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Catalogna, il gioco alza la voce: 'Nessun nesso tra apertura sale e pandemia'

01 marzo 2021 - 15:48

Il governo locale non concede la riapertura, gli operatori del gioco pubblico della Catalogna attaccano: è una discriminazione manifesta.

Scritto da Daniele Duso

Alza la voce Patrojoc, l'associazione di categoria che rappresenta gli operatori del gioco ​​della Catalogna. L'associazione guidata da Carlos Duelo Riu (del gruppo Cirsa) ha espresso tutta la sua perplessità in merito alle nuove misure pensate dal governo locale per rendere l'attività commerciale più flessibile. Le nuove disposizioni, annunciate la scorsa settimana, pare escluderanno le sale da gioco, nonostante proprio la scorsa settimana anche il difensore civico catalano abbia chiesto al governo regionale di valutare la riapertura delle sale da gioco in quanto non vi sono prove che abbiano avuto alcun impatto sulla diffusione della pandemia.

"Riteniamo che non ci siano ragioni di salute pubblica per indurre la Generalitat de Catalunya ad escludere il nostro settore dalle riaperture - commenta Carlos Duelo in una nota riportata da Intergameonline.com -. Non considerare il gioco d'azzardo privato è una discriminazione manifesta e deliberata di un settore che invece risulta essere particolarmente sicuro a livello sanitario. Il controllo dell'accesso ai locali nelle misure ci permette di essere molto severi con la capacità e di avere la totale tracciabilità, se fosse necessario, in caso di possibile infezione. La nostra è un'attività come le altre, ma in più da noi sono state adottate misure di sicurezza aggiuntive, come l'installazione di schermi tra le macchine, la disinfezione dopo l'uso, la ventilazione e il rinnovo dell'aria e altre misure".

Come avevamo già avuto modo di raccontare qualche settimana fa, persista anche in Catalogna dunque una situazione molto simile a quella che stanno vivendo tutti gli operatori del gioco italiani.

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