I prossimi dieci giorni saranno decisivi per conoscere la sorte del gioco legale in Puglia. Mentre per il 25 ottobre è prevista l'esame alla commissione Sanità del Consiglio regionale delle proposte di modifica ed integrazione alla legge sul Gap 2013, per il 30 sono previsti la discussione e il voto in Aula sulla possibile proroga.
Una “scadenza” decisiva, oggetto di una petizione sul sito change.org lanciata da “Non siamo solo numeri”, una community di lavoratori del gioco legale in Puglia, all'indirizzo del Consiglio e della Regione, oltre che del presidente Michele Emiliano, che finora non si è mai pronunciato direttamente sulla questione.
La petizione di “Non siamo solo numeri”, che al momento in cui scriviamo ha raccolto circa 2300 firme, ricorda che la “legge regionale che entrerà in vigore il 20 dicembre 2018 obbligherà l’80 percento delle attività legali del settore (circa 6mila imprese, Ndr) alla chiusura, ledendo i diritti dei lavoratori del settore e di fatto cancellando l’unica fonte di reddito di circa 20mila persone”.
I primi firmatari quindi scrivono: “Abbiamo creato questa petizione per confermare la proroga (che aveva incassato
il sì della commissione Sanità alla fine di settembre, Ndr) in discussione il 30 ottobre e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’accanimento mediatico e legislativo che da anni si abbatte sulle attività legali del settore.
Il 30 ottobre 2018 il Consiglio Regionale deciderà del futuro di 20mila famiglie pugliesi”.
Sul tema, solo ieri, si è espresso anche il
sottosegretario del ministero dell'Interno Stefano Candiani che, rispondendo all'interrogazione presentata in prima Commissione Affari istituzionali dai deputati Anna Macina, Federica Dieni e Francesco Silvestri del Movimento 5 Stelle, ha sottolineato che “se la Regione Puglia dovesse varare una moratoria che proroghi i termini con i quali gli operatori delle sale da gioco devono adeguarsi secondo la legge regionale n. 43 del 13 dicembre 2013,
le autorità di Pubblica sicurezza non potranno che prenderne atto ed uniformarsi alla nuova disciplina legislativa”.