Un piccolo passo per un paese, un grande passo per l'industria del Gioco Pubblico, ma anche per lo sport. Anzi, soprattutto per lo sport. A undici anni di distanza dalla sua introduzione, la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla manipolazione delle competizioni sportive, meglio nota sotto il nome di “Convenzione di Macolin”, dell'ormai lontano 2014, ottiene un'altra ratifica, ancora una volta dal territorio italiano, almeno geograficamente parlando. Sì, perché ad aderire formalmente, questa volta, è la Repubblica di San Marino, che come abbiamo riportato nelle scorse ore segue così la strada già intrapresa dall'Italia insieme a molti altri (ormai) Paesi del Vecchio Continente: ben 41 i sottoscrittori complessivi della Convenzione, anche se le ratifiche sono ancora molte da completare.
L’adesione formale al trattato, già siglato da San Marino il 16 maggio 2019, è dunque importante perché conferma e ribadisce non solo “l’allineamento della Repubblica ai più elevati standard internazionali in materia di good governance sportiva e di contrasto alla criminalità, anche nelle sue forme più insidiose che minano la credibilità e la funzione sociale dello sport”, come specificato nel pubblico proclama dello Stato del Titano. Ma anche perché questo tipo di ratifica va oltre il mero atto formale, rappresentando l’espressione concreta di un impegno politico e istituzionale volto a proteggere atleti, organizzazioni e l’intera comunità sportiva locale da pratiche illecite.
Per un “segnale di responsabilità”, come evidenziato dal segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari, ma anche di “piena partecipazione agli sforzi della comunità internazionale per un mondo dello sport più pulito e credibile”. Un passaggio che diventa ancora più significativo poiché giunge proprio a pochi giorni dall'ennesimo scandalo che ha coinvolto il mondo del calcio e numerosi calciatori professionisti, che si sono scoperti dei giocatori incalliti e pure frequentatori del mondo illecito e sommerso, gestito dalla criminalità, sollevando numerosi dubbi anche riguardo alla sicurezza nel mondo dello sport e sull'effettiva tutela e formazione degli atleti, sui rischi ai quali possono andare incontro nella loro attività professionistica. Con particolare riguardo proprio al matchfixing, sempre più diffuso.
Come sottolineato nei giorni scorsi, all'indomani dell'esplosione del caso in Serie A, da Ludovico Calvi, presidente onorario di Ulis (United Lotteries for Integrity in Sports), “Il fenomeno delle scommesse su circuiti illegali rappresenta una minaccia pericolosa per l’integrità dello sport e per la tutela degli atleti, in particolare dei più giovani. È urgente intervenire subito”. Il fenomeno delle scommesse su circuiti illegali rappresenta una minaccia pericolosa per l’integrità dello sport e per la tutela degli atleti, in particolare dei più giovani”. “È urgente intervenire subito”, ha ribadito Calvi, rilanciando il messaggio già scandito a gran voce in occasione del recente dibattito ospitato dall'Italian Gaming Expo & Conference di Roma, lanciando “un forte appello all’introduzione di una seria attività di prevenzione”. Proponendo per esempio il principale strumento per contrastare il fenomeno potrebbe essere l’introduzione della figura dell’Integrity Officer in tutte le organizzazioni sportive. “È prioritario inasprire il contrasto al gioco illecito e alle piattaforme illegali, che sfuggono ai controlli, alimentano l’opacità e mettono a rischio la credibilità dell’intero sistema”, sostiene Calvi, conventio che: “L’Italia ha tutte le competenze e le infrastrutture per diventare un riferimento internazionale in questo ambito”. E questa è per noi senza dubbio una buona notizia, che si aggiunge a quella proveniente da San Marino.
Anche perché la strada è sempre più in salita, visto che il fenomeno matcfixing è sempre più diffuso. Nel 2023 sono state identificate ben 1.329 partite sospette, in 12 diversi sport e in 105 Paesi, su oltre 850mila eventi monitorati da Sportradar Integrity Services, l’unità di Sportradar che ha pubblicato il suo secondo report annuale, “Betting Corruption and Match-fixing in 2023”. E anche se il numero totale di partite sospette dimostra comunque che le partite truccate rappresentano una bassa percentuale negli eventi sportivi globali (i dati confermano che il 99,5% dei match non è coinvolto nel fenomeno delle matchfixing e nessun singolo sport ha un rapporto di partite sospette superiore all’1 percento) il rischio rimane comunque enorme. Anche se a venirci in soccorso è l'Intelligenza artificiale. I continui progressi nell’intelligenza artificiale hanno permesso un aumento dell’efficienza relativamente al controllo degli eventi sportivi. Nel 2023 sono stati 977 i casi identificati dall’IA, in aumento del 123 percento rispetto al 2022. Anche i dati sulle scommesse forniti dagli operatori rappresentano uno strumento fondamentale nell’individuazione degli eventi anomali, avendo permesso l’individuazione del 51 percento sul totale delle partite sospette rilevate.
Un dato, questo, che evidenzia una vera e propria virtù del sistema del betting, quale risorsa strategica per lo Stato e non solo per la salvaguardia dello sport. Ed è senz'altro anche per questo che a San Marino è stata confermata la ratifica, come previsto dalla Convenzione con la quale la Repubblica ha designato al tempo stesso l’Ente di Stato dei Giochi quale autorità nazionale responsabile per la regolamentazione delle scommesse sportive (ai sensi dell’Art. 9.2), formulando una riserva specifica relativa all’applicazione della giurisdizione per reati commessi da residenti abituali all’estero (Art. 19.1.d), in linea con le facoltà concesse dal trattato stesso (Art. 37). Questo a tutela dell'intero ecosistema e per scongiurare evidentemente anche rischi connessi alla frequentazione massiccia e inevitabile da parte di italiani. Insomma, dalla Penisola, si continua a dare il buon esempio, quando si tratta di gioco legale.