Coordinamento Ippodromi: ‘Incontro con istituzioni per guardare a futuro’
Il presidente del Coordinamento Ippodromi fa una ricognizione degli ultimi 18 anni dell’ippica e auspica un incontro con i vertici di Governo e Parlamento.
“Preoccupiamoci del Futuro e lavoriamo uniti per rilanciare finalmente l'ippica”. È questo l’appello lanciato dal presidente del Coordinamento ippodromi, Attilio D’Alesio, al mondo ippico.
“Nel 2000 sono stati accorpati in Unire gli enti tecnici. Nel 2000 la gestione delle scommesse ì ippiche fino ad allora gestite dall’Unire è passata a Aams (ora Agenzia delle Dogane e dei Monopoli). Le scommesse ippiche sono ‘precipitate’ dai 2.540.000 del 2009 agli attuali 600 milioni (relazione del Mipaaf ); le giornate di corse sono calate dalle 2.493 del 2009 alle circa 1.500 del 2015. Nel 2009 il montepremi era di 218 milioni ed oggi è di circa 97 milioni. Nel 2011 il finanziamento per gli ippodromi era di 110 milioni ed oggi di circa 57 milioni. Nel 2012 è stato abolito Unire /Assi e la gestione del settore è passata al Ministero delle Politiche Agricole. La riforma delle scommesse ippiche più volte annunciata non è mai stata realizzata. La realizzazione di una nuova governance più volte annunciata non è mai stata realizzata. Dal 2013 le somme destinate all'ippica vengono decise nella legge di Stabilità. A tutt’oggi non ci sono le risorse economiche nemmeno per finanziare il calendario del mese di dicembre che infatti non è ancora stato pubblicato. La convenzione degli ippodromi è sempre quella del 2005. La valutazione degli ippodromi prevista dalla legge 449/98 non è mai stata realizzata. Le entrate dell'Unire nel 2009 erano pari a 515 milioni (relazione Mipaaf). Nel testo della legge di Stabilità passato all'esame della Camera è previsto per il 2016 uno stanziamento di 176,8 milioni (meno 20,7 milioni rispetto al 2015). Per non parlare poi dell’aumento e della diffusione dell’offerta dei giochi: dalle scommesse sportive alle slot machine”. Questa in estrema sintesi “la drammatica storia di questi ultimi diciotto anni di vita dell'ippica nazionale”, sottolinea ancora D’Alesio.