Le sfide del gioco: regolatori europei a confronto all'EiG di Berlino
All’EiG di Berlino torna l'appuntamento con la tavola rotonda tra i regolatori europei organizzata da Gioco News.
Come riuscire a regolare al meglio un mercato, dinamico e altamente complesso come quello del gaming, rispondendo alle continue richieste (in genere, per lo più di cassa) provenienti dai governi? E come tradurre in norme in grado di non sconvolgere né alterare il mercato le indicazioni (e, spesso, le restrizioni) disposte dai Legislatori nazionali? È la sfida continua con la quale si misurano quotidianamente i regolatori europei, in un scenario, per giunta, reso ancora più difficile dalla ulteriore necessità di adeguare ogni scelta e posizione alle direttive (o raccomandazioni) provenienti dalla Commissione Ue. In Italia la competenza è affidata all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per un compito, lo sappiamo bene, tutt’altro che semplice da svolgere. Nonostante il nostro Paese venga considerato ancora oggi un modello da seguire (sulla carta) nelle politiche di regolamentazione del comparto.
In realtà, è facile rendersi conto che le difficoltà, in questo ambito, risultano piuttosto diffuse e comuni a tutti i regolatori, e in particolare per quelli del Vecchio Continente. Ad aiutarli in questa sorta di mission impossible, però, è la cooperazione internazionale: uno dei capisaldi della Comunità europea che nel gaming, se non altro, sembra trovare applicazione concreta. Come è emerso ancora una volta all’EiG di Berlino: l’evento focalizzato sull’industria del gaming online che anche quest’anno, per la seconda volta, ospita la tavola rotonda tra regolatori organizzata da Gioco News, alla quale partecipano i regolatori di sei Paesi europei e alcuni esperti della materia, in calendario oggi, 31 ottobre.
Quest’anno la tavola rotonda guarda anche oltre, interrogandosi su ciò che sta accadendo nei mercati stabili e ormai consolidati, e su cosa accadrà nei mercati emergenti, come quello della Romania o della Repubblica Ceca. L’interesse maggiore, al solito, è rivolto all’Italia, rappresentata per l’occasione dal legale Rodolfo La Rosa di BakerMcEnzie, il quale non ha dubbi sul ruolo centrale del nostro Paese: “Grazie al consolidato quadro normativo e ad altri ingredienti, tra cui la tecnologia, la penetrazione a banda larga, il consolidamento del mercato e l'espansione del B2B, l'Italia è uno dei mercati più importanti nel mondo, per quanto riguarda il segmento online, con la seconda dimensione più grande dell'Ue (dopo il Regno Unito), con 1,03 miliardi di euro di fatturato nel 2016”.
Nonostante le difficoltà descritte in premessa, che si riflettono inevitabilmente sul mercato. Solo in parte compensate dagli aspetti positivi del nostro sistema, che comunque ci sono: “Il processo di regolamentazione si è sviluppato e si è adattato alle condizioni del mercato negli ultimi quattro anni – spiega ancora La Rosa - e, allo stesso modo, le entrate per le operazioni di gioco online sono in costante crescita anno su anno. Guardando avanti, nei prossimi dodici mesi il mercato dovrebbe vedere, tra l'altro, l’emanazione dei bandi sia per il gioco online (fino a 120 licenze) che per le licenze di scommesse/bingo (fino a 10mila negozi e 5mila corner), la pubblicazione dell'attesa nuova regolamentazione sulle scommesse sportive che includerà le regole sugli errori tangibili nelle probabilità, un nuovo meccanismo di incassi, vincita massima per le giocate a quota fissa aumentata da 10mila a 50mila euro e l'offerta potenziale delle scommesse asiatiche con handicap)”. Una serie di novità che suscitano inevitabili appetiti per gli operatori esteri, com’è evidente a Berlino. “Il 2018 sarà quindi l'anno in cui gli operatori che non sono ancora entrati nel mercato regolamentato avranno una serie di buone ragioni per guardare l'Italia molto da vicino”, conferma il legale.
Ma oltre all’Italia, ci sono altri mercati di estremo interesse e non soltanto dal punto di vista del business ma anche – e soprattutto – sotto il profilo della regolamentazione, che evolve sulla spinta delle innovazioni tecnologiche e delle necessità dell’industria e dei consumatori. Ne è una prova la Danimarca, dove il regolatore ha introdotto qualche anno fa un sistema sperimentale di autotutela dei giocatori – denominato Rufus – attraverso il quale è possibile auto escludersi dalle attività di gioco, con un sistema informatico e informativo condiviso tra operatori e soggetti istituzionali. Un sistema che ha dato discrete soddisfazioni all’amministrazione locale e che viene oggi rilanciato a livello internazionale come una best practice, di quelle ricercate anche attraverso l’evento di Berlino, che continua a proporsi come una piattaforma unica che incoraggia e facilita la creazione di contatti e l'apprendimento per l'intero ecosistema dell'iGaming. Provando ogni volta ad alzare l’asticella.
A moderare la sessione è Christian Tirabassi, Senior Partner, Ficom Leisure, Gaming Advisory & Investments.