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Gioco: verso il riordino, le mosse delle Regioni

05 febbraio 2022 - 09:27

In attesa di aggiornamenti sul disegno di legge delega di riordino del gioco pubblico, ripercorriamo gli ultimi 'movimenti' delle Regioni: focus su Piemonte, Marche e Lazio.

Scritto da Francesca Mancosu
Gioco: verso il riordino, le mosse delle Regioni

Il tanto atteso riordino del gioco pubblico potrebbe diventare realtà fra un anno, un anno e mezzo al massimo, se il disegno di legge delega di cui il sottosegretario al ministero dell'Economia e finanze, Federico Freniha illustrato una prima bozza a gennaio vedrà la luce entro la fine della legislatura.

Nel frattempo, la lista degli aggiornamenti delle leggi regionali sulla materia continua ad arricchirsi con il sì a nuove proroghe all'entrata in vigore dei distanziometri – vedi Lazio o Marche, solo per citare gli ultimi casi - o il riaprirsi del dibattito laddove la normativa è stata congelata sine die – in Liguria – o impugnata dallo Stato per l'incostituzionalità di alcune disposizioni, come accaduto in Sicilia.


Un quadro assai composito quindi, che non di discosta da quello degli ultimi dieci anni purtroppo, e si staglia sullo sfondo mentre nei tribunali amministrativi tiene banco l'effetto espulsivo del distanziometro provinciale di Bolzano o della legge regionale dell'Emilia Romagna, due fra i primi provvedimenti restrittivi per il gioco mai varati, fra il 2012 e il 2013.
A dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, che di “regole trasparenti e uniformi nell'intero territorio nazionale” (come campeggia nella bozza del Ddl di riordino) ormai non si può proprio più fare a meno, anche considerando la necessità di intervenire sulle concessioni di gioco prossime alla scadenza nel 2022.

A ricostruire lo scenario su cui poggerà la riforma del settore – che comprende anche una “previsione di forme di compartecipazione al gettito da parte delle Regioni e degli enti locali” - sono quindi i protagonisti politici di questa nuova – e forse ultima – stagione di legiferazione sul gioco da parte dei territori, in uno speciale pubblicato sulla rivista cartacea di febbraio di Gioco News (consultabile integralmente online a questo link).
In questa prima puntata accendiamo i riflettori su alcuni dei “casi” saliti alla ribalta negli ultimi mesi: Piemonte, Marche e Lazio.

IL PIEMONTE E L'INTERPRETAZIONE DELLA NORMA SUI BAR - L'attualità impone innanzitutto un passaggio sul Piemonte, che nel mese di febbraio probabilmente vedrà l'esame da parte delle commissioni consiliari del disegno di legge n° 177 proposto dalla Giunta per rispondere alle numerose richieste di chiarimento pervenute dai Comuni e dagli operatori privati sull'applicazione e l'interpretazione della legge n° 19/2021 licenziata la scorsa estate dopo settimane di scontro aperto fra maggioranza e minoranza del Consiglio, oltre che rispettare l’impegno istituzionale preso dal presidente della Giunta con il Governo a seguito dell’accoglimento dei rilievi presentati dai ministeri del Lavoro, dell’Interno e dell’Istruzione, per evitare una possibile impugnativa legata al contrasto con le norme costituzionali concernenti il riparto delle competenze legislative.
Il nuovo disegno di legge non intende cambiare nulla della normativa in atto, nata per salvaguardare gli investimenti fatti dalle aziende del settore del gioco eliminando la retroattività di quella varata dalla precedente Giunta nel 2016, precisano dall'Esecutivo. Nel testo in itinere in commissione ad esempio si torna a parlare delle slot nei bar, oggetto di un recente chiarimento dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli che ha ritenuto condivisibile l'interpretazione della norma resa dallo studio legale Giacobbe che farebbe rientrare nella fattispecie di cui all'articolo 26, comma 2, della legge regionale del Piemonte 15 luglio 2021, numero 19, quale 'autorizzazione rilasciata dall'Agenzia delle dogane e monopoli', il titolo abilitativo derivante dalla corretta iscrizione al cosiddetto Elenco Ries", facendo quindi supporre che anche "gli esercizi generalisti rientrino a pieno titolo nei soggetti che fanno facoltà di reinstallare gli apparecchi se iscritti al Ries ante legge 9/2016".
Con questa speranza, sono circa cento in tutto il Piemonte i bar che hanno presentato richiesta.
La Giunta con un emendamento al nuovo Ddl però chiarisce che i termini per fare richiesta di reinstallazione degli apparecchi dismessi sono scaduti lo scorso 31 dicembre e che non si torna indietro.
Lo stato di diritto, specificano dalla Regione, “non prevede leggi retroattive, poi saranno gli enti che hanno autorizzato gli esercenti (vedi Adm, Ndr) a ragionare su questo”.
 
