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Studio I-Com, Lollobrigida (Adm): 'Gioco, distanziometro ormai anacronistico'

08 maggio 2024 - 11:25

Mario Lollobrigida (Adm) fa il punto sulle proposte per il riordino del gioco fisico in occasione del seminario organizzato dall’Istituto per la competitività. Focus su distanziometro e compartecipazione delle Regioni al gettito.

Scritto da Cc
Mario Lollobrigida, direttore centrale Giochi dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, al seminario dell'I-Com

Mario Lollobrigida, direttore centrale Giochi dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, al seminario dell'I-Com

Roma - “L'Agenzia delle dogane e dei monopoli fa parte del tavolo tecnico convocato dal ministero dell'Economia e delle finanze dove si sta lavorando per trovare un punto di incontro sul tema del riordino del gioco fisico: i temi caldi sono quelli delle distanze e degli orari delle sale e di accensione degli apparecchi.
Come Agenzia riteniamo che il distanziometro sia anacronistico e senza senso, visto che ormai si gioca online con lo smartphone. La questione dei 'luoghi sensibili' è un tema demagogico di qualche forza politica regionale che ha voluto lavarsi la coscienza creando problemi sul territorio."


A puntualizzarlo è Mario Lollobrigida, direttore centrale Giochi dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, nel suo intervento al seminario pubblico “Il settore dei giochi e i nodi regolatori. Il riordino del territorio” di oggi, mercoledì 8 maggio, organizzato dall’Istituto per la competitività - I-Com in collaborazione con Igt per approfondire – insieme a una platea selezionata di rappresentanti delle istituzioni, associazioni di categoria e aziende –la fase evolutiva del contesto normativo e fiscale del gioco in Italia.


Lollobrigida poi rimarca: "Fino ad ora, le Regioni hanno trovato una serie di deroghe ed eccezioni, fino a quando non verranno messe a bando le concessioni per il gioco fisico. Per gli Enti locali che hanno applicato i distanziometri immediatamente a tutte le attività esistenti si è creata una desertificazione del gioco legale e una recrudescenza del gioco illegale; noi stiamo trovando sul territorio, insieme con la Guardia di finanza, sempre più spesso sale illegali e dentro non c'è il video poker ma si apre una stanza dove si trovano venti terminali computer e si gioca su siti non autorizzati. La parte illegale sta aumentando anche perché il punto com sostituisce facilmente il punto fisico".

 

Quindo ribadisce, tornando sul distanziometro: "Personalmente, al tavolo tecnico sul riordino del gioco fisico, sto conducendo una 'battaglia' per ridurre le tipologie di luoghi sensibili e anche i rappresentanti delle Regioni hanno dovuto convenire: ad esempio, dire che una caserma è un 'luogo sensibile' significa trattare i militari come bambini. Quindi si dovrebbero considerare luoghi sensibili solo quelli contraddistinti dalla frequentazione di minori o di altre persone considerate a rischio.

Noi stiamo sostenendo anche il distanziometro giuridico: cinque regioni hanno escluso le rivendite di generi di monopolio dall'applicazione del distanziometro, in quanto concessionari di Stato, condotti da operatori formati. Questo concetto andrebbe esteso, visto che nella legge delega fiscale si parla di formazione e che la formazione è il vero baluardo contro il gioco patologico. 

Abbiamo fatto delle stime: se il distanziometro venisse applicato in tutte le regioni verrebbe espulso il 95-97 percento del gioco dal territorio, fatto dimostrato anche da qualche ricorso ai tribunali amministrativi contro le normative regionali e comunali.

Noi siamo favorevoli a una ridistribuizione del gettito erariale derivante dai giochi alle Regioni e parte dell'introito delle sanzioni agli Enti locali, cosa che si sarebbe dovuto fare fin dall'inizio: così le amministrazioni si sarebbero responsabilizzate e ci sarebbe stato un controllo del territorio molto più incisivo.

La Conferenza delle Regioni ci ha indicato questa strada e noi siamo assolutamente d'accordo.

Concludo dicendo che dobbiamo considerare il gioco come attività di intrattenimento; non c'è solo la parte 'patologica', peraltro non quantificabile, e comunque molto ridotta.

Noi stiamo cercando un accordo con le Regioni al tavolo tecnico ma è necessario che le Regioni partecipino nel complesso e non demandino tutto ai tecnici sanitari, ma a 360 gradi, anche nell'ottica delle entrate per le Regioni, visto che hanno chiesto la compartecipazione al gettito del gioco. Comprendendo le attività produttive, il commercio. Adesso ci siamo bloccati, ma siamo in attesa di un documento unitario delle Regioni, speriamo che arrivi".
 

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