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Iaccarino (As.tro): ‘Ricerca Swg sia punto di partenza dall’offerta alla domanda’

17 aprile 2024 - 19:41

Armando Iaccarino (As.tro) commenta la quarta rilevazione nell'ambito del progetto 'Giocare da grandi. Gioco pubblico e altre forme di intrattenimento', portato avanti da Swg e Igt.

Scritto da Ca
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“È fondamentale lo spostamento dell’ottica di questa ricerca che viene fatto dall’offerta alla domanda. Ci sono stati fino ad adesso tanti studi che hanno analizzato fino in fondo le dinamiche e i volumi dell’offerta mentre si è prestata un’attenzione decisamente minore all’aspetto della domanda e quindi alle dinamiche comportamentali e motivazionali che sono alla base di un settore sempre in crescita e di una domanda via via crescente nel nostro paese negli ultimi vent’anni inizialmente soprattutto per sostituzione della presenza di una forte illegalità nel settore successivamente evidentemente frutto di dinamiche comportamentali che sono state intorno a dire poco indagate”. È il commento articolato e come sempre preciso di Armando Iaccarino, presidente del centro studi As.tro nell’ambito della presentazione della quarta rilevazione del progetto “Giocare da grandi. Gioco pubblico e altre forme di intrattenimento”, portato avanti da Swg e Igt presentato oggi, 17 aprile, nella Sala Capranichetta dell’Hotel Nazionale a Roma

“L’importanza di queste ricerche - ha proseguito Iaccarino - è lo spostamento di quest’ottica. Sono state prima richiamate le percentuali rispetto alla diffusione del gioco all’interno del nostro paese. Sono percentuali ormai in qualche modo consolidate. A conferma di tutto questo il Cnr in una ricerca non focalizzata esclusivamente sul gioco dell’anno scorso almeno così tendenzialmente veniva definita, individuava 20 milioni e mezzo di italiani come giocatori almeno una volta al mese con una certa frequenza e le percentuali sono le stesse comunicate oggi. Il Cnr individuava un 89% di soggetti assolutamente privi di rischio, un 9% di soggetti con rischio limitatissimo e il restante 4% a rischio si divideva tra rischio moderato e rischio forte. I dati Swg Igt che individuano degli elementi di consapevolezza e delle motivazioni comportamentali che sono poi collegate non tanto alla ricerca della ricchezza ma alla ricerca del divertimento, si colloca chiaramente con riferimento a quel 90% abbondante dei 20 milioni e mezzo di giocatori italiani che gioca proprio con quelle motivazioni.”

Iaccarino entra anche nello specifico dei dati presentati dal direttore Swg Grassi: “Si diceva che il giocatore affetto da dipendenza giochi per perdere e non per vincere e questa è una considerazione che molti studi hanno fatto e che sembra a sua volta ormai consolidata all’interno delle motivazioni comportamentali del giocatore dipendente ed è l’esatto contrario del giocatore non dipendente. Cioè siamo di fronte a due categorie di soggetti che sono caratterizzati non solo da numeri estremamente diversi ma anche da motivazioni e comportamenti altrettanto diversi. Quindi il punto è, separiamo un attimo questa analisi cerchiamo di fare un ragionamento sulle dinamiche all’interno di una domanda crescente. È importante fare un’operazione di questo tipo perché il numero dei soggetti che sono interessati aumenta e dobbiamo evitare scivoloni che spesso sono avvenuti per quanto riguarda la normazione su questo settore perché non si è studiato a fondo l’aspetto della domanda ma ci si è esclusivamente fermati sull’aspetto dell’offerta.”

Ma Iaccarino non si ferma ai complimenti e all’analisi della ricerca e lancia anche uno spunto: “Da questo punto di vista considero questa ricerca importante ma un punto di partenza, Studiando l’aspetto metodologico ci sono delle differenze forti e mediare tra cluster di età così diversi tra gli intervistati significa fare un’operazione in qualche modo per approssimazione. Per questo mi auguro e spero che sia un suggerimento valido che per i futuri lavori e ricerche di questo tipo si arrivi a individuare questo tipo di dinamiche comportamentali all’interno dei singoli cluster che sono presenti all’interno di un campione. Studiare a fondo le giuste differenze può essere la base per interventi normativi che non siano velleitari come quelli che in questo momento stanno avvenendo perché si parla di riordino ma con un ritardo nell’analisi della situazione di questo settore di almeno 10 anni rispetto al punto in cui siamo arrivati adesso”, ha concluso.

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