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Riforma ippica, la filiera al Mipaaf: 'Confronto su nostre proposte'

14 dicembre 2020 - 10:16

Seconda puntata dello speciale di GiocoNews dedicato al rilancio dell'ippica, il punto di vista delle associazioni di allevatori, allenatori e guidatori.

Scritto da Francesca Mancosu
Riforma ippica, la filiera al Mipaaf: 'Confronto su nostre proposte'

Dopo gli ippodromi, tocca alle associazioni della filiera, in rappresentanza di allevatori, allenatori e guidatori di trotto e galoppo, tracciare un bilancio del 2020 e degli auspici per la riforma del settore, che potrebbe vedere la sua realizzazione già con la prossima legge di Bilancio.

Il tema è al centro di uno speciale pubblicato sul numero di dicembre della rivista GiocoNews (consultabile a questo link).


ANAC: "SERVE PIU ATTENZIONE PER L'ALLEVAMENTO” -  Il bilancio delle categorie degli ippici, in rigoroso ordine alfabetico, comincia dall'Associazione nazionale allevatori cavalli purosangue, con le posizioni espresse dal suo presidente Massimo Parri.
“Non penso ci dimenticheremo di questo 2020, ovviamente questa maledetta pandemia ha condizionato tutto e conseguentemente anche  il nostro settore, il galoppo in particolare che nei mesi primaverili ha le Classiche per i tre anni oltre ad importanti Gran premi ha dovuto stravolgere  tutta la programmazione e anche se alla fine le corse più importanti sono state recuperate di certo tutto il settore ne ha risentito.
Anche le aste e le vendite dei puledri hanno subito una importante contrazione e di sicuro l’allevamento e gli allevatori sono stati fra le attività ippiche  che maggiormente hanno risentito di questa situazione”.
Quanto alla gestione dell'emergenza Covid e alle sue ricadute delle corse, prima interrotte del tutto e poi concesse solo a porte chiuse, per Parri “l'impressione è che il Governo abbia impiegato un po’ di tempo a comprendere che si svolgono senza contatti tra i partecipanti ed in luoghi come gli ippodromi  all’aperto e con spazi enormi dove il rapporto persone/mq  è davvero molto alto e quindi ci lascia relativamente tranquilli.
Inoltre, rispetto alla mattina quando si allenano i cavalli, la situazione è ancora migliore in termini di presenze e non mi sembra infatti di avere sentito dire di focolai che si sono sviluppati all’interno della nostre strutture, certo la situazione era e rimane molto complicata ed è comprensibile un atteggiamento di prudenza da parte di chi ci governa.        
Relativamente ai 'ristori' mi sembra di poter dire che  fino a questo momento gli importi ricevuti come i '600 euro' siano davvero modesti e per come è strutturato il nuovo Dl Ristori  non ci sia da aspettarsi grandi risorse. Per quanto riguarda invece le scommesse ippiche sono anni che il settore chiede una ristrutturazione delle stesse e una preparazione della tassazione agli altri giochi relativamente ai quali siamo davvero penalizzati, speriamo che questo possa avvenire quanto prima”.
In tema del rilancio annunciato dal sottosegretario Giuseppe L'Abbate per il presidente dell'Anac “è difficile commentare una riforma che non si conosce nei particolari. Il sottosegretario nella riunione con le categorie del 8 di ottobre ci ha detto che entro pochi giorni avremo avuto il testo di legge ormai scritto.
Stiamo ancora aspettando anche se di giorni ne sono passati parecchi, per quello che ci ha detto nella riunione e cioè della divisione della filiera con l’allevamento che rimarrebbe in capo al Mipaaf e tutto il resto passerebbe sotto il ministero dello Sport (Coni) sono molto ma molto preoccupato, per primo perché in questi anni il Mipaaf non si è mai occupato per l’allevamento, e per dichiarazione dei suoi dirigenti non può farlo per i tanti problemi burocratici che ha un ministero, il secondo perché dividere la filiera che è un tuttuno non mi sembra una cosa positiva. Se a questo si aggiunge il fatto che il gioco rimarrebbe in capo al ministero dell’Economia e quindi il settore non potrebbe in nessun modo incidere sulla programmazione e promozione delle risorse con una gestione del settore divisa in tre ministeri il quadro non è sicuramente confortante.
Esiste poi una proposta di legge a firma dell’onorevole Gadda e altri sette deputati di Italia viva 'Disciplina dell’ippicoltura  e delega al Governo per l’adozione di disposizioni volte allo sviluppo del settore': questa proposta di legge prevede che tutta la filiera ippica venga trattata  da un punto di vista fiscale con le regole dell’attività agricola con dei benefici per il settore importanti. L’una esclude l’altra, cosa dire, sarebbe opportuno che la politica si confrontasse con i rappresentanti del settore ed insieme venissero approfonditi tutti gli aspetti”.
Detto questo, per Parri “l’auspicio è che si arrivi ad una riforma per il rilancio del settore che così non può più andare avanti e che da anni sta aspettando che la politica finalmente se ne occupi in maniera seria. La speranza è che questo possa avvenire con un confronto tra il Governo e le categorie del settore affinché gli ippici non si trovino, come avvenuto con il Governo Monti di fronte al fatto compiuto pagandone pesantemente le conseguenze in questi anni perché questo sarebbe inaccettabile”.
 
