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Di Paolo (Ang) a Chiodi (Masaf): 'Regolamentare comparto cavalli anglo e purosangue arabi'

27 febbraio 2024 - 16:35

In una lettera indirizzata al direttore della Direzione ippica Remo Chiodi (Masaf), il presidente dell'Associazione nazionale galoppo, Ottavio Di Paolo, chiede nuove regole per i cavalli anglo e purosangue arabi e il montepremi delle loro corse.

Scritto da Fm
Nella foto: il presidente dell'Associazione nazionale galoppo, Ottavio Di Paolo

Nella foto: il presidente dell'Associazione nazionale galoppo, Ottavio Di Paolo

“Le bozze di programma di Livorno e Follonica presentate anticipatamente ad Ang hanno chiaramente evidenziato un problema che le avevamo presentato nel recente passato, ossia l’esagerata espansione delle corse per anglo-arabi (Aa) e purosangue arabi (Psa). Tale moltiplicazione non è un fenomeno solo di quest’anno, ma è la risultante di un processo continuo degli ultimi anni. Difatti siamo passati, in nemmeno un quinquennio, da una programmazione limitata e circoscritta – principalmente in Sardegna, dove esiste una forte tradizione, e in Toscana, limitata saggiamente nel numero di ippodromi coinvolti – a una programmazione odierna dove tali prove sono presenti in massa in ogni giornata di corse e in molteplici ippodromi. Senza intenti discriminatori verso alcuno, ma è evidente come questa situazione non sia sostenibile dal comparto”.

 

Inizia così la lettera inviata dall'Associazione nazionale galoppo, con la firma del presidente Ottavio Di Paolo, al direttore generale della Direzione ippica del ministero dell'Agricoltura, Remo Chiodi, e per conoscenza anche a Mauro Lombardo (coordinatore Galoppo) e Tamara Papiccio (coordinatrice Programmazione Masaf).

 

“Innanzitutto, va ricordato che in passato la procedura di assegnazione dei montepremi annuali per Aa e Psa avveniva a monte, essendo queste razze inserite nell’Enci (Ente nazionale cavallo italiano). Le dotazioni, quindi, venivano reperite dall’importo complessivo a disposizione dell’ippica e non, come accade oggi, dal capitolo esclusivo del galoppo Psi.

Il modo di agire attuale non è motivato da criteri selettivi, Aa e Psa sono razze distinte rispetto al Psi, sia dal punto di vista genealogico, sia dalle modalità di allevamento (fecondazione artificiale contro naturale per i Psi). Senza contare la totale difformità nei costi di mantenimento, oggettivamente molto più elevati nel Psi. Altra motivazione è legata alla possibilità per gli Aa di correre manifestazioni come i palii. Tale opzione, non dimentichiamolo importante fonte di reddito per questi cavalli, crea una stortura evidente, in quanto i cavalli che hanno partecipato a sagre e palii vengono a correre in ippodromo e lo scommettitore non ha le necessarie informazioni sulle sue precedenti performance” sottolinea Di Paolo.

 

Siamo giunti al paradosso che alcune prove in ippodromo per Aa vengono programmate come se fossero delle corse di preparazione per i successivi palii. Sempre sulla questione corse per Aa e Psa va fortemente evidenziato lo scarsissimo appeal di tali prove per gli scommettitori. La scarsa trasparenza, come sopra detto legata alle loro partecipazioni a eventi non tracciabili come i palii, è un freno per i giocatori. Tale scarsa attrazione comporta un maggiore disequilibrio per l’Ente, che destina risorse senza ricevere un adeguato ritorno in termini di volumi di scommesse. Infine, alcuni vantano generose sponsorizzazioni nelle corse per Aa e Psa. In tutta onestà non si capisce però quale vantaggio concreto portino al comparto tali sponsor, visto che il montepremi per tali prove viene appunto totalmente finanziato con soldi pubblici.

Non vorremmo che queste sponsorizzazioni arrivino direttamente agli ippodromi che infatti si premurano di organizzare una messe di tali corse. Se così fosse, proponiamo, visto che tali sponsor ci dicono essere così munifici, che gli stessi ippodromi finanzino con dette sponsorizzazioni il montepremi per Aa e Psa”, scrive il presidente dell'Associazione nazionale galoppo.

Ang, in conclusione, ci tiene a ribadire che non vuole in alcun modo chiedere la chiusura del comparto degli Aa e Psa, ma solo regolamentarlo in maniera tale che in un periodo di risorse scarse, ogni razza abbia le risorse adeguate al ruolo e alle finalità selettive ed economiche che ricopre e non vi siano sperperi che non possiamo più permetterci”.

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