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Studio I-Com, Distante (Sapar): 'Piccole e medie imprese baluardo del gioco legale'

08 maggio 2024 - 12:19

Al seminario dell'I-Com sul riordino del gioco pubblico il presidente dell'associazione Sapar, Domenico Distante, auspica più tutele per le piccole e medie imprese del settore, con il superamento della questione territoriale e delle discriminazioni bancarie.

Domenico Distante, presidente dell'associazione Sapar, al seminario dell'I-Com

Domenico Distante, presidente dell'associazione Sapar, al seminario dell'I-Com

Roma - “In venti anni non si è riuscito a fare quello che si doveva fare. A noi ci tocca la tutela del gioco legale, denunciare - cosa che abbiamo sempre fatto - e tutelare. Le piccole e medie imprese che seguiamo da venti anni, sono costituite da famiglie e persone che hanno sempre lavorato al nostro fianco. Io sono contro la ludopatia, e ancora dopo venti anni sembra che noi dobbiamo giustificare il lavoro che facciamo, ma non dobbiamo vergognarci perché abbiamo sempre rispettato la legge. Noi siamo collaboratori dello Stato, siamo sullo stesso treno e con le piccole e medie imprese del settore alimentiamo il gettito erariale".

A ribadire ancora una volta questo concetto è Domenico Distante, presidente dell'associazione Sapar, nell'ambito del seminario pubblico “Il settore dei giochi e i nodi regolatori. Il riordino del territorio” di oggi, mercoledì 8 maggio, organizzato dall’Istituto per la competitività - I-Com in collaborazione con Igt per approfondire – insieme a una platea selezionata di rappresentanti delle istituzioni, associazioni di categoria e aziende – la fase evolutiva del contesto normativo e fiscale del gioco in Italia.

Distante quindi ricorda le questioni ancora irrisolte che affliggono il gioco pubblico, non solo la questione territoriale - con i "particolarismi" di Regioni e Comuni, che hanno diversi regolamenti - ma anche le discriminazioni bancarie. "Noi stiamo cercando ogni giorno di fare le nostre battaglie ma non siamo noi a legiferare. Non possiamo fare più di quello che abbiamo fatto, noi portiamo avanti la tutela dei nostri dipendenti e ogni giorno subiamo le scelte di Regioni e Comuni per espellere il gioco legale dai territori. In quei posti però subentra il gioco illegale ma conta la facciata del politico di turno che dice di aver fatto 'qualcosa'. La realtà è che i dipendenti delle attività che sono state chiuse oggi stanno in cassa integrazione e ci sono dei locali vuoti".
 

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