ANACT: "ASSICURARE UNA RIFORMA STRUTTURALE DELLE SCOMMESSE IPPICHE" -  Secondo il neo presidente dell'Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore, Ubaldo La Porta, “come per ogni altro settore della vita produttiva, anche per quello dell’ippica il 2020 è stato un anno di grande sofferenza. L’impatto devastante della pandemia da Covid 19 sulle nostre vite ha amplificato le già gravissime difficoltà dell’intera filiera, mettendone seriamente a rischio la tenuta per i prossimi anni.
Occorre uno sforzo, complessivo e comune, nell’unica possibile direzione dell’unità di intenti per cercare, innanzitutto, di far fronte all’emergenza scongiurando una nuova, possibile chiusura delle attività di corse e, quindi, di proporre un piano di rilancio complessivo che permetta un nuovo inizio, cogliendo nella crisi emergenziale l’ultima opportunità di ripresa.
È stato comunque un anno di successi sportivi per gli allevatori italiani, che hanno guardato con soddisfazione agli importanti traguardo conseguiti 'sul campo' dai prodotti migliori del nostro allevamento che continua a primeggiare nel mondo intero, a testimonianza di una lavoro quotidiano che ciascuno, nella sua dimensione individuale, svolge benissimo. Occorrerà concentrarsi e lavorare sodo per portare 'a sistema' tali eccellenze, esaltandole nel loro complesso e ottenendo, anche dallo Stato italiano, il meritato riconoscimento”.
Parlando di stretta attualità per La Porta “giudicare l’operato del Governo nella contingenza della più grave crisi economica e sociale vissuta dal dopoguerra, impone di collocare in tale straordinario e terribile contesto l’azione politica, per non commettere l’errore della critica facile e a buon mercato, cui culturalmente non sono avvezzo. Il fermo totale delle competizioni ippiche è stato certamente un errore, che ci auguriamo davvero non si ripeta, in quanto strutturalmente inidoneo a arginare la diffusione della pandemia.
Le modalità di svolgimento delle corse ippiche e l’assunzione di rigidi protocolli, da parte delle società di gestione degli ippodromi, a tutela della salute degli operatori sono misure, a mio avviso, sufficienti a garantire lo svolgimento delle attività in sicurezza, assicurandone la prosecuzione senza esporre a rischi specifici in soggetti impegnati. Sono mancate - e mancano ancora, anche nei più recenti provvedimenti normativi - misure specifiche di sostegno al settore, che avvertirà già nel prossimo anno le conseguenze derivanti dal calo verticale delle scommesse dovuto all’arresto forzato del gioco.
E certamente la nuova 'tassa' dello 0,5 percento sulle scommesse non aiuta, rendendo sempre più urgente una riforma strutturale delle scommesse ippiche che non confligga, tuttavia, con le esigenze del settore a conservare invariate le misure di sostegno di cui attualmente gode”.
Luci ed ombre della proposta di riforma dell'ippica promessa dal sottosegretario L'Abbate? “Qualunque prospettiva di riforma complessiva dell’ippica deve, a mio giudizio, partire dall’insuperabile consapevolezza del fatto che l’allevamento dei cavalli, anche sportivi, è attività agricola e che le gare e le competizioni ippiche sono funzionali alla selezione delle razze equine, facendo emergere i soggetti migliori destinati, al termine della carriera agonistica, a rientrare nel circuito allevatoriale”, risponde il presidente Anact. “Questo circolo virtuoso non può e non deve essere spezzato né tollera di essere frammentato. Il patrimonio costituito da cavalli altamente selezionati non può essere disperso, contribuendo in modo essenziale alla promozione dell’immagine del Paese nel mondo in ragione dei livelli di eccellenza raggiunta negli ultimi decenni dagli allevatori italiani.
Non è immaginabile, pertanto, una collocazione dell’ippica in ambito diverso da quello dell’agricoltura e in particolare la sua collocazione in ambito sportivo sotto il controllo di organismi o enti che perseguano il fine dell'organizzazione e del potenziamento dello sport nazionale e della preparazione degli atleti, che, nel caso dell’ippica, sono i cavalli.
Non è immaginabile, inoltre, uno smembramento della filiera che separi l’attività dell’allevatore da quella della programmazione e della gestione delle corse di cui l’allevatore, a soddisfazione dell’interesse generale alla selezione delle razze, deve avere diretti controllo e gestione.
Questi i punti essenziali, sui quali lavorare insieme si può e si deve, certi che non sia lo strumento giuridico individuato per raggiungere l’obiettivo una pregiudiziale.
Pur apprezzando notevolmente lo sforzo costruttivo del sottosegretario L’Abbate reputo necessario fermarsi ancora a riflettere sulla soluzione proposta, che non giudico coerente con le linee di pensiero sopra esposte e che, temo, possa esporre l’intero settore a grave nocumento e al rischio quasi certo di immediata paralisi”.
Una linea già seguita da Ubaldo La Porta.
“Almeno personalmente, ho iniziato, nell’interesse dell’Anact, fin dall’agosto scorso e subito dopo l’insediamento del nuovo consiglio, un percorso di confronto e collaborazione con gli uffici pubblici diretto al recupero di una relazione serena e proficua, al fine di valorizzare tutte le risorse umane che sono impegnate nella gestione del settore.
L'auspicio è quello di lavorare insieme con la politica e l’amministrazione per restituire all'ippica la dignità che le è stata sottratta da disattenzioni e cattive gestioni. La ricerca di una solida unità di intenti tra tutte le componenti del settore passa, tuttavia, attraverso il recupero pieno della effettiva e reale rappresentatività di tutti gli attori del complesso nostro mondo, per garantire agli operatori il rispetto di ruoli e funzioni, che non possono prescindere dalla centralità degli allevatori nel progetto di rilancio del settore”.
 
