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Toniatti (Anact): 'Riconoscere il valore paesaggistico-ambientale degli allevamenti'

03 aprile 2024 - 10:57

Seconda puntata dello speciale di GiocoNews dedicato al punto di vista degli allevatori di cavalli sulle proposte depositate in Parlamento per il rilancio dell'ippica. La voce di Roberto Toniatti, presidente dell’Anact.

Scritto da Francesca Mancosu
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"Innanzitutto il mio plauso va alla Pdl Gadda, che ritengo sacrosanta, e il cui valore è stato riconosciuto anche dal Governo attuale, anche se è stata presentata dall'opposizione, dimostrando maturità e serietà. 

Di fronte al moltiplicarsi delle proposte, con i Ddl firmati da Amidei e Romeo, credo che gli allevatori del trotto così come quelli del galoppo e tutti gli appassionati ippici possano tirare finalmente un sospiro di sollievo di fronte all'impegno mostrato dall'Esecutivo per addivenire a un testo determinante e importante per tutta la filiera".

Parole pronunciate da Roberto Toniatti, presidente dell’Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore, che così commenta, come fatto anche dalla presidente dell'Anac  Isabella Bezzera,  le iniziative legislative depositate in Parlamento in questi mesi per il rilancio del settore: dalla proposta di legge "Disciplina dell'ippicoltura" della deputata Maria Chiara Gadda (Italia viva) ai disegni di legge a firma di Fratelli d'Italia - quello di Bartolomeo Amidei, per la creazione di un'Agenzia per la promozione del cavallo allevato in Italia, e quello di Patrizio La Pietra,  sottosegretario al ministero dell'Agricoltura e firmatario insieme con Lucio Malan del disegno di legge per la “Istituzione dell'Agenzia autonoma per la promozione, lo sviluppo e la tutela dell'ippica nazionale e disposizioni per la riforma del settore ippico”, ai quali si è aggiunto recentemente il disegno di legge "Disposizioni per il rilancio del settore dell’ippica", presentato dal senatore leghista Massimiliano Romeo.

Toniatti quindi mette in evidenza le ricadute positive degli allevamenti dei cavalli, in particolare di quelli da corsa, che li renderebbero "meritevoli" di avere accesso alle agevolazioni previste in sede regionale ed europea per le altre attività agricole. "Noi garantiamo il rispetto di tutti i parametri del sistema del benessere animale, assicurando un'ampia quantità di terreno per ciascun animale;  siamo meritori dal punto di vista dell'allevamento estensivo in sé, perché il nostro lavoro non è meccanizzabile e necessita di manodopera specializzata. E siamo meritevoli perché il consumo del terreno deve essere anche nobilitato da piantumazioni di alberi, boschetti, siepi, per garantire l'ombreggiamento dei cavalli, specie in estate, quindi abbiamo un effetto positivo dal punto di vista ambientale e climatico, fatto non trascurabile in considerazione dell'epoca in cui viviamo, come testimoniano le alluvioni e gli smottamenti ricorrenti. A maggior ragione dovremmo essere considerati virtuosi e da aiutare, perché siamo in primissima fascia in tutti questi aspetti.

Senza dimenticare che l'Italia è una delle nazioni più belle del mondo, con una vocazione turistica importante da valorizzare sempre di più, per la quale anche l'allevamento del cavallo può fare la sua parte in termini paesaggistici.

Ritengo che possiamo dirci virtuosi sotto ogni punto di vista, e che sia veramente incredibile come per tanti anni siamo stati dimenticati un po' da tutti, quindi questi Ddl per me sono dei 'raggi di sole' in una giornata nuvolosa".

In tema di proposte per i Ddl in questione, il presidente dell'Anact sottolinea: "Senza l'allevamento la filiera ippica non esiste; noi allevatori investiamo denari con passione ed entusiasmo, oggi, per avere risultati fra 2-3 anni, quindi l'attenzione specifiica al mondo legato all'agricoltura ci deve essere in senso assoluto e massimo introducendo anche le nostre attività nel novero di quelle agricole.

È scandaloso che siamo fuori dagli aiuti per l'agricoltura come i Psr o i Pac, visto che fra le atttività agricole sovvenzionabili ci sono gli allevamenti di bufale, struzzi, asini, la cinotecnica e l'elicicultura, che necessitano di meno terreno e hanno un impatto meno nobile. Come mai loro ci sono e noi no, e noi siamo ad oggi considerati un'attività 'di lusso'?

In Italia ci sono 450mila cavalli, che necessitano ciascuno di circa 7-8 kg di fieno al giorno. Per produrlo servono complessivamente 370mila ettari, pari a 3750 km quadrati, che sommati alle terre dedicate alla produzione di avena, orzo, mangime, a quelle destinate ai paddock, alla vita quotidiana dei cavalli, al pascolo e all'allenamento, diventano circa 6mila, cioè una superficie superiore a quella della regione Liguria – comprese le montagne – o una volta e mezzo il Molise. Quindi quando si parla di impatto paesaggistico ambientale dell'ippica si parla di realtà enormi, che non possono essere considerate marginali. Per fortuna l'Unione europea ha colto questa specificità inserendo l'allevamento fra le attività agevolabili, rendendoci finalmente giustizia.

Di conseguenza chiediamo anche in Italia un'agevolazione fiscale agricola per i cavalli fino a 2 anni, ma non dimentichiamo che stiamo vivendo un'altra situazione  grottesca: le scommesse virtuali, che non muovono nulla nella società, sono tassate in maniera notevolmente inferiore a quelle sui cavalli, che danno da vivere a tutta la filiera, con un impatto totalmente diverso sulla società.

Per questo sarebbe fondamentale una riforma delle scommesse, così come l'istituzione di un'agenzia specifica per l'ippica, dopo che abbiamo sofferto la soppressione dell'Unire -  poi diventata Assi, poi entrata nel ministero dell'Agricoltura – e quella dell'Encat: erano tutti organismi che funzionavano e regolamentavano il nostro mondo. Un'agenzia ad hoc per l'ippica andrebbe a colmare questo 'vuoto', che ci ha lasciato navigare in acque tempestose senza una chiara direttiva a regolamentare il tutto". 

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