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Iaccarino (Centro studi Astro): 'Gioco, regolamentazione parta da basi scientifiche'

15 maggio 2024 - 12:52

Nel suo intervento alla presentazione del libro di Geronimo di Cardia, Armando Iaccarino (Centro studi Astro) punta su formazione e tecnologia per la prevenzione del gioco patologico.

Scritto da Ac
Armando Iaccarino, presidente del Centro studi Astro

Armando Iaccarino, presidente del Centro studi Astro

Roma - “Il risultato della Conferenza Stato regioni è solo parzialmente una base di partenza: è cambiato quasi tutto dal 2017, ci sono assetti distributivi diversi (ad esempio c'è stata la riduzione del 40 percento di esercizi che offrono gioco e del numero di apparecchi della stessa entità), e diversi anche dal punto di vista della regolamentazione del territorio.

Bisognerebbe porsi un obiettivo non di espulsione ma di razionalizzazione dell'offerta sul territorio che garantisca l'attività dei privati, il controllo pubblico e la copertura della domanda che è progressivamente crescente nonostante gli interventi legislativi effettuati, caratterizzata da un forte indice di sostituzione al suo interno, con lo spostamento veloce da un prodotto all'altro che non incide sul livello complessivo della domanda. Ad esempio in Piemonte ed Emilia Romagna, nonostante l'attuazione di politiche proibizioniste, non c'è stata una diminuzione della domanda ma un aumento.”

Lo afferma Armando Iaccarino, presidente del Centro studi Astro (Confindustria) nel corso della conferenza stampa di presentazione del libro dell'avvocato Geronimo Cardia, "Il gioco pubblico in Italia: riordino questione territoriale e cortocircuiti istituzionali", tenutasi oggi, 15 maggio, a Roma, nella sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica.

Iaccarino quindi prosegue: “Se è vero che dove si interviene su distanze non c'è una riduzione della domanda, significa che il collegamento è inesistente. Non può essere l'unico elemento che condiziona gli strumenti regolatori. Sì alla regolamentazione, non tout court, ma ad una che si basi su analisi scientifiche, analisi che sono mancate in molti interventi degli enti territoriali, che hanno risposto a richieste ideologiche, politiche e non basate sull'analisi della realtà”.

Per il presidente del Centro studi Astro gli strumenti su cui puntare nella prevenzione del gioco patologico invece sono la formazione e la tecnologia. “La formazione è l'elemento determinante, la tecnologia è fondamentale. Per la prima volta si parla apertamente – come già fatto da alcuni grandi operatori di gioco - dell'uso dell'intelligenza artificiale per monitorare i comportamenti dei giocatori e definire le tipologie di intervento per tutelare quelli che smarriscono il senso dell'equilibrio. La tecnologia poi può essere utilizzata per realizzare apparecchi da gioco tali da consentire forme di controllo e intervento più dirette e immediate.

C'è un'ipocrisia di fondo nel modo con cui si affronta questo tema, risente di stagioni politiche e ideologiche quindi ben venga l'attenzione data al tema e al problema. Serve un'operazione di razionalizzazione, con il fine di realizzare una rete, così come avvenuto per il tabacco, al servizio pubblico, e che piano piano nel tempo convogli al suo interno la fornitura di servizi al cittadino, sovrapponendosi alla rete delle tabaccherie o integrandola. Immaginando un riassetto che tenga conto delle distanze fra i punti gioco e non fra i punti e i luoghi sensibili. Io sono per l'etica dello Stato, ma non mi piace lo Stato etico, perché è troppo invasivo. Non mi piace uno Stato che vede i cittadini come minus habens da tutelare. Sì, i cittadini vanno educati, ma non con divieti e proibizioni".

 

 

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