ANAG: "NEL 2020 CORSE APPETIBILI, MA OPERATO DEL GOVERNO INADEGUATO" -  Per l'Associazione nazionale allenatori galoppo, il presidente Ottavio Di Paolo evidenzia che il 2020, “considerando la sciagura Covid e tutte le problematiche strutturali/organizzative e regolamentari che vi sono alla base di questo settore, nel complesso è stato un anno positivo.
Positivo perché: il settore ha tenuto alle problematiche della pandemia con rigore e disciplina; nelle pattern race vi è stata un affluenza di cavalli stranieri maggiore rispetto agli anni passati (sia rispetto al 2019 che rispetto al 2018) questo denota un ottimo lavoro svolto dagli uffici tecnici degli ippodromi ma soprattutto e’ sintomo di appetibilità delle nostre corse, fiducia da parte degli allenatori stranieri nelle piste italiane ed e’ altamente positivo per garantire un certo status alle Pattern. Ricordiamo che negli anni abbiamo visto un continuo declassamento delle nostre  pattern (Derby Italiano del Galoppo, corsa simbolo dell’ippica italiana, è passato da Gruppo 1 a Gruppo 2)”.
Con un grosso “però” da considerare, secondo Di Paolo: “L’operato del Governo nei riguardi del settore non è stato adeguato. Dalle problematiche legate al portale Sian a quella dei libretti fermi per i cavalli comprati all’estero. I ritardi nei pagamenti. Totale assenza di indicazioni se non sempre sollecitate dalle associazioni.
La cosa più grave fu la totale dimenticanza dell’ippica da parte del nostro Ministero quando, a seguito del primo lockown di marzo, si sono riaperte diverse attività sportive a porte chiuse. Solo grazie ad una nostra sollecitazione al ministro della Salute Roberto Speranza le corse sono ripartite. Gli è stata sottoposta la problematica relativa e si è prodigato affinché si potesse correre a porte chiuse in tempi brevi.
Per dovere di cronaca anche l’onorevole Fabio Rampelli, vice presidente della Camera dei Deputati, si è interessato al problema ed ha accelerato tutto l’iter.
Le successive misure restrittive anti-Covid sono state indubbiamente necessarie ma alcune fuori luogo. Il numero massimo di partenti a 12 che ha compromesso innumerevoli corse ed ha danneggiato il programma di moltissimi cavalli, per non parlare della tassa dello 0,5 percento sulle scommesse ippiche. Decisamente inaccettabile”.
Sul tema riforma ippica il presidente dell'Anag è categorico. “Ci sono ad oggi solo ombre, nessuna luce. Il sottosegretario l’Abbate è una delle pochissime persone che si sta dando da fare e già questo di per se è encomiabile, ma se scendiamo nel dettaglio della sua proposta: in primis ancora una volta ci troviamo di fronte ad una totale disorganizzazione comunicativa.
L'8 ottobre 2020 si è tenuta una riunione di confronto e di approfondimento sulle possibili azioni da attivare per il rilancio del settore presso il Mipaaf. In primis sottolineo un aspetto molto importante. Tale incontro, che doveva avere una natura di confronto e di approfondimento è stato, in realtà, una riunione informativa avente ad oggetto la riforma del settore ippico.
Quanto presentato dal sottosegretario alle Politiche agricole con delega all’ippica, Giuseppe L’Abbate, non lascia spazio a modifiche o integrazioni (sue testuali parole). Dopo circa 2 ore di riunione, dopo aver ricevuto i complimenti da tutti i partecipanti per i temi proposti, ha chiarito che la veste della nuova agenzia che dovrà gestire l’ippica è quella di una Federazione del Coni. Durante la presentazione aveva detto che 'il pericolo Coni' era scongiurato. Sembrava di essere sul programma televisivo di 'Scherzi a parte'.
Dopo l’evidente sconcerto dei presenti, l’onorevole ha rassicurato la platea che dopo pochi giorni avrebbe divulgato la bozza della riforma. Ad oggi, nessuna bozza è stata presentata. 
