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Ige 2024: riforma scommesse (ma non solo) alla base della riforma dell'ippica

18 aprile 2024 - 17:59

Alla tavola rotonda di Ige 2024 con i rappresentanti di Masaf, Adm e concessionari presentato un piano condiviso per il rilancio dell'ippica che parte dalla necessità di riforma delle scommesse, ma per Chiodi è necessario un lavoro a 360 gradi.

Scritto da Fm
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Roma - Un piano strategico di azioni urgenti da mettere in campo per dare linfa ad un settore che ha tutte le caratteristiche per essere di successo e per diventare “autosufficiente”.

È questa la necessità emersa nel corso della tavola rotonda “La riforma dell'ippica” tenutasi oggi, 18 aprile, all'Ige – Italian gaming expo & conference 2024, al Palazzo dei congressi di Roma, con la moderazione di Mauro De Fabritiis di MDF Partners.

Un piano condiviso da tutti gli speaker presenti, che hanno redatto un position paper comune, e promosso innanzitutto da Remo Chiodi, direttore generale della Direzione generale per l'ippica del ministero dell'Agricoltura, il primo a prendere la parola.

“È evidente che la riforma delle scommesse ippiche è uno dei tasselli di un piano più grande di riforma dell'intero settore, ma bisogna lavorare - come stiamo facendo - anche sulla governance, anche guardando a modelli europei dove l'ippica funziona e produce degli utili. Basti pensare che nel 2023 si registra una somma di 110 milioni di euro come differenza fra le entrate dalle scommesse e le uscite derivanti dagli stanziamenti della legge di bilancio. Quindi, ad oggi non ci sono le condizioni per il passaggio a un modello privatistico o semi-privatistico di gestione dell'ippica. Per quanto riguarda la governance, la prospettiva è quella in cui non sia un'amministrazione centrale centrale a gestire il settore, come avviene in molti Paesi, poi c'è il tema delle risorse, della riforma delle scommesse e anche degli ippodromi.

Si sta ragionando su due ipotesi: la creazione di un fondo di investimento per supportare i processi di ammodernamento infrastrutturale perché gli ippodromi siano più moderni e attrattivi, e possano accogliere il grande pubblico. Poi sono state messe in campo alcune iniziative nell'ottica del rilancio e del recupero dell'immagine, che possa essere il preludio per la commercializzazione di prodotti di scommesse più interessanti. Insomma, si tratta di un lavoro a 360 gradi.

Senza dimenticare le modifiche nel palinsesto: da aprile è stato ripristinato anche il lunedì di corse, i primi risultati per le scommesse sono molto incoraggianti.

Poi ci sono alcuni elementi di interesse da considerare: nell'ippica c'è una filiera che di fatto è sostenuta e alimentata dalle scommesse, poi va ricordato che l'incremento del patrimonio genetico della razza equina rientra fra le mission primarie del ministero. È essenziale l'allineamento del prelievo sulla scommessa ippica rispetto a quello vigente per altri tipi di scommesse per renderla più competitiva, così come l'unificazione dei totalizzatori. Serve una riforma delle modalità, dei regolamenti, dei prodotti offerti, e queste riforme vanno viste in un'ottica organica e omnicomprensiva, bisogna lavorare in parallelo su tutto, in maniera sinergica”.

 

In quest'ottica di riforma delle scommesse ippiche è quindi dirimente l'intervento di Mario Lollobrigida, direttore centrale Giochi dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli: “Come Adm abbiamo messo in atto un lavoro serrato con il Masaf su questi aspetti: il primo tema è l'allineamento della tassazione; senza non si risolvono gli altri problemi.

Poi, abbiamo confezionato con il Masaf una proposta normativa e spero che prima o poi sarà regolata, con il primo veicolo legislativo disponibile: per noi c'è la sostenibilità dal punto di vista erariale, con l'abbassamento graduale in due step della tassazione per arrivare a quello delle scommesse sportive a quota fissa: consentirebbe un aumento della raccolta tale da aumentare il prelievo per la filiera e mantenere agli stessi livelli la parte erariale. Per noi questo è il primo step, senza non ha senso il resto.

