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Ige 2024, l’importanza della cultura inclusiva nelle aziende del gaming

18 aprile 2024 - 18:37

A Ige 2024 la tavola rotonda 'Diversity, Equity and Inclusion, talent retention. Come creare una cultura aziendale inclusiva gender neutral, multi age.'

Scritto da Ca
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Roma - Giornata di lavori nella Future Room di Italian Gaming Expo conclusa con la tavola rotonda “Diversity, Equity and Inclusion, talent retention. Come creare una cultura aziendale inclusiva gender neutral, multi age.” A condurre i lavori Edoardo Messineo, docente di diversità, inclusione ed eguaglianza all’università Luiss Guido Carli per stimolare e incanalare la discussione sui giusti canali anche grazie ad un ricco field di relatori. 

Sian Carson, Chief People Officer Sisal Group, ha raccontato l’approccio dell’azienda del gruppo Flutter: “Molto interessante il concetto dell’evoluzione delle diversità. Tutto, però, si riconduce ad un concetto trasversale che è il rispetto. Tutti abbiamo di fronte una persona e in Sisal abbiamo pensato a come una cultura inclusiva non possa che basarsi sull’ascolto, sul rispetto e sul mettere al centro le nostre persone. Ma poi bisogna capire le unicità e serve sempre maggiore comprensione dando il giusto peso a ogni lavoratore, manager o dipendente. Dobbiamo esplorare e capire le varie dimensioni delle diversità per coltivare sempre di più l’equità. 
In azienda abbiamo lavorato sia top down che bottom up. I colleghi dal basso si sono posti le domande: cosa dobbiamo fare e cosa dobbiamo pensare sulla base della disabilità, della differenza tra generazioni, tema che in Italia è molto sentito e sull’Lgbtq+. Ognuno di questi gruppi ha portato avanti tavoli di lavoro ma trasversalmente portando avanti il rispetto e l’ascolto.”
Messineo ha stimolato i relatori sulla talent retention, la fidelizzazione dei talenti, il processo che consiste nel mantenere i collaboratori all'interno di un'organizzazione il più a lungo possibile: “Si parla tanto di cosa vogliono le persone quando vengono al lavoro. È una parte importantissima del nostro lavoro ma una persona di talento vuole portare il meglio in un’azienda in cui lavora ma può farlo solo dove ci sono le condizioni basate proprio sull’inclusività.”

Gabriele Ferrieri, presidente Angi, Associazione nazionale giovani imprenditori, ha analizzato il tema dal lato delle aziende che coordina e segue come organizzazione: “Ho l’onore di guidare questa importante organizzazione dal 2018 che promuove la cultura dell’equità attraverso un’innovazione molto elevata in ognuna nelle sue forme. Il segreto è che abbiamo saputo vedere l’innovazione come forma di inclusione. L’ecosistema dell’innovazione e delle start up rappresenta una rete di 15mila aziende e diversi miliardi di fatturato, dati importantissimi in cui si è portato avanti un sistema di cultura di gender equality. Ci sono molte case history che rappresentano l’Italia che vorremmo e ne siamo fieri. Le nuove tecnologie hanno generato nuove professioni creando un approccio da multiverso e che hanno aperto nuove prospettive nell’approccio aziendale. Un’economia che guarda sempre di più all’innovazione digitale che dobbiamo accompagnare e gestire. Tante sono le sfide in cui un giovane innovatore deve confrontarsi e la cultura aziendale inclusiva è basilare.”

Fondamentale l’esperienza di Gianfranco Scorato, professional trainer and business coach di MobMentor.com: “Vengo dal mondo del casinò che può sembrare molto distante da alcuni temi ma così non è. Tocchiamo tantissimi temi a livello di governance e di implementazione. Da giovanissimo ho girato il mondo, ho visto tutte le diversità, ho approcciato le tecnologie, a Malta si usavano ancora i fax ma sperimentavamo gli hybrid casino che ora sono la realtà. Di certo la mia provocazione di questo brand personale MobMentor è forte ma nei casino c’è un vero e proprio deserto e vogliamo andare sulla moquette in prima linea sul fronte di guerra dove queste tematiche mancano a livello basilare. Si deve creare quel senso di squadra che deve andare generando anche una versione più intima e familiare. Il sentimento di inclusione è permettere a tutti di avere quella lealtà, quella fiducia reciproca ma che consente anche di innovare e mettersi alla prova senza lasciare indietro nessuno.”
Anche Scordato ha esaminato il tema dei talent retention: “Parlerei di cosa fa scappare via la gente e sarebbe l’opposto di quel che abbiamo detto. La scarsità di talenti è evidente e abbiamo bruciato tantissime persone negli anni passati con l’aggravante che non ci fosse nulla dietro. Li abbiamo lanciati nella mischia. Si diceva: ora è finita la routine, vai e lavora, e si dava una pressione enorme di fronte ad un pubblico particolare ed effervescente. Manca, invece, una parte manageriale che negli anni è stata tagliata per prediligere solo per chi lavorava nella parte top mentre gli addetti continuano ad essere soli e si bruciano senza poter creare il valore che meritano. È fondamentale un coaching fisico con un brifieng iniziale ma anche un de briefing. Non serve solo dire che è stato fatto un buon lavoro ma anche come è stato fatto.”


 

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