mentre le aziende del territorio sono decisamente in fermento e alle prese con i preparativi per la riapertura.
"Ci sono difficoltà economiche a 360 gradi, pregresse, presenti, e probabilmente future.
Siamo preoccupati per i nuovi provvedimenti dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli in materia di amusement (vedi regole tecniche, Ndr), sia per le proposte di riforma recentemente avanzate per il comparto del gioco retail.
"Il ruolo del gestore viene marginalizzato, ad esempio, e in generale il progetto è stato poco condiviso, oltre ad essere stato messo in campo in una fase in cui non era necessario. Prima sarebbe stato necessario delineare la ripresa post-Covid del settore. Le tempistiche non mi
sembrano appropriate".
Qualche perplessità Lo Massaro la manifesta anche a proposito delle linee guida approntare per la riapertura dei locali di gioco. "Spiace notare che le barriere in plexiglas siano state previste solo per le casse e che non sia stata data la possibilità di installare degli schermi anti-droplet fra gli apparecchi; un fatto che inficia l'operatività di tante aziende. Per questo infatti sono stati lasciati in esercizio molte meno macchine, tutte posizionate ad un metro di distanza l'una dall'altra, e quelli 'in più' finiranno in magazzino, insieme a quelle che ci sono già perché le attività hanno chiuso. In tanti, poi, avranno difficoltà ad iscriversi al Ries".
A confortare gli animi non basta neppure il pensiero di aver potuto anticipare la riapertura rispetto alla data del 1° luglio prevista dal Governo per le location di gioco in "zona gialla", ormai superata dagli eventi.
"La riapertura da giugno non cambia molto le cose, visto che nel frattempo non abbiamo avuto il rinnovo certo delle concessioni attuali. Manca una visione futura di ripartenza condivisa. Molti non avranno locali in cui portare le macchine e perderanno i nullaosta, in quanto la procedura dei 90 giorni per la dismissione 'coatta' viene ripristinata dal 1° luglio, mentre nel 2020, dopo il lockdown di marzo-aprile-maggio era stato garantito un periodo di 150 giorni.
E lo stesso malumore serpeggia per i comma 7, visto che non è ben chiaro se il mercato esistente verrà mantenuto solo per le sale o anche per i bar".
 
Decisamente più positivo, dall'Umbria, il contributo di Claudia Procacci,  titolare di una nota azienda attiva nella produzione e noleggio di slot fin dagli anni Ottanta. “In questi giorni siamo molto impegnati per la ripartenza, e felici che sia finalmente arrivata 'la nostra ora'. Abbiamo tanta voglia di lavorare, di combattere per la dignità del nostro settore, al quale apparteniamo da ben 39 anni. E abbiamo anche voglia di collaborare con i nostri clienti affinché sia ribadita ancora di più l'importanza di un presidio di legalità come il nostro. Le ultime dichiarazioni in tal senso del direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, Marcello Minenna, ci confortano. La sua  si dimostra una direzione attenta, sensibile alle nostre problematiche. Gli interventi fatti finora ci sembrano opportuni e credo che ci sia spazio per il gioco e per gli operatori seri per combattere l'illegalità e far sì che il nostro settore sia riconosciuto davvero per i meriti che ha. Sono pochi i comparti che possono vantare una trasparenza come la nostra, nella quale i volumi vengono dichiarati in tempo reale”.
 

Articoli correlati