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Gli ippodromi al Mipaaft: 'Garantire risorse per lo sviluppo del settore'

08 maggio 2019 - 07:54

Dopo l'audizione con il comitato tecnico, gli ippodromi presentano al Mipaaft due documenti per chiedere più risorse e dialogo con la filiera, per garantire rilancio.

Scritto da Fm

Un clima cordiale e un confronto costruttivo, che ha portato alla redazione di due documenti con proposte di riforma del settore. Questo l'esito dell'audizione delle società di corse e dei rappresentanti degli ippodromi con il comitato tecnico del Mipaaft, tenutasì ieri, 6 maggio, nella sede del ministero.

L'audizione è stata l’occasione per consegnare i questionari inviati alle associazioni dal Mipaaft, debitamente compilati.

Il primo documento è stato presentato da Attilio D'Alesio, presidente del Coordinamento ippodromi, che commenta a Gioconews.it: "È stata una riunione molto partecipata, interessante e serena. Erano presenti tutti i componenti della task force che hanno ascoltato con attenzione l’illustrazione dei documenti presentati e le proposte avanzate. Ci auguriamo che il 2020 sì a l’anno di svolta e di rilancio dell’ippica nazionale".

 

LE RISPOSTE E LE RICHIESTE DEL COORDINAMENTO IPPODROMI – Sì legge nel documento presentato da Coordinamento ippodromi.
"Sui temi del questionario le risposte di questa associazione sono le seguenti:
Tema 1 : definizione degli obiettivi strategici e coinvolgimento degli stakeholder: La nostra risposta : sì - attraverso tavoli di coordinamento.
Tema 2: individuazione dei criteri per la valutazione degli ippodromi.
La nostra risposta: sì - con criteri individuati sulla base di un metodo matema tico scientifico.
Tema 3 : Costruzione del modello di valutazione degli ippodromi.
La nostra risposta : sì - è necessario costruire un modello di valutazione degli ippodromi condiviso e scientifico-matematico.
Tema 4: criticità nell’attuazione del sì stema di valutazione degli ippodromi.
La nostra risposta: tante sono state le criticità (vedi il decreto 681 abrogato) ed è bene sottolineare che tanti fattori e tanti risultati sono determinati dallo stesso ministero e non dipendono dai gestori degli ippodromi (ad esempio: montepremi, giornate di corse, grandi premi corse tris, programmazione etc ). Tutto ciò incide in maniera determinante sui tre parametri presi in considerazione per la sovvenzione 2019 che sono: media cavalli partenti, media montepremi a giornata e numero giornate di corse, tutti criteri indipendenti dalla volontà e dalla buona amministrazione delle società di corse,
Tema 5: opportunità nella attuazione del sì stema di valutazione degli ippodromi.
La nostra risposta : sì - perché previsto dalla legge ed opportuno per il miglioramento del sistema ippico nazionale all’interno del quale comunque tutti gli ippodromi devono avere un ruolo e sono fondamentali e quindi bisogna assolutamente valorizzarne il ruolo ed evitarne la chiusura (troppi ippodromi sono già stati chiusi)".
 
 
"SENZA IPPODROMI L'IPPICA È FINITA" - Coordinamento ippodromi inoltre ha partecipato all'audizione per: "Conoscere i componenti del comitato tecnico; rappresentare le tante nostre preoccupazioni sul decreto direttoriale sulle sovvenzioni 2019 al momento ancora sconosciuto e che sta creando danni gravissimi a molte società di corse e che desta molte perplessità di legittimità dopo la lettura dei contratti inviati alle società di corse; segnalare le tante criticità dei parametri presi in consì derazione nel recente decreto del Capo dipartimento come ad esempio l’aver preso in considerazione le giornate di corse ed il montepremi del 2018, frutto del decreto 681 abrogato dallo stesso ministro, ma anche i cavalli partenti/partiti ed i grandi premi; evidenziare che le società di corse, da molti anni , non vengono ascoltate nè sulla programmazione, sulla distribuzione dei grandi premi e del montepremi e nemmeno sulle giornate di corse, sulla classì ficazione e nemmeno sugli accordi da sottoscrivere con il ministero; evidenziare che le società di corse hanno subito un taglio di risorse dal 2011 ad oggi di oltre il 70 percento; sottolineare che gli ippodromi sono i luoghi 'i teatri' dove si svolgono le corse dei cavalli e che senza ippodromi l’ippica è finita; invitare la task force a definire bene anche il ruolo sociale di ogni componente della filiera ippica: proprietari, allevatori, professìonisti, ippodromi; chiedere quindi la costituzione di un tavolo permanente con la presenza delle associazioni rappresentative degli ippodromi (in tal senso ad ottobre ci era già stato richiesto dal ministero lo statuto,l’atto costitutivo e l’elenco degli associati).
 

