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Osservatorio Dga Campania: 'Gioco patologico fenomeno da governare’

22 maggio 2024 - 12:07

L’Osservatorio regionale della Campania sul disturbo da gioco d'azzardo presenta le sue attività nella sede della Regione. Fondamentale l'interazione con player, associazioni, stakeholder locali ed enti sanitari.

Scritto da Cc
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Napoli -  “Oggi è la giornata scelta per promuovere un messaggio importante messo in luce dalla legge regionale numero 2 del 2020 per il contrasto al gioco patologico. Quest’ultima ha già prodotto una serie di passaggi, non ultimo la creazione di un osservatorio specifico, nato circa un anno fa, che ci offre numeri e quindi indicazioni molto importanti."

Così Gennaro Sosto, presidente Federsanità Anci Campania, apre la conferenza stampa di presentazione delle attività dell’Osservatorio regionale sul disturbo da gioco d’azzardo, tenutasi oggi, 22 maggio, nella sede della giunta regionale in ocassione del "No gambling day", giornata dedicata alla sensibilizzazione e alla consapevolezza sui rischi e i danni correlati al fenomeno del gioco d’azzardo.

"La patologia del gioco - evidenzia Sosto - è diventata una delle tematiche da seguire per la Regione Campania e ci sono di studi, presentati dall’Osservatorio a valle di questo primo anno, che danno la sensazione della necessità di avere un’attenzione che la Regione con la legge regionale numero 2 ha manifestato e per la quale ha fatto passi in avanti insieme a grandi investimenti. Mi sono avvicinato al tema in questi ultimi mesi con delle iniziative che abbiamo fatto nell’azienda sanitaria di Salerno e dei protocolli d’intesa con dei player di rilevanza internazionale che hanno sensibilizzato la popolazione di Salerno dove il gioco ha un’incidenza elevata. Il valore che mi ha colpito di più è che la raccolta su scala nazionale raggiunge una cifra superiore rispetto a quella della spesa sanitaria. Abbiamo dei dati di raccolta che si avvicinano ai 136 miliardi. Da qui la necessità di avere delle interazioni su quello che è un fenomeno o una patologia come il disturbo da gioco d’azzardo che oggi colpisce 15mila persone in Italia, e solo in Campania circa 3300. Un fenomeno che dobbiamo imparare a governare. Da qui l’interazione con i player, le associazioni, con gli stakeholder locali e gli enti sanitari grazie all’ausilio e all’intensità con cui la Regione si sta spendendo.”

Aniello Baselice, presidente dell’Osservatorio regionale sul Dga interviene subito dopo: “L’Osservatorio sul Dga rappresenta una novità nel campo degli osservatori nazionali, organi tecnici che fanno una rendicontazione annuale delle attività svolte a livello regionale. La nostra peculiarità è quella di costruire insieme dei percorsi, considerando che in questi anni è partito un lavoro di sistema anche sulle possibili soluzioni e progetti da proporre a Regione e istituzioni. Questo ci fa capire come questo sia un momento non solo formale di restituzione di un lavoro abbastanza intenso. Ogni mese abbiamo il nostro periodo di confronto intervallato da diversi progetti. C’è in particolare una cosa che ci colpisce. Fino al lockdown il gioco fisico era il terreno privilegiato degli appassionati e l’azzardo telematico era in fase di lancio ma non particolarmente aggressivo. Sicuramente il loockdown ha riversato sulla rete le abitudini degli italiani e abbiamo avuto un’inversione di tendenza con il gioco online che in quel periodo ha cominciato a essere più redditizio. Questo ci fa capire che una regolamentazione sulla rete è tutta da studiare: ci sono considerazioni da fare su quella terra di nessuno che è oggi il gioco online, soprattutto il payout, ovvero un ritorno in vincita che nell’online è maggiore. Il problema dei giovani e dei minori è che sono molto attenzionati dalle piattaforme virtuali per la loro spregiudicatezza digitale. Pertanto bisogna lavorare in termini di aggancio e prevenzione soprattutto su di loro. E ancora più importante sono le competenze da attribuire a famiglia, educatori e scuola.”

“Tra gli obiettivi - prosegue Baselice - c’è anche la lotta al trattamento e reinserimento della condizione socio economica del giocatore nella famiglia. Senza questo punto il nostro intervento rischia di essere monco e ne parliamo molto nelle nostre riunioni. A volte ci si ferma alla riabilitazione ma se non si sottrae il circuito dell’illegalità e dell’usura dalla famiglia il nostro lavoro rischia di essere monco. Il modello Campania è quello che possiamo attivare per il miglioramento della presa in carico dei pazienti attualmente seguiti dai nostri istituti e che ci permette di sviluppare la rete di intercettazione precoce. Fondamentale anche una formazione che riguardi l’assistenza online per i giocatori. Noi come osservatorio in questo anno ci siamo interessati su quelle che possono essere le risposte, stiamo supportando lo sviluppo di un numero verde a cui può accedere ogni cittadino campano. Una proposta che questo numero venga implementato con un servizio nazionale aperto 24 ore su 24 per garantire sostegno a famiglie con persone a rischio.”

Biagio Zanfardino - Tutela della salute e Coordinamento del Sistema sanitario regionale -  presente anche lui alla conferenza stampa, aggiunge: “A tutto questo scenario la Regione ha provato a rispondere con tempestività. Su questa tematica delle dipendenze la Regione Campania ha approvato due programmazioni: la prima risale al 2016 con decreto commissariale 86, con l’approvazione del piano regionale d’azione di contrasto alle dipendenze patologiche che si caratterizzava in due azioni: una relativa al contrasto sull’abuso di sostanze, l’altra sul disturbo da gioco d’azzardo. A questa grande programmazione la Regione ha lanciato un messaggio: passare dalla provvisorietà delle progettualità alla sistematizzazione dei servizi. La scelta regionale è stata quella di potenziare il sistema pubblico di aiuto sulle dipendenze che attualmente in Campania è diviso in cinque dipartimenti e in 42 servizi pubblici per le dipendenze. Quel piano di azione ha dato la possibilità ai 42 serd distribuiti su territorio regionale di avere una dignità dal punto di vista strutturale delle sedi sia per quanto riguarda la strumentazione specialistica connessa agli interventi sul territorio. Dopo il 2016 sono in vigore due fondi: uno connesso alla parte indistinta del fondo sanitario nazionale, l’altra somma è istituita con la finanziaria 2016 con fondo statele di 50 milioni di finanziamento dedicato all’approvazione dei piani regionali di contrasto alle dipendenze patologiche. La Regione Campania ha presentato il proprio piano dal 2016, approvato fino al 2022 e oggi è in sede di valutazione il piano regionale connesso al fondo del 2023: i pilastri dei piani regionali sono l’integrazione delle azioni e la capillarizzazione dei servizi.”

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