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Rapporto I-Com sul gioco: 'Raccolta a livelli pre-pandemia, rinnovare strumenti regolatori'

25 maggio 2023 - 08:19

Nell'ambito del seminario sulla regolamentazione del settore dei giochi promosso insieme con Igt, l’Istituto per la competitività sottolinea la crescita del mercato ma anche l'esigenza di semplificazione e razionalizzazione.

Scritto da Redazione
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Roma - Tutela della salute e ordine pubblico, armonizzazione fiscale, distribuzione sul territorio. Queste le priorità per il più volte auspicato e annunciato riordino del settore dei giochi che oggi sembra trovare un’occasione nel disegno di legge delega per la riforma fiscale, attualmente all'esame del Parlamento. Ma qual è la fotografia del comparto in Italia?
A scattarla è l’Istituto per la competitività - I-Com, nell'ambito del seminario pubblico "La regolamentazione del settore dei giochi: stato dell’arte e scenari futuri”, promosso insieme con Igt e tenutosi il 25 maggio. 

LO SCENARIO DI FONDO - Negli ultimi 15 anni la crescita del settore dei giochi ha garantito un aumento complessivo della raccolta, passando da circa 35 miliardi di euro nel 2006 a 111,2 miliardi nel 2021. Uno dei motivi dell’aumento dell’offerta è lo sviluppo della raccolta online e la forte spinta alla digitalizzazione del settore.
La spesa per tipologia di gioco nel 2021 ha visto la sua maggior percentuale concentrarsi sugli apparecchi da intrattenimento (Awp e Vlt) che rappresentano il 40,7 percento delle entrate totali, rispetto al 44,68 percento del 2020
Le entrate lorde del gioco online in Europa sono arrivate a valere 38,2 miliardi di euro: il 35  percento delle entrate totali del gioco in Europa. Il fenomeno interessa anche l’Italia, dove i cittadini che si connettono via mobile hanno raggiunto quota 35,1 milioni nel 2020, pari all’87 percento della popolazione di internet, con un incremento di 1,5 milioni rispetto all’anno precedente.
Sulla rete degli esercizi si evidenzia in particolare un cambiamento della distribuzione per gli apparecchi da intrattenimento Awp. Se nel 2020 la Lombardia aveva un numero di apparecchi Awp quasi pari a tutto il sud Italia, ora emerge una distribuzione più omogenea. Incidono sicuramente la propensione al gioco nelle diverse parti d’Italia, ma anche le normative regionali in materia di gioco.
La frammentarietà della regolamentazione del settore del gioco ha portato negli anni a contenziosi ed incertezze che trovano ora nel Ddl Delega fiscale una opportunità di essere superati, ma anche di rinnovare gli strumenti regolatori di un settore che ha subito nel tempo una forte evoluzione.