"CONSULTA UNITARIA E LEGGE SUGLI IPPODROMI" - In merito alla futura governance del settore, prosegue l'associazione, "proponiamo, come facciamo ormai da anni, la costituzione di una 'consulta' con la presenza delle rappresentanze della filiera, che possa collaborare con il ministero.
Ed in tal senso abbiamo molto apprezzato l’idea del ministro Centinaio di puntare alla costituzione di una rappresentanza unitaria della filiera per giungere ad una riforma condivisa dell’ippica. La consulta e la rappresentanza unitaria potrebbero essere il primo passo per iniziare a lavorare per la profonda e necessaria riforma". In conclusione, Coordinamento ippodromi rimarca: "L’ippica è uno sport che lo Stato dovrebbe finanziare, come sta facendo con il Coni e come peraltro sta già facendo anche per l’ippica stessa, tanto da aver deciso di gestirla direttamente tramite il ministero delle Politiche agricole. Il costo attuale per lo Stato è di oltre 180 milioni annui. L’ippica non è un gioco e le scommesse non possono essere considerate fonti di reddito per il settore come non lo sono le scommesse sportive per il Coni e per gli altri sport. Le scommesse ippiche oggi producono a stento 50 milioni all’anno. Tutti gli ippodromi hanno un ruolo e sono essenziali per la sopravvivenza dell’ippica e si ricorda che in Italia sono rimasti attivi solo 34 ippodromi di cui 7 di proprietà privata e 27 di proprietà pubblica. In tal senso è necessario dare la giusta importanza alle aree private e pubbliche destinate ad ippodromo, iniziando ad avviare un confronto serio e costruttivo anche con l’Anci al fine di coinvolgere anche i Comuni e le Regioni per il rilancio e la riforma dell’ippica. Infine, sarebbe anche auspicabile una legge sugli ippodromi come è stata fatta, anni fa, una legge sugli stadi".
 
 
IL DOCUMENTO DEGLI IPPODROMI ITALIANI - Diciotto ippodromi italiani, fra cui spiccano quelli di Siracusa, Cesena, Roma Capannelle, Torino, Milano hanno invece sottoscritto un proprio documento, fornendo le seguenti linee guida di medio periodo per il rilancio e lo sviluppo del settore.
"Qualsiasi progetto di riforma del settore, a parere delle scriventi, potrà avere successo solo se potrà disporre di risorse economico-finanziarie congrue per la stabilizzazione e successivo sviluppo del comparto.
Il prelievo sulle scommesse per anni ha rappresentato la principale fonte di risorse per il settore. Purtroppo, il disinteresse generale verso le scommesse ippiche, da tempo, ha prodotto effetti devastanti. L’Agenzia delle dogane e dei monopoli (ex Aams) non ha certamente favorito lo sviluppo del prodotto 'scommessa ippica' a vantaggio degli altri prodotti concorrenti. Nonostante gli interventi legislativi per rendere concorrenziali il gioco sugli eventi ippici - nei fatti - non si è realizzato un organico intervento per il rilancio delle scommesse. Negli ultimi 15 anni nulla è stato fatto, si è assistito ad un rimpallo continuo di responsabilità fra Mipaaft e Adm, mentre la scommessa ippica veniva trascurata perdendo costantemente ingenti fette di mercato. Effetti che ancora perdurano; infatti nel primo bimestre del corrente anno si registra un calo delle entrate erariali del 17 percento rispetto all’anno precedente.
La legge di Bilancio per il 2018 ha introdotto la riforma delle scommesse della c.d. ippica nazionale, l’unificazione dei due totalizzatori, la revisione dei pay-out e l’avvio del palinsesto complementare ippico. Il ritardo di tali interventi, se si esclude la recente approvazione del palinsesto complementare, contribuisce al declino delle scommesse ippiche
Si ritiene che le società di corse – categoria che commercializza le scommesse ippiche da oltre cent’anni - possano dare un contributo fattivo a qualsiasi ipotesi di ridisegno e innovazione del gioco sugli eventi ippici.
Le altre fonti indispensabili per il finanziamento del settore, oltre al prelievo sulle scommesse tradizionali e le entrate previste dalle leggi vigenti, dovranno provenire dai rinnovati concorsi a base ippica - che potrebbero essere gestiti direttamente dalla nuova società (sotto il controllo di Adm) - dalla fiscalità generata dall’intero settore ippico (Iva, Irpef, altre imposte, quota Preu di legge e prelievi su tutti i giochi interni agli ippodromi) dalla vendita dei diritti televisivi e dagli sponsor.
Con riguardo alla 'governance' del settore, si ritiene, potrebbe prendersi come esempio quanto fatto di recente dall’attuale Esecutivo per la riforma dello sport (trasformazione della Coni Servizi S.p.A. in Sport 2 e Salute Spa). L’istituzione di un soggetto (Agenzia, società o altra forma) controllato dai ministeri competenti, preposto alla gestione del settore e che possa applicare regole snelle, può considerarsi una seria opportunità per porre in essere un rilancio del settore ippico italiano.
Il Piano di riforma del settore deve trovare ispirazione in primo luogo nella legalità, declinata in tutti i suoi aspetti.
Va recuperata la credibilità del settore ippico, la sua dignità sportiva, professionale, di intrattenimento e di occasione per la valorizzazione turistica di comprensori, città e impianti storici. Ciò avviene già in molti altri Paesi. Gli ippodromi sono enormi asset patrimoniali (in buona parte pubblici), teatri di uno sport. Ancora oggi in Italia esistono territori che rappresentano vere e proprie enclave di passione ippica che non possono essere mortificate da meri parametri strumentali. Servono culle di passione che allevino nuovi appassionati, nuovi operatori, nuovi praticanti fin dalla più giovane età come avviene per tutti gli sport. Questo non si fa nelle cattedrali deserte".
 
