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Mipaaf: 'Al lavoro per stesura di una legge per il riordino dell'ippica'

08 ottobre 2020 - 11:32

Positivo il confronto fra filiera ippica e Mipaaf, al lavoro su legge di riforma del settore ma operatori contrari al passaggio sotto il ministero dello Sport.

Scritto da Fm

Si respira un'aria positiva, ma con qualche distinguo e perplessità, dopo il confronto promosso dal ministero delle Politiche agricole con le categorie degli ippodromi e degli operatori ippici, sulle "possibili azioni da attivare per il rilancio e lo sviluppo duraturo del settore ippico",tenutasi oggi, 8 ottobre, al palazzo del Mipaaf di Roma.

Presenti, di fronte al sottosegretario Giuseppe L'Abbate, una ventina di rappresentanti della filiera, fra delegati delle associazioni degli ippodromi, degli allenatori e degli allevatori, dei giudici e dei guidatori.

GiocoNews.it ha raccolto i commenti degli operatori presenti all'incontro.

 

D'ALESIO: "ISTITUIRE CONSULTA IN ATTESA DELLA LEGGE" - Il primo a commentare l'esito della riunione è Attilio D'Alesio del Coordinamento ippodromi. “Il sottosegretario Giuseppe L'Abbate ci ha informato di essere al lavoro con il ministero per presentare al più presto una legge di riforma dell'ippica per costituire un organismo, un soggetto che gestisca il settore, e nei prossimi giorni ci manderanno le linee guida del testo.
Risalta quindi l'impegno a lavorare per arrivare ad un riordino complessivo in tempi brevi.
Come Coordinamento ippodromi abbiamo presentato un documento e chiesto, in attesa della riforma complessiva del settore, l'istituzione di una direzione dedicata all'ippica e di una consulta ippica attiva con le rappresentanze della filiera, - proprietari, allenatori, professionisti, ippodromi - che 'accompagni' la gestione del settore in attesa della legge”.
 
PAUTASSO: "LA FILIERA RESTI UNICA" - A fornire qualche dettaglio in più è Elio Pautasso, intervenuto alla riunione in rappresentanza di Federippodromi e Gruppo associati (insieme con Pierluigi D'Angelo). “L'organismo in questione dovrebbe essere sotto l'egida del ministero dello Sport, come una federazione ma con regole differenti, non sotto il Coni, ma sotto Sport e salute. Ma questo punto va approfondito, ancora non si capisce bene. L'allevamento invece resterebbe sotto il Mipaaf, ma per noi la filiera dovrebbe restare unica. Tutti i presenti hanno manifestato la necessità di avere più dettagli in merito e criticato l'ipotesi di far passare l'ippica sotto la gestione del Coni”. Pautasso quindi presenta alcune delle proposte depositate al ministero. “I capisaldi sono il mantenimento della filiera agricola, la gestione al di fuori del ministero con la collaborazione di un ente terzo, il mantenimento e l'incremento delle risorse disponibili per un medio periodo restando con la legge attuale, la n° 2 del 2009, la cosiddetta legge Zaia”.
 
RONDONI: "TANTE DOMANDE A CUI DARE RISPOSTA" - "Abbiamo assistito ad una illustrazione con alcune slide di estrema sintesi sulle intenzioni del sottosegretario. È chiaro che noi auspichiamo una uscita indolore da una gestione diretta come quell’attuale del Mipaaf ma non per questo auspichiamo un salto nel buio", precisa Marco Rondoni, presente al Mipaaf in rappresentanza della Lega ippica italiana. "Certo, il settore necessita di certezze, l’ipotesi ventilata di costituire una federazione del cavallo in seno al ministero dello Sport va verificata in quest’ottica. Da dove verranno le risorse? Quali filiere alimenteranno?  Perché l’equitazione che è uno sport olimpico dovrebbe entrare? La federazione dipenderebbe dal Coni o no? Come si conciliano gli animi imprenditoriali di ippodromi e allevatori e il professionismo degli operatori con il dilettantismo che sta alla base delle discipline olimpiche? Perché la filiera va spezzata lasciando l’allevamento (in parte) al Mipaaf?", si domanda, e domanda, Rondoni. "Tutte le categorie più importanti del settore hanno manifestato il loro netto disaccordo a qualsiasi tipo di dipendenza dal Coni; come si pone questa ipotesi rispetto a questo posizionamento che non ha nessun precedente nei Paesi ippicamente sviluppati? Come conciliare la scommessa, che è parte integrante della manifestazione ippica, con le varie norme locali che vietano la raccolta del gioco negli impianti sportivi? Chi determina la governance e come viene stabilita la rappresentanza di chi ha ingenti patrimoni investiti nel settore? Perché non costituire un organismo simile a quello accennato in seno al Mipaaf come più logico e naturale?  Oggi c’è stato un forte invito a collaborare accolto dalla maggioranza dei presenti ma anche un fermo rifiuto degli stessi a spezzare la filiera generando un terzo interlocutore dopo Mipaaf e Mef, una preoccupata convinzione del rischio che corrono le poche risorse legate alla legge Zaia e un invito a valutare attentamente i passaggi formali. Il sottosegretario merita fiducia per i valori che ha espresso e il pathos con cui li ha trasmessi ma la fretta della politica in passato ha sempre lasciato ferite che l’ippica si lecca ancora. Massima disponibilità a collaborare ma massima attenzione e obbligo di massima trasparenza.  L’ippica nel mondo è un'industria, un business riconosciuto, non un passatempo per dilettanti più o meno benestanti. Non si può giocare neanche una mano di questa partita sulla pelle degli ippici con le carte coperte".
 
