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Regno Unito: polemiche sul prelievo fiscale per finanziare ricerca e contrasto a ludopatia

22 gennaio 2024 - 12:15

Polemiche sul prelievo legale rivolto agli operatori di gioco che, per finanziare la ricerca e la prevenzione della ludopatia, prevede un aumento dell’imposta dello 0,4 percento per i bookmakers indipendenti britannici.

Scritto da Redazione
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Introdurre un prelievo legale sull’industria del gioco per finanziare la ricerca, la prevenzione e il trattamento della ludopatia. Tra gli obiettivi del Governo britannico, presenti nel Libro bianco pubblicato nell’aprile del 2023, c’è anche questa proposta che in sintesi prevede un aumento dell’imposta dello 0,4 percento ai bookmakers indipendenti. A proposito il dipartimento per la Cultura, i media e lo sport aveva lanciato una consultazione per comprendere il pensiero degli operatori, ai quali era stata data come data di scadenza il 14 dicembre 2023.

L’iniziativa già qualche mese fa aveva sollevato non pochi interrogativi tanto che un portavoce del Betting and gaming council aveva dichiarato: “Una nuova tassa obbligatoria l'abbiamo proposta al Governo prima del Libro bianco. Il nostro settore è il finanziatore di maggioranza di Ret (Research, education and treatment) da oltre 20 anni. Tuttavia, riteniamo che dovrebbe applicarsi a tutti gli operatori, inclusa la Lotteria nazionale (National lottery, Ndr), senza incidere sulle buone cause, che non sono immuni dal fatto che gli utenti problematici giochino con i loro prodotti come gratta e vinci e giochi a vincita istantanea.”

Una questione spinosa, dunque, che ha spinto anche alcuni bookmakers a pronunciarsi in merito. Proprio il Betting and gaming council riporta il pensiero di Vicky Knight, responsabile del gioco sicuro per Jenningsbet, che espone il punto di vista di un’azienda, riassumendo con tutta probabilità  lo stato d’animo di diversi operatori indipendenti: “Per oltre due decenni - spiega - i bookmaker come Jenningsbet sono stati orgogliosi di pagare la loro parte sostenendo un prelievo volontario che finanzia eccellenti enti di beneficenza che combattono i danni legati al gioco con vincita.”

Questo progetto è l’unico nel nostro settore che funziona e che raccoglie diversi milioni per alcuni enti di beneficenza eccezionali. Vogliamo assolutamente continuare a contribuire alla tassa in modo che questi enti di beneficenza possano continuare il loro lavoro vitale. Ma le nuove preoccupanti mosse del governo potrebbero effettivamente ostacolare la nostra capacità di farlo, invece di aiutarci.”

“Nel mese di ottobre – prosegue Vicky Knight – in seguito alla pubblicazione del Libro bianco sul Gambling act, il Governo ha annunciato una consultazione su una nuova tassa ipotetica sotto forma di prelievo obbligatorio per raccogliere fondi per la ricerca, la prevenzione e il trattamento per affrontare i danni legati al gioco con vincita. Sebbene ampiamente accolto con favore, conteneva un colpo di coda per i bookmaker al dettaglio indipendenti come Jenningsbet, che in questo modo dovrebbero affrontare costi di prelievo sproporzionatamente elevati che, se applicati, potrebbero minacciare la chiusura dei negozi e la perdita di posti di lavoro.”

Knight evidenza come tutto questo “sarebbe devastante per operatori come noi, che sono il cuore pulsante di molte strade principali in difficoltà.”

All’inizio del 2019 c’erano quasi 696 negozi di scommesse indipendenti e da allora ne hanno chiusi 160, con una riduzione di circa il 23 percento. Attualmente ne sono rimasti solo 536 che impiegano circa 3.000 persone, generando 5,5 milioni di sterline in tariffe commerciali e oltre 25 milioni di sterline in tasse. Ma gli ultimi tempi non sono stati facili e le difficili condizioni economiche hanno avuto il loro peso. Nel 2018 invece c’erano 145 bookmaker indipendenti e ora sono solo 82. Si tratta di una perdita di oltre 60 piccole imprese, il 43 percento del totale, in soli cinque anni. Questa è la perdita di attività commerciali che svolgono un ruolo importante nelle strade principali.

È in questo contesto – sottolinea Knight - che il Governo desidera aumentare le nostre donazioni alla nuova tassa allo 0,4 percento del rendimento lordo del gioco con vincita, secondo una scala mobile che dovrebbe tenere conto della diversità delle imprese che operano nel settore della regolamentazione delle scommesse e dei giochi. Il nostro organismo di standardizzazione, il Betting and gaming council, stima che 492 bookmaker, in 38 aziende, saranno interessati da un’imposta dello 0,4 percento.”

“Potrebbe non sembrare molto, ma i margini dei bookmaker indipendenti semplicemente non sono abbastanza grandi da inghiottire quella commissione, oltre a tutti gli altri costi, senza rischiare chiusure e perdite di posti di lavoro. E la pillola diventa ancora più amara quando si vede l’approccio del governo verso settori simili a quelli degli allibratori indipendenti.”

Il responsabile del gioco sicuro per Jenningsbet punta il dito anche contro la Lotteria Nazionale spiegando che “il loro contributo alla tassa negli ultimi tre anni è stato pari a circa lo 0,01 percento del rendimento lordo annuo del gioco con vincita. Ciò equivale a una donazione media di circa 440.000 sterline ogni anno su Ggy di circa 3,5 miliardi di sterline. Si tratta di una cifra esigua se si considera che l’intero settore, grande e piccolo, fisico e online, ha contribuito con oltre 50 milioni di sterline all’imposta tra il 2022/23.”

Knight conclude che sottolineando che “i bookmaker indipendenti come Jenningsbet non sono nella posizione di contribuire con milioni, ma siamo orgogliosi del contributo che danno. Tuttavia, se tutti i bookmaker indipendenti venissero ingiustamente presi di mira con un prelievo più elevato rispetto ai nostri concorrenti, ciò spingerebbe inevitabilmente alcuni negozi alla non redditività. Ciò significherà ulteriori chiusure e perdite di posti di lavoro. Vogliamo pagare la nostra giusta quota, proprio come abbiamo fatto negli ultimi 20 anni, ma il governo deve ascoltare le preoccupazioni dei bookmaker indipendenti se vuole attuare le riforme giuste. Il sostegno alla tassa non può avvenire a costo di negozi chiusi e personale licenziato.”

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