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Tar: 'Gioco, ragionevole imporre limitazioni per tutelare la salute'

24 gennaio 2022 - 12:04

Il Tar Lombardia conferma la validità dell'ordinanza del sindaco del Comune di Vertemate con Minoprio (Co) varata nel 2017 per limitare il gioco.

Scritto da Fm

“L’ordinanza impugnata appare sorretta da un’adeguata istruttoria, che giustifica la misura adottata”.

È lapidario il Tar Lombardia nella sentenza con cui rigetta il ricorso di una società contro l'ordinanza del sindaco del Comune di Vertemate con Minoprio (Co) che alla fine del 2017 ha definito la disciplina degli orari di esercizio delle sale giochi autorizzate e degli orari di funzionamento degli apparecchi con vincita in denaro.

 

I giudici amministrativi ricordano che l’ordinanza impugnata “ha ritenuto opportuno intervenire a tutela della salute pubblica della popolazione, in particolar modo per i minori e gli anziani del territorio comunale, attraverso la limitazione degli orari di funzionamento degli apparecchi automatici da gioco, dopo aver rilevato che 'la diffusione degli apparecchi di gioco è uno dei principali fattori di rischio per l’emergere della dipendenza da gioco d’azzardo' e che 'I costi sociali causati dal gioco patologico sono riconducibili a costi sanitari diretti (maggiori cure mediche) ma anche indiretti (minor rendimento in ambito lavorativo, perdita di reddito, …) e molto spesso coinvolgono non solo l’interessato ma tutto il suo nucleo familiare, fino a creare situazioni di allarme sociale'.
Va poi aggiunto che nell’attuale momento storico la diffusione del fenomeno della ludopatia in ampie fasce della società civile costituisce un fatto notorio o, comunque, una nozione di fatto di comune esperienza”.
 
Non giova, si legge ancora nella sentenza del Tar Lombardia, “a sostenere la censura della società ricorrente i dati riferiti ad anni successivi rispetto a quello di adozione dei provvedimenti impugnati, sia perché il relativo scrutinio di legittimità va condotto sulla base degli elementi di fatto e della normativa di riferimento all’epoca vigente sia perché la lieve flessione della diffusione del fenomeno del gioco d’azzardo lecito è piuttosto utile a dimostrare l’efficacia delle misure adottate. Infine, rispetto alla finalità che si prefigge di raggiungere l’intervento del Comune, diversamente da quanto ritiene la società ricorrente, non si ravvisano motivi per differenziare la disciplina degli orari tra esercizi primari ed esercizi secondari”.
 
Sotto il profilo del rispetto dei principi di ragionevolezza e proporzionalità, “allo stato attuale delle conoscenze, non sembra irragionevole né sproporzionato imporre limitazioni ad attività economiche riconosciute scientificamente pericolose alla salute, proprio perché non si tratta di introduzione di una sorta di 'proibizionismo', che potrebbe sortire effetti contrari sul piano stesso della tutela della salute, né di divieto generalizzato, ma di regolamentazione in corrispondenza di luoghi particolari e di particolari fasce orarie a più alta fruibilità di esercizi di gioco”.
 

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