MARCHE, DUE ANNI PER PENSARE A UNA NUOVA LEGGE - Alla fine dello scorso novembre invece il consiglio regionale delle Marche ha dato l'ok alla proposta di legge “Disposizioni di adeguamento della legislazione regionale”, che, fra l'altro, ha prorogato i termini per per adeguarsi alla legge  regionale sul gioco - varata nel 2017 - fino al 31 luglio 2023.
A spiegarne la ratio è il proponente, Renzo Marinelli, consigliere eletto nelle file della Lega e presidente della commissione Affari istituzionali e bilancio. “Riteniamo di aver preso una decisione non ideologica ed animata da buon senso. Ci sono due questioni di fondo: di metodo e di merito. Era necessario rinviare la legge contro la ludopatia in attesa delle norme statali sulla materia. Il governo nazionale sta lavorando ad una legge in materia di gioco d'azzardo e abbiamo preferito aspettare piuttosto che rischiare di andare contro le linee nazionali. Nel merito siamo convinti che questa norma sul 'distanziometro' non sia né utile, né risolutiva: puoi spostare le slot di 50 metri, ma chi vuole ci andrà lo stesso, anzi molti vanno in Comuni diversi dal proprio per non farsi vedere. A questo aggiungo che i gratta e vinci sono ovunque e che il gioco online non è né regolamentato né controllabile. Siamo certi che il tema della 'distanza' sia la chiave per risolvere le problematiche legate alla ludopatia? Senza contare la situazione di difficoltà dei gestori che, a seguito del Covid, hanno problemi economici e che con questa legge, che va ad incidere sul passato, sarebbero stati ulteriormente penalizzati”.
Come impiegare i due anni in più? Magari per la stesura di una nuova legge in materia - tenendo conto anche del possibile riordino nazionale?
Secondo Marinelli “occorre trovare con realismo un punto di equilibrio tra la necessità di contemperare la tutela degli esercenti del settore con il contrasto al gioco patologico. Da un lato vanno trovati criteri che tengano conto degli investimenti esistenti relativi ai 'punti vendita', allo stesso tempo va incrementata l'azione di sensibilizzazione nei confronti dei rischi connessi al disturbo da gioco d’azzardo e contrastare il gioco illegale e le frodi a danno dell’Erario.
Il vero tema è quello educativo, soprattutto in virtù della diffusione del gioco online, e va affrontato in modo serio e non ideologico. Va stabilito come spiegare il più efficacemente possibile che la dipendenza da gioco provoca conseguenze gravi da un punto di vista fisico, sociale ed economico. Vanno infine incrementate le risorse regionali a disposizione della rete socio-sanitaria che si occupa di recuperare coloro che finiscono schiavi di questa patologia. Su questi temi occorre un approccio pragmatico e non frutto di posizioni ideologiche che non aiutano la soluzione pratica di problemi complessi con mille sfaccettature diverse”.
 
