Cortese (Polizia): 'Da gioco illegale danni all'erario e ai giocatori'
Nel festival organizzato dal quotidiano Repubblica si parla di gioco e il direttore del Soc ricorda i rischi dell'illegalità.
Pescara - "Un tempo, prima del 2004, c'erano le macchinette da gioco illegali che erano controllate dalla criminalità e venivano imposte nei locali. Poi da quel momento in poi si è introdotta la rete di macchinette legali con il collegamento telematico all'amministrazione centrale" che ha sostanzialmente sottratto il business alla criminalità. Poi però "la criminalità organizzata si è attrezzata e ha escogitato sistemi per cui i software di gioco vengono alterati in modo che le slot non dialoghino più con i Monopoli di Stato creando un danno all'Erario". A ricostruire la 'storia' del gioco pubblico è Renato Cortese, direttore del Servizio Operativo Centrale della Polizia (il super poliziotto che nel 2006 arrestò Bernanrdo Provenzano), intervenuto a Pescara alla Repubblica delle Idee insieme alsottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, per parlare di giochi. Ed in questa sede è stato messo in luce il rapporto tra la criminalità e il gioco illegale e i danni che questo causa al sistema paese.