Tale condizione non può non che essere rischiosa. Avere due ministeri a cui far riferimento potrebbe creare una maggiore confusione. L’ippica è un settore agricolo che ha come ultima finalità la manifestazione sportiva, ma non può e non deve essere considerato uno sport come un altro. Basterebbe copiare come è stato strutturato questo sport in Francia per allineare anche l’Italia ad una corretta gestione. Negli anni abbiamo assistito ad un continuo taglio delle nostre risorse nei vari passaggi tra Unire - Assi- Ministero. Temiamo che questo possa capitare di nuovo.
Ho chiarito personalmente alla riunione all’onorevole l’Abbate, in più interventi, tutte le paure del settore legate alla possibilità di vedersi ridurre le risorse complessive destinate al montepremi. Il settore non sarebbe pronto ad accettare nessuna, seppur piccolissima, nuova riduzione.
Cosa propone Anag?
Lo sintetizziamo di seguito: mantenere come ente di riferimento il Mipaaf; creare un'agenzia tecnica di Riferimento al quale demandare tutte le funzioni, organizzazione dei calendari, gestione operativa, tesseramento categorie professionali, formazione e aggiornamento operatori ippici professionali, modifica e gestione dei regolamenti tecnici, vigilanza sulle corse, allocazione virtuosa delle risorse agli ippodromi che meglio gestiranno e cureranno gli impianti. Sarà necessario di conseguenza impostare un meccanismo di controllo sullo stato degli impianti e dei centri di allenamento.
Poi chiediamo di garantire misure di tutela, previdenziali e assistenziali dei lavoratori ippici; il pagamento dei premi vinto entro i 30 giorni successivi alla data della corsa; ristrutturare le categorie degli operatori ippici in uniche 'associazioni riconosciute'; defiscalizzare la scommessa ippica con conseguente aumento del montepremi; pianificare una ristrutturazione di tutti gli ippodromi e dei centri di allenamento; maggiore trasparenza in termini di anti-doping; ristrutturazione della scommessa ippica; affidare ad una agenzia la comunicazione del settore e l'organizzazione dei grandi eventi; imporre la visione degli eventi ippici di maggior rilievo nelle reti nazionali come la Rai; redistribuire a montepremi i diritti televisivi delle corse ippiche.
 L’auspicio è che si faccia realmente una riforma ippica che abbia come unico scopo il rilancio del settore e non l’ennesimo 'passaggio di consegne del problema ippica per incapacità gestionale'
La condizione in cui l’ippica si trova non è più accettabile".

SIAG: "RISTORI INDECENTI, ALLENATORI GUIDATORI NON RICONOSCIUTI" - Concludiamo la nostra carrellata con il Sindacato italiano allenatori guidatori e con il suo segretario, Roberto Faticoni. Che evidenzia le “luci” di questo 2020, con il mantenimento di montepremi, giornate di corse e Gran Premi, e la necessità di una verifica sul Preu. “Un successo rispetto a come sarebbe potuta andare a finire la situazione anche per via dell'emergenza Covid”, sulla cui gestione auspicava “più regole e più controlli”.
Quanto ai Ristori governativi, Faticoni qualifica come “indecenti” quelli previsti per i guidatori allenatori nei mesi di stop del settore “per via del non riconoscimento della categoria”. Categoria che dopo la ripresa delle corse “non ha più diritto a contributi”.
Per l'oggi il segretario del Siag chiede un “unico interlocutore, una direzione dedicata o un ministero con cui poter discutere in tutte le sedi istituzionali”, superando i lacci burocratici e garantendo il “riconoscimento per i professionisti, la governance agli ippici, enti tecnici, pagamenti celeri. Tutto sotto il controllo dello Stato”.
 

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