Altri interventi sono minori: ben venga il totalizzatore unico, però a questo proposito i tempi non sono così veloci, perché tutte le concessioni sono in proroga. Le nuove concessioni potrebbero vedere il totalizzatore unico, però. Ci sono interventi su cui si può lavorare fin da subito, come un tavolo tecnico con tutti gli operatori del settore”.

Proposte che registrano il pieno supporto dei concessionari protagonisti della tavola rotonda, che offrono il loro personale punto di vista sull'ippica italiana e il suo processo di riforma.

Graham Wood, senior international development manager di Bet365, raffronta l'ippica italiana con quella britannica: “Da noi si dice che lo scommettitore ippico nasce all'ippodromo, in Italia manca lo spettacolo all'ippodromo, e ci sono certi elementi che stanno uccidendo il settore: molti stranieri preferiscono portare meno i loro cavalli a correre in Italia a causa del forte ritardo del pagamento dei premi. Che impiega mesi, mentre in altri Paesi arriva dopo una settimana o due. Poi va ricreato lo spettacolo negli ippodromi per rendere le corse più interessanti per il pubblico. Oltre alla modifica della tassazione sullo scommesse, c'è un altro punto da tenere a mente: nel Regno Unito il pubblico è tornato negli ippodromi con l'appoggio dei concessionari, che possono sponsorizzare le corse, cosa che in Italia non può avvenire. Nel Regno Unito lo Stato non sostiene la filiera ippica, in Italia si spende tantissimo per un prodotto scadente”.

 

A rispondere alle critiche di Wood è innanzitutto Lorenzo Stoppini, direttore business unit Ippodromi Snaitech. “Ben venga il cambio di tassazione sulle scommesse a quota fissa visto che attualmente il distributore non ha margine per vendere il prodotto. Mi sento di dire che gli ippodromi stanno facendo uno sforzo per portare il pubblico negli ippodromi, non è giusto dire che sono decadenti e fatiscenti; e vorrei anche difendere i cavalli italiani, visto che quelli del trotto sono i migliori nel mondo. Invece di guardare al passato, guardiamo avanti, facciamo un'ippica nuova che funzioni”.

 

Francesco Taricone, sportsbook product senior manager di Sisal Group, si ritiene soddisfatto dal clima attuale per la riforma dell'ippica: “È necessario un allineamento della tassazione, è un intervento che funziona, come è stato dimostrato dalle scommesse sportive in passato. Poi credo che si debba investire nel prodotto, e offrirne che segua il cliente, ad esempio abbassando la posta di gioco minimo a un euro, usando gli stessi criteri adottati per le scommesse sportive. Bisogna portare il cliente di altri prodotti a tornare a 'provare l'ippica', per creare nuovi appassionati. Perciò si dovrebbe valutare anche la creazione di nuove tipologie di scommesse, o il ricorso al betting exchange”.

 

Samuele Feci, head of retail product revenue & distribution di SKS365, commenta: “Siamo allineati a quanto detto dagli altri operatori, contenti dell'approccio attuale, e concordi sulla necessità di andare avanti su tutti i temi in parallelo. Inoltre, siamo disponibili a fare la nostra parte anche finanziando il settore. Dobbiamo guardare al consumatore, dobbiamo guardare al prodotto ippica come intrattenimento: le scommesse poi vengono di conseguenza, sono un'aggiunta, come dimostra l'effetto Sinner, che ha riportato l'attenzione sul tennis e anche sulle scommesse legate al tennis. Non è solo la scommessa ippica a portare utenti ma la stessa ippica da sola ha tutte le potenzialità, su cui costruire le scommesse. Ovviamente ben vengano i passi in avanti, ma aumentare la qualità video della trasmissione delle corse ha senso solo se ci sono un palinsesto adatto e la giusta visibilità”.

 

Infine a prendere la parola è Alessandro Arletti, founder di Arletti&Partners, membro della Consulta per l'ippica e presidente della società che gestisce l'ippodromo di Modena, nonché presidente dell'Associazione nazionale ippica. “È urgente sbloccare una situazione che trovo profondamente ingiusta. L'ippica può vantare una forza lavoro enorme, è un patrimonio culturale e storico del nostro Paese che rischia di andare perduto, ma non sono ottimista riguardo all'ipotesi che la riduzione della tassazione sulle scommesse ippiche possa portare a un incremento delle scommesse. Il sistema attuale di raccolta del gioco negli ippodromi non funziona”.

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