LAZIO, UNA NORMATIVA PER TUTELARE GLI OPERATORI - Di proroga dei tempi per l'entrata in vigore del distanziometro retroattivo per gli esercizi già autorizzati, ma fino al settembre 2022, si parla anche nel caso del Lazio, in forza dell'approvazione – ad agosto 2021 - dell'articolo 7 del Collegato di bilancio.
Una proroga figlia del confronto fra la Giunta e le rappresentanze del settore – oggi “federate” sotto la bandiera di Alleati per la legalità - Coordinamento gioco pubblico del Lazio (al quale afferiscono Acadi, Acmi, Assotabaccai, As.tro, Donne in gioco, Egp-Fipe, Fit, Sapar, Sts) – e degli spunti promossi da alcuni consiglieri. Fra loro c'è Giuseppe Simeone, presidente del gruppo consiliare di Forza Italia, che, a dire il vero, ai tempi aveva proposto una proroga più consistente. “Credo sia necessaria una normativa chiara e precisa a tutela degli operatori del settore del gioco pubblico e che, definito il quadro a livello nazionale, si possa intervenire in tal senso. 
Oggi il tema prioritario, che tra l’altro era alla base degli emendamenti che ho presentato come Forza Italia e primo firmatario, insieme ai capigruppo di Lega e Fratelli d’Italia, è tutelare il gioco legale. Dove non c'è gioco legale, infatti, c'è il mercato sotterraneo, quello della criminalità organizzata, che prende spazio, si radica e alimenta in modo esponenziale le dipendenze patologiche che spesso si innescano in alcune persone. Dove non ci sono garanzie per il gioco legale non ci sono occupazione, ci sono famiglie abbandonate a se stesse e imprese che stentano a sopravvivere. Ma soprattutto ci sono illegalità e deriva sociale.
Non ci fermeremo certo al piccolo, anche se sostanziale risultato raggiunto in consiglio regionale, nel corso della discussione e dell’analisi degli emendamenti al cosiddetto Collegato al bilancio 2021, quando proprio grazie al voto determinante di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, è stata approvata una proroga di 12 mesi, rispetto a quanto previsto nella proposta di legge che era in esame, del termine per adeguarsi a quanto stabilito dalla normativa regionale vigente in materia sulle tempistiche per l’adeguamento dei pubblici esercizi che gestiscono apparecchi per il gioco lecito collocati all'interno di esercizi pubblici commerciali o di sale da gioco a quanto previsto dalla legge regionale del 2013, concernente 'Disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico (Gap)' e alla normativa vigente in materia”.
Simeone quindi dice la sua su una possibile, futura normativa sul gioco. “Il gioco d’azzardo patologico, al contrario di quello legale e controllato dallo Stato, deve essere affrontato non, come accade ora, tentando di rimuovere, o di reprimere, un problema che comunque esiste ma mettendo in atto tutti gli strumenti a nostra disposizione per una adeguata prevenzione affinché il gioco d’azzardo non si trasformi in patologia. Come istituzioni abbiamo, da una parte, il dovere di attuare tutte le soluzioni possibili per tutelare il gioco lecito e ridurre al minimo il ricorso a quello illegale che è il vero cancro che dobbiamo rimuovere e curare perché ha ripercussioni terribili e devastanti non solo sulla persona che ne è dipendente ma anche sulle famiglie e nel relativo contesto sociale e lavorativo. Dall’altra non possiamo non sostenere un comparto, come quello del gioco pubblico legale, che impegna migliaia di professionisti, imprenditori che possono rappresentare, proprio all’interno di un quadro normativo chiaro, essere un supporto fondamentale anche nella lotta che ci deve vedere tutti impegnati al gioco d’azzardo patologico. Perseguire questa strada è possibile ma dobbiamo riuscire a coniugare legalità e tutela della salute pubblica. Solo in questo modo avremo nuovi e validi strumenti per combattere le forme di dipendenza patologica e la diffusione di pratiche illecite e del gioco d’azzardo”.
 

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