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La primavera del gioco pubblico sta per arrivare

07 marzo 2022 - 10:20

La bozza di legge delega che contiene i dettami della riforma del gioco pubblico arriverà in Consiglio dei ministri nei prossimi giorni: per l'arrivo di una vera bella stagione

Scritto da Alessio Crisantemi
La primavera del gioco pubblico sta per arrivare

La bella stagione del gioco pubblico sembra davvero destinata ad arrivare. Dopo la sensazione di assistere a una  primavera rimandata, a causa dello slittamento delle fiere e, in particolare, di quella italiana di Rimini, che notoriamente accompagna il settore proprio all'ingresso della stagione della fioritura, adesso si respira un'aria nuova: arricchita da un nuovo ottimismo, accompagnato da grandi speranze, dopo l'annuncio dell'arrivo della bozza di legge delega sulla riforma del gioco pubblico all'esame del Consiglio dei ministri che – come spieghiamo qui - dovrebbe essere calendarizzato entro la metà di marzo. O al più tardi, entro la fine del mese: in coindenza, appunto, con l'inizio della primavera. Non solo. Stando alle promesse e alle indicazioni del sottosegretario all'Economia, Federico Freni, intervistato da Gioco News, l'iter del testo di legge dovrebbe anche essere destinato a procedere abbastanza celermente, dopo il sì incassato dalla Ragioneria dello Stato e con l'avvio, in parallelo, di un gruppo di lavoro sui decreti attuativi. Anche se, naturlamente, spetta sempre al Parlamento dettare i tempi di definizione della legge, che tutti, ormai, dentro e fuori dall'industria, auspicano che possano essere più celeri possibile, tenendo conto che “il riordino è essenziale perché è prodromico al rinnovo delle concessioni”, usando le parole dello stesso sottosegretario.

Si tratta in effetti di un atto fondamentale per preservare i volumi di fatturato dell'industria, il gettito per l’Erario, la forza lavoro occupata connessi al settore del gioco, anche per assicurare un efficace contrasto alla criminalità organizzata e arginare gli eventuali – ma immancabili - tentativi di infiltrazione. Temi, questi, di estrema importanza e di rilevanza costituzionale che, proprio perché tali, non possono essere dimenticati da nessun rappresentante istituzionale. Né tanto meno dovrebbbero essere ignorati. E anche se, ancora oggi, continuiamo a sentir parlare da qualche parti di nuove intenzioni di bloccare l'offerta di gioco, in nome (improprio) della tutela della salute pubblica, ormai la consapevolezza di dover fare qualcosa di più e di diverso, ma soprattutto di “centrale”, nell'ambito della regolamentazione del comparto, sembra essere una necessità condivisa dai più. Anche a livello locale, alla luce degli “spazi all’illegalità” aperti proprio dalle leggi regionali e comunali espulsive, che hanno seriamente compromesso gli equilibri di molti territori, con alcune situazioni che sono state ulteriormente peggiorate dalla chiusura dei punti vendita di gioco pubblico a causa della pandemia, come ricorda in più occasioni anche Freni.

Ma non è tutto. Tra i compiti che dovrebbero essere assegnati al governo attraverso le delega, c'è anche quello di fare in modo che gli operatori, ma soprattutto i consumatori, riacquistino la fiducia nel sistema regolatorio, e nel ruolo che lo Stato esercita e garantisce attraverso l'offerta di gioco legale, quale presidio sul territorio. Anche in questo senso, dunque, tra le varie misure introdotte nella delega approvata dalla Ragioneria è stato introdotto anche un regime per la gestione dei casi di crisi del concessionario così da garantire la continuità del servizio erogato, ma soprattutto, è stata inserita la previsione che i Comuni partecipino al procedimento di “pianificazione della dislocazione locale della rete di raccolta che dovrà fondarsi sull’equilibrio del complessivo dimensionamento dell’offerta e la distribuzione sul territorio dei punti di gioco che risulti sostenibile sotto il profilo dell’impatto sociale e dei controlli che possono essere in concreto assicurati dalle autorità a ciò preposte”. Coerentemente con gli obiettivi di cui sopra, e da un punto di vista formale e amministrativo, in continuità con quanto già disposto da leggi precedenti e, in particolare, dal decreto Balduzzi dell'ormai lontano 2012: quello che per primo avviò la strada del Riordino del comparto.

L'obiettivo resta dunque quello di introdurre, sull'intero territorio nazionale, regole trasparenti e uniformi per l’esercizio del gioco, nonché di tutelare il giocatore attraverso misure destinate a rafforzare quelle già in vigore per la salvaguardia dei soggetti maggiormente vulnerabili, dei minori e di coloro che sono affetti da disturbo da gioco d’azzardo. Oltre a rafforzare il livello di sicurezza attraverso un rafforzamento della disciplina di contrasto a ogni forma di gioco illegale, la razionalizzazione, la semplificazione del sistema sanzionatorio e la predisposizione di un sistema strutturato di vigilanza e di controllo dei giochi. Insomma, impossibile non essere d'accordo con una riforma di questo tipo, da qualunque parte la si voglia guardare. A meno che non si vogliano condurre battaglie puramente ideologiche e, quindi, ben distanti dalle reali necessità di uno Stato e della cittadinanza: come però è già ampiamente accaduto, e lo sanno bene gli operatori del gioco pubblico. Anche se adesso è davvero un altro giorno: dopo che l'esperienza della pandemia e gli ulteriori drammi che stanno caratterizzando questi ultimi anni, con un susseguirsi di situazioni di crisi, hanno riportato tutti con i piedi a terra, di fronte a una chiara e forte esigenza di concretezza e di razionalità. Gli stessi elementi, peraltro, che sono alla base del Piano nazionale di ripresa e resilienza che l'Italia si è impegnata a mettere a terra durante l'anno corrente e quelli venturi. Anche per questo, dunque, è arrivata davvero la stagione delle riforme. Insieme alla bella stagione in cui tutti continuano a sperare: e in testa, forse, proprio gli addetti ai lavori del comparto giochi.

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