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Lamorgese: 'Gli esercenti non siano poliziotti'

09 agosto 2021 - 15:43

Il ministro dell'Interno, Lamorgese, parlando con il direttore de La Stampa fa chiarezza sui controlli richiesti, anche nei locali del gioco, dopo l'introduzione del green pass.

Scritto da Daniele Duso
Lamorgese: 'Gli esercenti non siano poliziotti'

"Gli esercenti non siano poliziotti, non è il loro compito". Così il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, intervenuta oggi in diretta web sul sito del quotidiano La Stampa in una intervista con il direttore Massimo Giannini, ha chiarito come vanno intese le verifiche richieste dal tanto contestato green pass, spiegando che a breve il Governo farà ulteriore chiarezza in merito.

Sulla situazione attuale il ministro ha sottolineato come "in questo periodo abbiamo a che fare con manifestazioni quasi tutti i giorni, alcune sono anche di una certa violenza. Il programma vaccinale va avanti quindi in questo momento la certezza è che le cose vanno meglio. Bisogna comprendere che vaccinarsi e utile per se stessi e per gli altri".

Impossibile non toccare il tema caldo del green pass, introdotto dallo scorso 6 agosto, ma ancora non molto compreso da esercenti e clienti. "I ristoratori devono chiedere il green pass ma non i documenti". Ha precisato Luciana Lamorgese a una precisa domanda di Giannini. "Noi daremo un supporto dove necessario, come forze di polizia. Noi faremo dei controlli a campione a supporto di quelli che faranno gli esercenti. A breve uscirà una circolare dove spiegheremo che gli esercizi pubblici non sono tenuti a chiedere il documento ai clienti".

Chiara la visione del ministro: "i ristoratori non siano poliziotti, non è il loro compito. Le forze di polizia hanno compito di controllo del territorio e potranno dare un supporto. Ma non c’è nessuna minaccia alla democrazia, la salute pubblica ha la priorità". 

Anche in merito alla questione lavoro, con l'idea, auspicata da alcuni e paventata da altri, di un obbligo vaccinale per poter accedere al luogo di lavoro, Luciana Lamorgese risponde con cautela, asserendo che "dovrebbe dipendere dalla libertà individuale", ma aggiungendo che "il governo valuterà quello che è meglio fare".

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