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Riordino gioco: il governo prende tempo, AdM accelera

17 febbraio 2025 - 11:26

Mentre sembra ormai scontata la proroga dei termini di attuazione delle legge delega, il regolatore avvia tutti i lavori attuativi avviando anche le discussioni sugli apparecchi.

(Foto di Geni Hoka: https://www.pexels.com/it-it/foto/strada-alba-tramonto-lunga-esposizione-6894528/)

(Foto di Geni Hoka: https://www.pexels.com/it-it/foto/strada-alba-tramonto-lunga-esposizione-6894528/)

Il settore del gioco pubblico non sarà più lo stesso, in seguito alla prossime gare per il rinnovo delle concessioni. Questo, ormai, è un fatto e pure risaputo. Ma il vero cambiamento di paradigma potrà essere offerto attraverso il rilascio delle prossime concessioni per la gestione delle reti degli apparecchi da intrattenimento, che avverrà dal 2027, ma i cui lavori preparatori dovranno partire già nei prossimi mesi. Anzi, a dire il vero, sembrano essere già partiti: con particolare riguardo per le regole tecniche che dovranno disciplinare gli stessi apparecchi che saranno oggetto della prossima concessione, promettendo una tecnologia “da remoto”. Una novità, questa, solo in senso lato, visto che questa tipologia di macchine da gioco era stata introdotta dal legisaltore già molti anni fa, salvo poi non essere attuata a slittata in avanti, di manovra in manovra, fino arrivare allo “stop” definitivo, con la legge di stabilità del 2016 che ne ha legato l'introduzione alla prossima concessione, ancora oggi mai andata in gara. Ora però, dopo l'ultimo (si spera) rinvio del bando di gara al 2027, il legislatore sembra non avere più alibi per rimandare ulterioremente le gare e per tale ragione l'Agenzia delle dogane e dei monopoli ha già avviato i lavori per la definizione delle regole tecniche che dovranno portare alla futura generazione di apparecchi da remoto (AwpR), il cui concetto appare ancora del tutto indefinitivo, ma i cui connotati iniziano ora a delinearsi.
Se, al tempo, il nodo centrale per gli addetti ai lavori appariva quello dell'intepretazione da dare al concetto di “gioco remoto”, con la discriminante che veniva rappresentata dalla residenza del gioco all'interno o meno di una singola macchina, lasciando intravedere lo spetto di quella che era stata battezzata una “mini Vlt”, invece della classica Awp che si conosce oggi, adesso la situazione sembra essere cambiata con l'interpretazione che viene fornita da Piazza Mastai della norma che lascia intravedere la possibilità di far risiedere il gioco all'interno delle singole slot: ciò in virtù del fatto che, la norma, parla sì di connessione remota delle macchine, ma pur specificando al tempo stesso che ad essere oggetto di certificazione saranno i singoli apparecchi. E tanto basta per capire che anche la futura AwpR continuerà a lavorare come la precedente, sia pure con le varie innovazioni ed evoluzioni tecnologiche che si renderanno necessarie, non soltanto per la connessione remota, ma anche per altre tecnicalità che non veniva prima contemplate dalla norma che di fatto risale ormai a venti anni fa. Che nel mondo della tecnologia rappresenta praticamente un'era geologica. Ecco quindi che il punto diventa non tanto e non solo quello della connessione remota, quanto piuttosto quello delle altre evoluzioni di prodotto (o di modello) che verranno adottate, come per esempio riguardo ai sistemi di pagamento, e non solo.
Anche se all'interno della filiera continuano ad essere altri i punti che si vorrebbero risolvere prima di pensare alla nuova tecnologia da adottare: a partire da quello della tassazione, che l'industria vorrebbe rivedere, magari anche attraverso un passaggio all'imposizione sul margine invece che sul cassetto (come avviene per tutti gli altri giochi), oppure quello della distribuzione delle macchine, in un mercato sempre più ristretto e iper-concentrato. Tutti temi che dovranno essere discussi, affrontati e smarcati nei prossimi mesi, per poi arrivare una regolamentazione tecnica definitiva e, si spera, al nuovo bando di gara. Territori permettendo, s'intende. Anche se il governo ha deciso di prendere il toro per le corna, iniziando a redigere comunque il decreto legislativo di riordino anche senza aver ottenuto un'intesa formale in Conferenza unificata, promettendo così un'accelerazione: anche se al tempo stesso si è iniziato a ragionare a una proroga dei termini di attuazione della legge delega, per consentire un processo che sembra rivelarsi comunque più lungo del previsto. Ma ciò non dovrebbe comunque cambiare i tempi di approdo alla nuove concessioni. Salvo ulteriori imprevisti.

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