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Centinaio (Mipaaft): 'Normalizzare l'ippica'

02 marzo 2019 - 08:41

Parola al numero uno del Mipaaft, Gian Marco Centinaio, il quale offre la sua ricetta per il rilancio del settore in una intervista esclusiva a Gioco News.

Scritto da Mc


“L’ippica italiana, intesa come filiera, ha delle potenzialità attualmente 'soffocate' da scelte politiche del passato sbagliate”. Lo pensa il ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, il quale in un'intervista esclusiva a Gioco News, pubblicata nel numero di marzo (consultabile online a questo link) mette nero su bianco i passi da compiere per rilanciare il comparto.


“Il settore può rinascere solo realizzando iniziative che richiamino l’attenzione del grande pubblico. Un primo passo è stata l’indizione di una gara comunitaria a procedura aperta per l’affidamento di servizi per la realizzazione di una campagna di comunicazione a supporto di eventi ippici su carta stampata, web, social e radio, che rappresenta un concreto progetto di accompagnamento per la ripresa del settore.
L'imminente predisposizione del bando per la Tv ippica dovrà contribuire a offrire una completezza d’informazione sugli eventi ippici e raggiungere la visibilità ricercata per il rilancio delle corse dei cavalli, presso un pubblico più vasto e vario rispetto agli attuali appassionati”.


Quali sono i provvedimenti urgenti che metterà in atto?
“Il nostro obiettivo è mettere in atto nel 2019 misure in grado di 'normalizzare' l’ippica. In questi mesi abbiamo proceduto alla risoluzione della problematica della sovvenzione delle società di corse per il 2018 e il conseguente pagamento che ha scongiurato la paralisi del settore, in quanto il provvedimento cosidetto 'Castiglione', recante i criteri generali per la classificazione degli ippodromi, creava effetti distorsivi.
Ci siamo assunti la responsabilità di abrogare il decreto n. 681/2016, in accoglimento delle richieste univoche degli operatori, in quanto avrebbe determinato la chiusura di un numero rilevante di ippodromi, con irrimediabili impatti negativi e una disomogenea distribuzione del montepremi e di emanare un nuovo provvedimento relativo alla sovvenzione delle società di corse, limitato al corrente anno di transizione, che consentirà nei tempi tecnici più rapidi possibili di sottoscrivere un accordo con le singole società di corse e, quindi, di procedere a regolarizzare i pagamenti delle relative spettanze.
L’approvazione del calendario annuale delle corse, richiesta invano da decenni dagli operatori ippici, consente la programmazione efficace delle attività connesse alle corse dei cavalli. La decisione ha consentito che l’Italia si allineasse alle altre realtà europee ed internazionali”.
 

In che modo secondo lei va rivisto il sistema della governance del settore?
“Ho fiducia nelle persone che ho scelto per costituire quella task force tra i cui compiti rientra la definizione di un nuovo modello di governance, operativo e gestionale del settore. Il Comitato tecnico è chiamato a studiare misure in grado, fin dalla loro prima applicazione, di rilanciare nel prossimo anno l’ippica”.
 

Le scommesse che ruolo hanno nel rilancio dell'ippica e quanto contano invece l'aspetto sportivo e della multifunzionalità degli ippodromi?
“In materia di scommesse l’ippica ha pagato a caro prezzo la decisione della riorganizzazione del settore dei giochi, basata sull’accentramento delle competenze inizialmente previste per il Coni e l’Unire presso l’Aams (ora Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Ndr). Abbiamo reso il parere richiesto al Mef per l’omogeneizzazione delle formule di scommessa a totalizzatore sulle corse dei cavalli, richiedendo da subito proprio per fronteggiare la crisi l’introduzione di nuove scommesse, il jackpot fisso accantonando montepremi e l’abbassamento dell'unità di scommessa sul Quintè.
Sono convinto che il rilancio del settore parta dal porre al centro del sistema il cavallo, per cui attenzione massima all’allevamento, ma anche all’aspetto sportivo legato a questo meraviglioso animale. In questo rinnovato contesto gli ippodromi devono sempre più puntare a migliorare l’accoglienza per riportare le famiglie a godere di questo sport”.
 

Gli operatori, e in particolare le società di corse, le hanno chiesto un incontro per analizzare le problematiche più urgenti, partendo dalla convenzione e dalle risorse. Qual’è l'intenzione del ministero su tali temi?
“Il confronto tra gli uffici dell’amministrazione e le società di corse verrà calendarizzato una volta completato l’iter di approvazione dei decreti che sanciscono i principi e criteri in materia di sovvenzione. La decisione presa con questi provvedimenti assicura un tendenziale equilibrio nella distribuzione delle risorse per il 2019, che è un anno di transizione, in previsione di una generale rivisitazione del sistema diretto a valorizzare il ruolo dell’ippodromo quale strumento per garantire, in una prospettiva dinamica, la coerenza tra l’apporto di ciascuno di essi all’esercizio della funzione pubblicistica di organizzazione delle corse e la remunerazione conseguentemente riconosciuta grazie all’apporto del Comitato tecnico”.
 

Molti ippodromi sono di proprietà comunale. Che ruolo devono avere gli enti locali nel rilancio del settore? Il caso Capannelle la preoccupa? In che modo intende intervenire?
“L’attività del Comitato deve consistere nel proporre un coinvolgimento dell’Anci, al fine di realizzare un percorso condiviso su una molteplicità di aspetti connessi al rilancio dell’ippica.
Uno di questi, allo studio del Comitato tecnico, consiste nel valutare la fattibilità di misure volte a calmierare i canoni richiesti dai Comuni e dagli enti locali proprietari degli impianti.
Un processo che porti ad uniformare i vari canoni concessori, dato che si registrano richieste notevolmente difformi per la gestione dei vari ippodromi, talvolta ingiustificate, consentirebbe di 'liberare' risorse a favore del comparto ippico già in crisi.
È ben vero, infatti, che tale situazione non disciplinata a livello nazionale ha determinato che alcune società di corse abbiano accettato canoni fuori mercato pur di aggiudicarsi la gestione degli ippodromi, dando luogo, tuttavia, a un successivo processo di traslazione, per il quale i gestori degli impianti per rientrare dall’esposizione economica hanno ridotto progressivamente la qualità dei servizi a danno degli operatori e degli appassionati ippici.
Il caso dell’ippodromo di Capannelle nasce proprio sul canone che la società che gestisce l’impianto ha giudicato esorbitante. Il ministero è disponibile ad intraprendere quelle iniziative necessarie per riprendere l’attività, pur constatando che la sospensione dipende dai rapporti tra Comune e concessionario”.
 

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