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Un brindisi al Belpaese dalla duplice moralità

20 maggio 2024 - 09:45

Dal Rapporto Istat che fotografa la situazione (impietosa) del Paese emergono anche dati diversi sul presunto benessere. Che piacciono pure (e alla faccia del gioco pubblico).

Scritto da Alessio Crisantemi
© Kelsey Knight / Unsplash

© Kelsey Knight / Unsplash

Diciamo la verità: a leggere un giornale o ad ascoltare un Tg in televisione, oggi, c’è da mettersi le mani tra i capelli. Tra i drammatici, puntuali aggiornamenti sulle due principali guerre in corso (peraltro neppure le uniche), a cui si aggiungono i report (anche questi drammatici, sia pure in altro modo e misura) sulla crescente povertà in Italia e sul mostruoso aumento del debito pubblico, c’è davvero poco di cui rallegrarsi.

Ben vengano quindi le notizie più liete, magari anche di colore, che possano tirarci su il morale andando a bilanciare la parte più nera dei vari bollettini quotidiani. È dunque da accogliere con favore e anche con un pizzico di interesse, nonché con la dovuta spensieratezza, la notizia che è circolata nelle scorse ore su vari giornali nazionali relativa alla nuova movida degli italiani, che vede la moda dell’aperitivo - ovviamente alcolico - dilagare tra le abitudini di consumo, conquistando anche la terza età, trainando la spesa nel food&beverage. Con la (presunta) “buona notizia” che questa moda crescente traina i consumi di alcolici. 

È proprio così, nessun errore o distorsione: avete capito bene. È tutto rigorosamente vero. Merito dell’analisi realizzata dall'Uiv (Unione italiana vini) sui dati Istat (gli stessi dati, per intenderci, in cui si fotografava la crescente povertà nel Paese): dalla quale emerge che i cosiddetti “boomer” abituali dell’aperitivo in quindici anni sono cresciuti del 112 percento, cioè il triplo della media; con un + 165 percento per le donne over 65.

Secondo l’Osservatorio di Uiv, che ha elaborato i dati dell’ultimo “censimento” Istat sui consumi di alcolici degli italiani nel 2023, infatti, non sono solo i giovani i protagonisti dell’aperitivo ma sempre più anche gli over 55. Un esercito di “boomer” che negli ultimi 15 anni ha messo il turbo (+112 percento con un trend di crescita 5 volte maggiore rispetto agli under 24) a un rito “che si conferma ancora piuttosto vino-centrico proprio grazie alla sua tendenza ad abbracciare sempre tutte le classi di età”.

Insomma si beve più alcol, lo bevono tutti, ed è una buona notizia, a quanto pare. “Quante volte abbiamo sentito dire negli ultimi tempi che l’aperitivo ha cambiato il modo di bere il vino e gli alcolici in Italia?”, ci interroga per esempio IlSole24Ore: “E che per questo motivo bisogna intercettare i giovani per sostenere i consumi delle etichette italiane? I dati sembrano sfatare, almeno in parte, questa convinzione, con i boomer che riconquistano un ruolo da protagonisti grazie a tassi di crescita record negli ultimi anni”.

Chi si trova a leggere questo editoriale, sfogliando (virtualmente, si intende) una testata che parla di gioco, avrà già capito dove si vuole andare a parare. E forse non è neppure il caso di rintuzzare con chissà quale ulteriore considerazione su questa morale alternata che sembra muovere questo Paese, al punto da rendere “una buona notizia” il crescente consumo di alcolici mentre per alcune persone (magari anche le stesse?) anche il minimo consumo di gioco è da ritenere pericoloso e un’autentica perdizione.

Ma guardiamo bene i dati, sull’alcol, perché è opportuno rimanere informati.

Secondo l’analisi, dal 2008 a oggi gli over 55 sono passati dal 20 al 29 percento nella “torta” dei consumatori di aperitivi alcolici. Ma l’aperitivo alcolico è una abitudine (una “pratica usuale”) per circa 2,7 milioni di boomer contro i 2,5 milioni di under 24, su un totale di quasi 22 milioni di consumatori che in casa o fuori non rinunciano a una tipologia di consumo sempre più in crescita negli ultimi 15 anni.

Il trend incrementale - sottolineano da Uiv - vede protagonista la terza età, anche grazie a un exploit al femminile del relax pre-pasto. Nel periodo considerato, l’aperitivo in rosa è infatti quasi raddoppiato (da 5 milioni a 9,2 milioni di fruitrici di tutte le età), con un autentico boom delle over 65 (+165 percento)”. E ancora: “La tendenza multigenerazionale del fare l’aperitivo è un tratto distintivo che guardiamo con grande interesse – afferma il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi - anche perché è legata a doppio filo con la cultura di un consumo di vino che abbraccia tutte le fasce di età e che ha visto allargarsi ulteriormente la platea”. 

 

Insomma, c’è da esserne felici. Attenzione però: tutto questo “a fronte di una maggior moderazione nei consumi. Una prova di maturità degli italiani che si associa a un prodotto per sua natura simbolo della condivisione e del bere responsabile”. E allora, ricordiamoglielo anche quando sentiremo criticare le campagne di gioco responsabile o di prevenzione, con la motivazione diffusa che chi offre gioco non può essere seriamente interessato a diffondere un approccio moderato dei consumatori. Come troppo spesso accade.

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