skin

As.Tro: 'Nazionalizzare restrizioni regionali significa abolire gioco lecito'

25 maggio 2016 - 14:13

Secondo l'associazione As.Tro, 'nazionalizzare' le restrizioni regionali significa abolire il gioco lecito e non regolamentarlo.

Scritto da Redazione
As.Tro: 'Nazionalizzare restrizioni regionali significa abolire gioco lecito'

 

Alla vigilia del tavolo tecnico sul gioco, in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni, ed Enti locali, As.Tro ricorda come “alla prima 'parvenza' di ragionamento tecnico sullo strumento del “distanziometro metrico” è emerso come sia sufficiente un solo luogo sensibile per rendere la distanza di 500 metri idonea ad espellere il 77% dei locali ospitanti apparecchi da gioco.

Questa la prima evidenza tecnica su cui si dovrà discutere al tavolo di confronto incardinato presso la Conferenza Stato – Regioni in materia di distribuzione del gioco legale. Una ricerca analoga venne condotta nel 2013 sulla Regione Lombardia, dalla quale emergeva che 'la mera sommatoria tra scuole più chiese-luoghi di culto più ospedali' (3 dei 10 luoghi sensibili annoverati dalla Legge appena varata), sensibilizzava il 92% del territorio urbano di tutte le città e tutti i Paesi della Regione”.

Secondo As.Tro “l’effetto erariale di detta risultanza balza immediatamente agli occhi, in quanto nessuna trattativa può sortire un componimento delle divisioni, se si pretende una soccombenza della controparte oscillante tra l’80 e il 90 per cento del business. Non è quindi il distanziometro metrico a determinare una base proficua di trattativa. Resta il distanziometro orario (ovvero le restrizioni temporali), sul quale analoghi impatti erariali sfuggono a stime così precise e scientifiche, ma anch’esso resta ampiamente decifrabile in termini di abbattimento del volume di gioco legale (e contestuale innalzamento di quello illegale). Entrambi gli strumenti, tuttavia, dovrebbero scontare una evidenza tecnica censita, ovvero il nesso di causalità intercorrente (almeno a livello statistico) tra restrizioni metrico-orarie e innalzamento del numero dei malati di Gap più aumento del gioco illegale.
Una terza via, dovrebbe quindi imporsi, per poi essere sottoposta a verifiche: al posto di discutere su dove mettere le slot legali, si potrebbe pensare a come installarle, come farle funzionare, e come organizzare l’offerta di gioco all’interno di un esercizio pubblico o commerciale (che non può più pensare di vendere gioco alla stessa stregua del caffè o dei biglietti del tram).
Il vero ostacolo a tale soluzione è la sua eccessiva scientificità, dalla quale deriverebbe una elevata capacità di censire epidemiologicamente tanto il vero Gap quanto il semplice gioco problematico, degradando così 'la nostra piaga del secolo' a 'fattore sociale in linea' con i parametri degli altri Paesi industrializzati (e pertanto annullando il potere contrattuale di una delle parti in conflitto)”. As.Tro dubita che “la cura e la prevenzione effettiva a beneficio dei cittadini – giocatori eserciteranno un ruolo determinante. Domani 26 maggio ci sarà il primo atto del confronto tecnico: dalle risultanze di tale sessione si potrà trarre una prima valutazione sul percorso che la Conferenza si avvia a intraprendere”.

 

Articoli correlati