FATICONI: "REGOLE VENGANO MESSE PER ISCRITTO" - Roberto Faticoni del Siag –- Sindacato italiano allenatori guidatori commenta: “Dovrebbero creare un 'fratello' del Coni formato da un organismo che fa a capo agli ippici: gli allevatori e i giudici dovrebbero restare sotto il Mipaaf mentre il sistema sportivo agonistico dovrebbe andare sotto il ministero dello Sport. Aspettiamo di vedere queste nuove regole messe per iscritto, per chiarire quale sarà la governance, dove vanno a finire i soldi, e assicurare che le risorse attuali non vengano toccate. È una riforma da fare nell'immediato con regole ferree; secondo quanto detto dal sottosegretario L'Abbate il nuovo sistema dovrebbe partire dagli inizi del 2021 in quanto dovrebbe essere presentato nella prossima Finanziaria e agganciato al Recovery fund. Quindi, aspettiamo un nuovo confronto e l'evoluzione degli eventi, altrimenti saremo costretti a tornare in piazza”.
 
TUCI: "TUTELARE STABILMENTE IL SETTORE" - Da Enrico Tuci di Imprenditori ippici italiani arriva un endorsement nei confronti del sottosegretario L'Abbate. “È molto appassionato ed impegnato in questa sfida, deciso, e mi sembra che al ministero abbiano già le idee molo chiare. Vediamo come andrà a finire: l'importante è che venga garantita la tutela del settore per alcuni anni, non come nel passato”.
 
DI PAOLO: “NON TOCCARE LE RISORSE ATTUALI” - Sul fronte degli allenatori interviene Ottavio Di Paolo, presidente dell'Anag - Associazione nazionale allenatori galoppo. “Oggi non è stata una riunione di confronto ma per informare, è stato già tutto definito e stabilito.
Il sottosegretario ci ha un po' spiazzati: ha presentato un programma fantastico, sembrerebbe una riforma che tocca tutti i punti suggeriti da noi, con il ripristino degli enti tecnici per l'ippica, ad esempio. Poi agli interventi finali è venuto fuori che la forma giuridica della nuova agenzia che andrebbe a gestire l'ippica sarebbe una federazione in seno al Coni. Come Anag non siamo contro quanto proposto e non abbiamo preconcetti, purché le risorse che sono destinate al settore non vengano toccate. L'abbiamo ribadito a chiare note e siamo stati rassicurati, il sottosegretario ha detto che aumenteranno e serviranno anche a ristrutturare gli ippodromi e i centri di allenamento. Se, invece, il settore subirà l'ennesima riduzione delle risorse questa volta saremo noi a fermarlo, mettendo fine alle corse dei cavalli. Nei prossimi giorni il ministero ci invierà la bozza della riforma, con la nuova governance, e sono allora potremo esprimere un vero giudizio su tutto”.
 
PARRI: "NON DIVIDERE LA FILIERA" - Per l'allevamento, a dire la sua è Massimo Parri, presidente dell'As­so­cia­zio­ne na­zio­na­le al­le­va­to­ri ca­val­li pu­ro­san­gue. “Il sottosegretario ci ha presentato il progetto di riforma che il ministero ha in animo di portare avanti con la divisione della filiera ippica. Io vedo positivamente il fatto che si cerchi di fare una riforma perché obiettivamente la gestione attuale del Mipaaf non è più sostenibile, ma sono molto preoccupato dall'idea di spacchettare la filiera – che, ad esempio, in Francia è unita E dà ottimi risultati – perché c'è una sorta di cordone ombelicale che la unisce tutta, dagli allevatori ai proprietari, fino ad arrivare alle figure professionali che le ruotano attorno. Fino a quando non avremo la bozza del testo della riforma, promesso per la prossima settimana, non potremo valutare appieno quanto prospettato”.
 
LE SLIDE PRESENTATE DA L'ABBATE 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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