 
LE PROPOSTE - "Alcuni passaggi che riteniamo fondamentali – scrivono gli ippodromi - sono: rivedere rapidamente il sistema disciplinare a tutti i livelli, uscendo dalle logiche dei Tar e dei Tribunali, rifondare le metodologie e le procedure per la ricerca delle sostanze proibite, valutare i comportamenti delle giurie uniformandone i metri di giudizio e premiandone il merito; costituire la Commissione tutela della salute e del benessere del cavallo; riattivare la Commissione scientifica (come da regolamento vigente); abbreviare i tempi di decisione della giustizia sportiva semplificandone, se serve, le procedure, rendendola efficiente e mettendola in grado di garantire pene certe e realmente dissuasive; costituire un Ufficio comunicazione e marketing in collegamento diretto con la redazione della Tv ippica, degli strumenti web e dei social media, che coordini la visibilità sui media generalisti nazionali dell’intero settore e dei suoi principali eventi e che lavori per la commercializzazione del prodotto italiano (immagini) sui tanti mercati mondiali che sarebbero pronti ad accoglierlo se solo si verificassero le giuste condizioni; lanciare un progetto di coinvolgimento dei giovani e degli amatori attraverso la collaborazione con tante realtà del mondo del cavallo che oggi guardano con sospetto il comparto delle corse; rafforzare una rappresentanza tecnica per una presenza fisica e costante nelle istituzioni internazionali per far sentire la voce dell’ippica italiana e portare il messaggio di cambiamento del ministro; tutelare l’occupazione regolare negli ippodromi e nei centri di allenamento privati, censendo gli occupati, valorizzandoli e creando meccanismi incentivanti alla regolarizzazione; incrementare la trasparenza nelle scelte del decisore (e nei percorsi che a queste hanno portato) nei confronti della filiera".
 
