Green pass obbligatorio ma a due livelli: basta una dose per i locali di gioco
Il governo lavora cerca la mediazione sull’obbligo di certificato “verde” per i locali: mentre la zona gialla scatterà con il 5% di posti in terapia intensiva occupati.
Basterà una sola dose di vaccino per avere il “green pass” che consente di andare all'interno dei locali di gioco, come pure nei ristoranti al chiuso, mentre bisognerà aver ricevuto anche la seconda dose per poter frequentare i luoghi più affollati.
È questa l'ipotesi più accreditata che il Governo discuterà nel corso della riunione della cabina di regia prevista nelle prossime ore. Fermo restando che, in ogni caso, nelle aree dove sarà maggiore la circolazione del virus sarà necessaria ovunque la doppia dose per poter frequentare ogni tipo di attività al chiuso.
Anche se l’obiettivo del Governo – confermato anche nelle ultime ore - è di lasciare l’Italia in fascia bianca per tutta l'estate (o, almeno, fino al 15 agosto): ragion per cui oltre alla modifica dei parametri per la classificazione delle aree di rischio, sono allo studio misure che possano contribuire a frenare la corsa della variante Delta.
Dopodiché ci sarà la riunione con il governo, con il Consiglio dei ministri che si riunirà quindi entro giovedì 22 luglio, in modo da far entrare in vigore il decreto il prossimo 26 luglio. In modo da prorogare anche lo stato di emergenza — che scadrebbe il 31 luglio — per almeno altri tre mesi. Fino alla firma del provvedimento la mediazione è comunque in corso, tenendo conto, da un lato, delle resistenze di stampo “aperturista” guidate dal leader della Lega Matteo Salvini che ribadisce il suo via libera al green pass “nei posti affollati, ma non per andare a mangiare la pizza” (posizione utile, sia pure indirettamente, anche ai locali di gioco), ma anche delle perplessità del Movimento Cinque Stelle, con il leader Giuseppe Conte che avrebbe espresso al premier Mario Draghi le sue riserve. La decisione ufficiale, dunque, non è stata ancora presa in quanto la maggioranza è spaccata. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sostenuto da Pd, Italia Viva, parte di Forza Italia, vorrebbe - come Cts e Iss - che il green pass venisse reso obbligatorio per tutti i settori dove si creano assembramenti, compresi i ristoranti al chiuso. Una scelta, questa, che potrebbe portarsi dietro anche i locali di gioco. La trattativa, tuttavia, sembra essere mirata a raggiungere il risultato di lasciare aperte le attività, come del resto è stato chiesto da tutte le associazioni di categoria, con il presidente del Consiglio che potrebbe e dovrebbe annunciare le scelte definitive in una conferenza stampa ad hoc.
MISURE DIVERSIFICATE PER LOCALI - In questa nuova classificazione si andrà quindi a diversificare i luoghi dove è più alto il rischio di contagiarsi prevedendo un doppio livello di obbligo del green pass. E dunque in questa prima fase di applicazione del decreto potrebbe essere sufficiente una sola dose di vaccino (ma anche un tampone negativo, oppure il certificato di guarigione nei sei mesi precedenti) per andare nei locali di gioco come pure nei ristoranti al chiuso e in tutti gli altri luoghi dove i protocolli già prevedono regole di distanziamento. Una doppia dose sarebbe invece obbligatoria per i luoghi affollati, dove alto è il rischio di assembramento anche agli ingressi e all’uscita. L’elenco dovrebbe prevedere stadi, concerti, convegni, eventi, luoghi dello spettacolo, palestre. E consentire con la doppia dose di vaccino anche di poter ballare nelle discoteche all’aperto.
I NUOVI PARAMETRI DELLA ZONA GIALLA - I dettagli per la nuova colorazione delle Regioni saranno messi a punto anche grazie al confronto con i presidenti di Regione, ma la linea dell'esecutivo è comunque quella di lasciare aperte il più possibile le attività e soprattutto evitare — visto che la variante Delta colpisce chi non è immunizzato — che dove la curva epidemiologica sale si vada in fascia gialla. Ecco perché è stato deciso di considerare preponderante in termini di classificazione delle aree di rischio, anche il numero di persone ricoverate in area medica e in terapia intensiva e non soltanto — come avviene oggi — l’incidenza dei nuovi positivi ogni settimana su centomila abitanti. Per questo si andrà in zona gialla se l’occupazione dei reparti ordinari supererà il 10 percento dei posti letto a disposizione e quella delle terapie intensive va oltre il 5 percento.