L'EVOLUZIONE DEL MERCATO DEL GIOCO IN ITALIA - Negli ultimi 15 anni la crescita del settore dei giochi è stata significativa e ha garantito un aumento complessivo della raccolta, passato da circa 35 miliardi di euro nel 2006 a 111,2 miliardi nel 2021.
Tra i motivi dell’aumento dell’offerta si trovano la regolamentazione di tutti i segmenti di gioco avvenuta nel corso degli ultimi venti anni, lo sviluppo della raccolta online e la digitalizzazione del settore. In Italia la regolamentazione del gioco distingue in maniera univoca i giochi non consentiti da quelli consentiti: per i primi viene fatto divieto assoluto di offerta da parte di chiunque ed in qualsiasi forma, per i secondi l’offerta è subordinata ad apposita concessione, autorizzazione, licenza od altro titolo autorizzatorio. In particolare, al fine di contrastare i crescenti fenomeni di illegalità, quali ad esempio le truffe, connessi alla distribuzione online dei giochi con vincite in denaro, l’agenzia dei monopoli opera per una puntuale regolamentazione del settore, al fine di favorire sia l'offerta di nuove tipologie di intrattenimento telematico che un efficace contrasto al gioco illegale, prevenendo le frodi ai danni dell’Erario.
L’importo totale della raccolta nel mercato italiano del gioco ha raggiunto 111 miliardi di euro nel 2021, in ripresa rispetto al 2020: a causa Covid era infatti diminuito a 88,4 miliardi, dai 110 del periodo pre-pandemia. A seguito delle chiusure, il reddito lordo dell’industria del gioco in Italia (spesa) è stato di circa 15,4 miliardi di euro nel 2020, in netta discesa rispetto ai 19,4 del 2019. Nel 2021 è invece tornato a crescere raggiungendo quota 19,6 miliardi, una crescita del 28 percento rispetto al 2019 e del 2 percento rispetto al 2020.
Nel 2021 si registra un incremento di tutte le dimensioni del gioco: +25,98 percento per la raccolta, +27,06 percento per le vincite, +19,60 percento per la spesa e +16,20 percento per l’Erario. Tale incremento è dovuto all’allentamento delle misure restrittive per il contenimento dell’epidemia nella seconda metà dell’anno e alla riapertura degli esercizi fisici. Il rapporto fra Erario e raccolta è però in calo dal 2019, con un passaggio dal 10,28 al 7,56 percento.
La spesa per tipologia di gioco nel 2021 ha visto la sua maggior percentuale concentrarsi sugli apparecchi da intrattenimento (Awp e Vlt) che rappresentano il 40,7 percento delle entrate totali, rispetto al 44,68 percento del 2020. Il fenomeno è in parte dovuto alla sospensione della raccolta, avvenuta per oltre 5 mesi nel corso del 2021 a causa dell’emergenza pandemica, sospensione che non ha riguardato altri ambiti di gioco.
Il settore del gioco legale in Italia vede un mercato popolato da 515 concessionari autorizzati dallo Stato, 3.200 imprese di gestione, 80.000 punti vendita tra bar, tabacchi ed esercizi pubblici, 150.000 occupati diretti e indiretti nel settore. Il numero di esercizi controllati nel 2021 per il settore Giochi è pari a 10.874, diminuito del 68,6 percento dal 2019 a causa della pandemia (erano 34.920).  La filiera diretta si compone invece di 8.271 imprese, con circa 40.000 addetti e un fatturato annuale di 19 miliardi di euro.


L'EVOLUZIONE DEL MERCATO DEL GIOCO IN EUROPA - Le entrate del mercato del gioco in Europa si sono stabilizzate nel 2022 e hanno raggiunto i 108,5 miliardi di euro di entrate lorde, con un aumento dell'8 percento rispetto ai livelli pre-pandemici nel 2019 e del 23 percento rispetto al 2021. Questa crescita è stata trainata principalmente dalla riapertura delle sale da gioco a seguito della pandemia. Nel frattempo, le entrate lorde del gioco online sono aumentate dell'8 percento arrivando ad un valore pari a 38,2 miliardi di euro, che rappresenta ormai il 35 percento delle entrate totali del gioco in Europa.
Nel 2020 l’emergenza pandemica aveva indotto i giocatori a rivolgersi con più frequenza al mondo del gioco a distanza, facendo registrare il sorpasso rispetto al gioco fisico in termini di raccolta. Tale tendenza si è però confermata anche nel 2021, con un incremento del 36,53 percento. 
L’importanza  crescente dei canali di gioco online emerge anche dai dati relativi all’apertura di nuovi conti di gioco. Questi ultimi mostrano un notevole impatto rispetto soprattutto nelle fasce d’età più giovani. Il maggior numero di conti aperti si registra infatti tra i 18 e i 24 anni (1.360.612).


LA DIGITALIZZAZIONE IN ITALIA - Questo fenomeno di digitalizzazione interessa ovviamente anche l’Italia. Secondo l’Osservatorio Mobile B2c strategy della School of management del Politecnico di Milano, gli italiani che si connettono via mobile hanno raggiunto quota 35,1 milioni nel 2020, pari all’87 percento della popolazione di internet e con un incremento di 1,5 milioni rispetto all’anno precedente (+4,5 percento). Circa l’83 percento del tempo speso a navigare su Internet avviene tramite mobile. Andiamo sempre più verso un futuro connesso e digitalizzato, tuttavia l’indice Desi (Digital economy and society index) racconta che l’Italia figura ancora al 19° posto in Europa nella classifica dei Paesi digitalizzati, sebbene il dato sia in miglioramento rispetto al 2019, quando il nostro Paese ricopriva la venticinquesima posizione. Negli ultimi anni le questioni relative allo sviluppo dei canali digitali hanno acquisito crescente attenzione politica, in particolare grazie all'istituzione di un Ministero per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale, all'adozione di varie strategie chiave e al varo di molte misure strategiche.