 
NUOVI CONTRATTI – Gli ippodromi poi chiedono linee guida per la disciplina dei rapporti tra il Mipaaft e le società di corse e la definizione del modello alla base dei rapporti contrattuali delle società di corse.
"Con l’abrogazione del Dm. n. 681/2016 – ritenuta necessaria - si rende indifferibile definire un nuovo modello da porre a base dei rapporti contrattuali tra Mipaaft e società di corse.
Il nuovo modello dovrebbe avere i seguenti principali obiettivi: rappresentare concretamente le strategie che il Ministero individua per il rilancio del settore; remunerare i servizi resi - secondo le norme vigenti – in favore del ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, del pubblico e delle categorie ippiche; sostenere interamente i costi di organizzazione delle corse e di gestione delle strutture degli ippodromi, inclusi quelli degli impianti da corsa e da allenamento.
Le società di corse, in funzione delle scelte del Ministero, adegueranno la propria attività produttiva.
Particolare importanza, come sopra indicato, rivestono i centri di allenamento attualmente presenti negli ippodromi, non presi in considerazione dalla bozza di contratto tra Mipaaft e società di corse in corso di definizione per l’anno 2019. Nel caso non si ponesse rimedio a tale mancanza, potrebbero generarsi gravi danni per l’intero parco equino nazionale, che non avrebbe modo di trovare adeguate condizioni di allenamento. In sostanza, il mancato finanziamento dei centri di allenamento sarebbe contrario proprio ai principi fondanti della nostra ippica, riducendo qualità e livello professionale e facendola scivolare sempre più verso il 'dilettantismo'.
Tale modello, da condividersi con le società di corse, dovrebbe essere elaborato, con adeguato anticipo rispetto all’avvio del nuovo sistema, e mantenuto per un periodo congruo (almeno un quadriennio). Ciò consentirebbe alle società di corse di programmare la propria attività, nell’interesse generale, con una strategia finalizzata a una gestione di medio periodo.
Si ritiene indispensabile la presenza di una rappresentanza qualificata per le società di corse, per fornire il loro contributo di conoscenza ed esperienza, in tutti gli organismi (Commissioni, comitati nominati e da nominare) deputati ad affrontare questioni attinenti la gestione degli ippodromi.
Grande attenzione dovrebbe essere riservata anche al tema della tempistica annuale di contrattualizzazione e di pagamento delle spettanze: il blocco di oltre 10 mesi verificatosi nel 2018 (per il 2019 siamo già arrivati a 4 mesi e non si ha ancora una soluzione), che mai si era verificato nella storia dell’ippica italiana, ha messo in gravissima difficoltà gestionale e finanziaria tutte le società di corse italiane nel far fronte agli impegni assunti nei confronti dei propri dipendenti, dei fornitori e dei collaboratori".
 
 
LE RISORSE – Secondo il documento, "le risorse destinate alla gestione degli ippodromi devono essere incrementate. Il Mipaaft, che da tempo conosce i dati di bilancio delle società di corse, ha contezza che le attuali risorse sono insufficienti per poter mantenere in esercizio tutti gli ippodromi.
Le quote di Preu assegnate, secondo legge, al Mipaaft devono essere ripartite tra tutte le componenti del settore. La filiera deve essere tutelata nella sua complessità trovando soluzioni a favore di tutti soggetti interessati. Per questi motivi si ritiene corretta la scelta di assegnare il Preu in misura proporzionale agli stanziamenti di bilancio originari, e da ripetersi ogni anno nello spirito della norma, rientrando la gestione degli ippodromi tra gli scopi istituzionali previsti dalla Legge (esclusivamente il Mipaaft può organizzare le corse dei cavalli). Si evidenzia che il Mipaaft non ha ancora da assegnato alle società di corse la quota spettante del Preu del 2018.
È necessario ed urgente inoltre, chiarire con il Mef e la Ragioneria di Stato il metodo di calcolo del Preu. Una parte delle società di corse hanno posto il problema e stanno ancora attendendo una risposta (è stato anche incardinato un ricorso al Tar) sul meccanismo della 'sterilizzazione' nel calcolo della quota di Preu da destinare al Coni ed all’Unire (ora Mipaaft) in base al comma 5 della Legge 2/2009 (ex DL 185/2008). Il Mef, a mezzo della Ragioneria di Stato, ha comunicato che nel calcolo delle quote di Preu da assegnare ai due Enti, così come previsto dalla legge, per effetto degli aumenti intervenuti '….si è reso necessario sterilizzare tali aumenti…', ma non ha chiarito quali metodi di calcolo vengono applicati né le norme di riferimento applicate. Su tale tema pende il ricorso innanzi al Tar Lazio, Sez. II, R.G. 12017/2017".
Quanto alla programmazione dell'attività ippica, l'obiettivo dovrà essere quello della creazione del miglior palinsesto possibile così da massimizzare i proventi da scommesse per il settore, avendo cura di considerare il valore di richiamo per gli scommettitori dei principali ippodromi, che fungono da traino per tutto il palinsesto della giornata e di valorizzare le realtà che ancora oggi riescono a coinvolgere spettatori ed appassionati".
 
 
 
 

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