As.Tro: 'Conferenza Stato – Regioni, positivo approccio tecnico al confronto'
As.Tro mette in evidenza la necessità di un approccio costruttivo sul gioco da adottare nel prossimo tavolo tecnico tra Governo e enti locali.
"La notizia dell’apertura di 'un tavolo tecnico' tra Stato e Regioni per concretizzare la trattativa tra Governo e enti locali, relativamente al gioco lecito, è senza ombra di dubbio positiva". Lo sottolinea l'associazione As.Tro, commentando la prossima istituzione del tavolo tecnico tra Governo, Regioni e enti locali.
"Se le 'parti' affronteranno la questione con un approccio costruttivo (e un consesso tecnico ne costituisce la premessa imprescindibile), i territori e il Governo troveranno una intesa idonea a superare 'i particolarismi locali', ovvero la diversità di disciplina tra comune e comune e tra regione e regione", prosegue l'associazione.
Per correttezza di informazione, "verso chi 'segue i lavori' e deve poi riportarli ai “cittadini”, sono necessari alcuni chiarimenti preliminari: contrariamente a quello che alcuni pensano come 'fisiologico' approccio dell’industria del gioco legale, la 'slot ovunque e in quantità libera' è concetto distante 'anni luce' dall’impostazione delle imprese (sane) del settore, e non è neppure 'collimante' con gli auspici del governo, a cui preme 'un equilibrio' tra introiti erariali e salvaguardia dei territori, al fine di conservare valenza giuridica all’istituto della 'concessione di raccolta del gioco pubblico' (senza la quale tutto il 'business' in questione ritornerebbe nell’alveo della clandestinità fiscale, da cui è uscito nel 2003-2004).
Contrariamente a quelli che alcuni pensano, infine, la rete di 'offerta terrestre di gioco lecito' richiede anche 'industrialmente' una razionalizzazione che la salvaguardi dalla attuale 'saturazione', in quanto gli asset insediati sono comunque destinati a 'deprezzarsi rapidamente' in un contesto di mercato 'non più sviluppabile'.
Il grande punto di 'equilibrio' a cui si ambisce è quindi il reperimento di criteri che consentano la distribuzione capillare del gioco lecito (perché se capillare non è, allora non può più nemmeno proporsi 'in antitesi al gioco illegale'), unitamente alla salvaguardia di principi di 'decoro' e 'protezione socio-urbanistica'.
Epurando il confronto da quelle posizioni marcatamente 'di propaganda' (ovvero quelle che mirano solo alla salvaguardia delle 'lotte anti-slot' e della visibilità mediatica che le stesse garantiscono), è evidente che ci si trova al cospetto di 'problemi tecnici', che andrebbero affrontati con un approccio 'laico' simile a quello che si utilizza quando un territorio è interessato da un’opera pubblica invasiva.
In tali sedi (che peraltro sono 'il pane quotidiano della Conferenza Stato-Regioni), non ci siede ai tavoli per difendere posizioni no-tav, no-cemento, bensì con relazioni tecniche finalizzate a consentire 'l’esecuzione' dell’opera che serve allo Stato, con il minor numero di pregiudizi per i territori, e con le necessarie misure di mitigazione.
I due cardini della discussione, pertanto, dovrebbero essere i seguenti: da un lato la necessità di mantenere un 'circuito industriale di gioco terrestre' che eviti al gioco non autorizzato di riprendersi il monopolio del territorio (alla stregua di quello che accadeva sino al 2002), generando un fabbisogno di nuove tasse per circa 11 miliardi di euro/anno.