LA DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEL GIOCO - La rete degli esercizi che ospitano apparecchi da intrattenimento Awp, per quanto capillare su tutto il territorio nazionale, evidenzia, rispetto allo scorso anno, un forte rimescolamento. Infatti se nel 2020 la Lombardia aveva un numero di apparecchi Awp quasi pari a tutto il sud, ora emerge una distribuzione più omogenea. La regione continua ad avere il numero più alto di apparecchi Awp, ma insieme ad altre regioni del centro e del Mezzogiorno (Lazio, Campania, Veneto, Emilia-Romagna, Puglia, Basilicata e Molise) che, insieme, fanno registrare oltre 20.000 Awp installate sul territorio. Incidono su questi dati la propensione al gioco nelle diverse parti d’Italia, ma anche le diverse normative regionali in materia.
Complessivamente il numero degli esercizi che ospitano apparecchi Awp è in forte calo nell’ultimo quadriennio: si passa dai quasi 77.000 esercizi del 2017 ai 52.000 del 2021. A seguito della pandemia da Covid-19 e delle misure emergenziali adottate, su un totale di 265.000 apparecchi Awp potenzialmente attivi sul territorio, ne risultano circa 10.000 in meno e 30.000 giacenti nei magazzini dei gestori. In Lombardia risulta comunque una rete particolarmente densa, con un esercizio Awp ogni 2,6 Kmq di territorio regionale, nel Lazio un esercizio Awp ogni 3,7 Kmq. Se si confrontano due regioni aventi più o meno la stessa superficie geografica, anche se orograficamente molto diverse, si passa dal Trentino che ha un esercizio che ospita Awp ogni 54,8 kmq, alla Campania che ne ha, invece, uno ogni 2,5 Kmq.
Il discorso cambia per gli apparecchi Vlt. Qui effettivamente il numero di apparecchi ubicati in Lombardia continua ad essere pari a quello di tutto il sud Italia, più del doppio di quelli ubicati nelle regioni con più apparecchi (Lazio, Piemonte, Campania), e poco meno del doppio del Veneto. Mentre in Lombardia sono presenti sale Vlt mediamente più grandi e che ospitano, in media, 15 apparecchi Vlt ciascuna, in Campania e in misura minore anche nelle altre regioni, le sale sono più piccole con una media di 8,75 apparecchi Vlt per sala.
Dall’analisi della rete di vendita per tipologia di gioco sul territorio nazionale, emerge che la Lombardia, il Lazio e la Campania detengono anche la quantità maggiore di numero di punti vendita per “Giochi numerici a totalizzatore”, “Lotterie” e “Lotto”, che in termini percentuali rappresentano il 36,06 percento sul totale. Il maggior numero di sale bingo è registrato in Sicilia (28 sale), seguito immediatamente dalla Campania, dal Lazio e dalla Lombardia (con 25 sale). Un dato importante se consideriamo che la Sicilia ha una densità abitativa di 186 ab/km2, a differenza delle altre tre regioni citate che hanno rispettivamente 409 ab/km2, 331 ab/km2 e 417 ab/km2. Puglia, Basilicata, Molise e Calabria possiedono invece solo 9 sale bingo in totale.
Inoltre in Lombardia troviamo una sala scommesse (Giochi numerici a totalizzatore, gioco a base ippica, gioco a base sportiva, lotto, lotterie) ogni 1,16 kmq circa, nel Lazio ogni 1,18 Kmq, in Campania aumenta ancora, troviamo infatti un centro scommesse ogni 0,88 kmq circa, se confrontata con il Trentino il dato è consistente visto che in quest’ultima è possibile trovare una sala scommessa ogni 7,8 kmq con la stessa superficie geografica (il dato rimane ovviamente influenzato dalla densità abitativa).
Basandoci sull’analisi della rete precedentemente si nota come in alcune regioni le sale di gioco legale e gli apparecchi di gioco siano distribuiti in maniera decisamente capillare sul territorio regionale (Campania, Sicilia, Lombardia). La frammentazione del sistema ha permesso alle regioni di disciplinare la materia senza l’obbligo di seguire un assetto uniforme e creato una disparità di trattamento a seconda del collocamento geografico dell’esercizio commerciale. Nell’ottica dell’atteso di riordino del settore del gioco pubblico in Italia, semplificare la rete e razionalizzare il modello distributivo dei centri potrebbe essere una soluzione efficiente per raggiungere gli obiettivi di efficienza economica, sicurezza e tutela della salute pubblica. 
 

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