In un ristorante, anche con i clienti dimezzati per il distanziamento, ci sono il maìtre di sala e i vari camerieri, che possono avere anche la funzione di dirigere il traffico interno al locale, indirizzando i clienti verso i tavoli e i posti a sedere, dopo che hanno fatto la fila in corridoi di ingresso distanziati di almeno un metro.
Nelle sale gioco e nelle agenzie, la cosa è teoricamente simile, ma nella pratica molto diversa, perché i clienti non vengono indirizzati verso i posti a sedere, ma rimangono per la maggior parte all’impiedi, e quindi volontariamente o involontariamente si avvicineranno tra di loro nell’attesa.
In quest’ottica sono nate le mie proposte per sale e scommesse,
come illustrato nell’articolo precedente.
Il locale dovrebbe essere diviso in settori (casse con operatore, casse self, prenotatori, slot, Vlt, monitor con dirette.it, mensole o tavoli per scrivere i pronostici) e ogni settore dovrebbe avere dei corridoi di ingresso e di entrata, con segnaletica interna, anche di distanziamento.
Inoltre, secondo il mio parere, pensare a sale supertecnologiche, quasi completamente automatizzate, non credo sia una scelta ideale, a livello imprenditoriale, vista la probabilità che entro un anno o meno possano essere trovati un vaccino o una cura molto più efficace per il coronavirus.
Con le mie soluzioni, aggiungendo pannelli in plexiglass, o di altro materiale trasparente, a costi accessibili, una volta terminata l’epidemia di coronavirus, queste strutture provvisorie potranno facilmente essere smontate e si ripristinerebbe l’architettura interna precedente la chiusura.
Sarebbe opportuno, quindi, insistere, ancora una volta, sull’urgenza di prospettare soluzioni concrete, come per esempio quelle qui proposte, al Governo e ai vari tecnici ed esperti che lo accompagnano in questa fase, tramite le associazioni di categoria e le federazioni interessate.