skin

Ippica: Castiglione convoca incontro, società di corse sospendono protesta

14 aprile 2016 - 13:47

Società di corse sospendono interruzione attività ippica dopo la promessa del sottosegretario Castiglione di convocare un incontro.

Scritto da Sara Michelucci
Ippica: Castiglione convoca incontro, società di corse sospendono protesta

 

 

Roma - Il 20 aprile il sottosegretario Castiglione ha convocato le società di corse in un incontro, dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi sulla volontà di fermare l'attività ippica a partire dal 18 aprile nella maggior parte degli ippodromi italiani. La sospensione dell'attività è stata quindi rinviata dalle società di corse. L'annuncio arriva nel corso della conferenza stampa organizzata da Ani, Coordinamento Ippodromi, Federippodromi e Uni per comunicare le ultime novità sulle proteste in corso da parte degli ippodromi.


Il presidente di Federippodromi, Elio Pautasso, sottolinea: "La situazione è complicata e dobbiamo decidere come affrontare il nodo della convenzione. In assenza di adeguati interventi c'è il rischio di chiusura del settore. La maggior parte delle società di corse ha rifiutato la riduzione delle risorse, da 57 a 49,5 milioni di euro. Le nostre associazioni imprenditoriali sono pronte a sospendere ogni agitazione se convocate per la creazione di un tavolo tecnico giuridico".

 

 

Le associazioni delle società di corse - si legge in una nota congiunta diramata da Ani, Coordinamento, Federippodromi e Uni - vogliono "evidenziare l’attuale e drammatica situazione che le imprese del settore attraversano e che, in assenza di adeguati interventi, rischia di travolgere l’intera filiera ippica.
Nessun imprenditore si augura di produrre in perdita e in gravi condizioni economico-finanziarie, bensì opera e rischia per produrre ricchezza, certamente, nemmeno immagina di sospendere o cessare la propria attività".


Le associazioni imprenditoriali "si sono esposte con un’iniziativa che non ha precedenti nella storia dell'ippica italiana, in quanto si ritengono responsabili del destino delle centinaia di famiglie dei loro lavoratori, delle possibilità di allenamento delle migliaia di cavalli ospitati presso i propri centri di allenamento e degli operatori che li seguono, del presidio e della manutenzione di importanti asset pubblici come gli ippodromi comunali, del gettito erariale e contributivo che la filiera genera anche attraverso la raccolta delle scommesse. Questa breve premessa è necessaria per mettere in risalto lo stato d’animo delle persone che hanno la responsabilità della gestione delle società di corse che, in questo momento, sono costrette a compiere scelte dolorose che mai avrebbero voluto adottare.
Entrando, ora, direttamente nel tema in questione è necessario chiarire subito che tutte le società di corse, ad eccezione di quelle aderenti a Sdca (Taranto, Follonica e Firenze) hanno respinto con forza le proposte del Mipaaf relative al taglio delle risorse e alla trasformazione del rapporto contrattuale, che da sempre ha regolato i rapporti tra le società e l’Unire e l’Assi, prima, e il Ministero, dopo, in una sorta di “contribuzione” quantificata e elargita discrezionalmente dal Mipaaf", prosegue la nota.
 
"Il motivo della nostra avversione sta nella consapevolezza della assoluta incongruità delle risorse messe a disposizione e nella totale assenza di un contraddittorio tecnico-giuridico sulla natura giuridica del rapporto è sulle modalità operative di erogazione delle risorse stesse . Una grande parte di queste società, e precisamente le società che gestiscono gli ippodromi di Roma (Trotto e Galoppo), Bologna, Cesena, Torino, Pisa, Varese, Merano, S.Giovanni Teatino, Grosseto, Villacidro, Mediterraneo (Siracusa), Foggia, Palermo, Montegiorgio sono state costrette, per le oggettive ragioni che di seguito evidenzieremo, a sospendere l’attività ippica negli ippodromi. Altre società, per varie e differenti ragioni, hanno ritenuto di continuare, al momento, la propria attività. Ma è pacifico che tutte le associate e altre società che non aderiscono all'agitazione hanno già adito, o dichiarato di farlo a breve, le vie legali per vedere annullati tutti gli atti compiuti dal Ministero, ritenuti illegittimi, che stravolgono il normale esercizio delle 'imprese ippodromo' trasformandole, non in soggetti 'senza fini di lucro' (che comunque devono raggiungere il pareggio) ma addirittura in 'associazioni o club' nei quali i soci, ogni anno, ripianano le perdite di tasca propria. Tali contenziosi si possono e devono evitare perché non portano a nulla nell'immediato e avranno come esito solo l’affossare definitivamente un settore in buona parte già distrutto".

 

Articoli correlati