Autorizzazione polizia, una questione ‘personale’ per il Tar Sicilia
Ci occupiamo del principio di personalità delle autorizzazioni di polizia. Detto principio viene in rilievo alla luce di una recente Sentenza del Tar Sicilia che ha confermato il provvedimento della Autorità di P.S. con il quale quest'ultima ha revocato la licenza per l'esercizio dell'attività di noleggio e distribuzione di giochi.
L'Autorità di pubblica sicurezza, nel caso di specie, aveva rilevato che in capo al soggetto poi ricorrente potessero configurarsi taluni estremi che portavano a ritenere di essere di fronte ad un ‘prestanome’, e che poi, in concreto, la effettiva attività venisse svolta da soggetti del tutto privi dei requisiti necessari per ottenere le autorizzazioni prescritte. Tanto aveva ritenuto, l'Autorità, sulla base – fra l'altro – della sostanziale assenza del soggetto autorizzato dai locali d'impresa, ove poi l'attività veniva di fatto svolta da altri soggetti (non autorizzati né autorizzabili, come detto).
Il Tar Sicilia ha rilevato, in realtà, che “la titolarità dell'azienda non implica un obbligo di ininterrotta presenza fisica del titolare della licenza presso la sede dell'impresa (potendo ben avvenire a distanza – anche con eventuale utilizzo della moderna tecnologia – l'organizzazione dell'attività aziendale)”. Tuttavia nel caso di specie il giudice amministrativo riteneva effettivamente sussistere indizi gravi, precisi e concordanti circa la non effettiva titolarità dell'azienda in capo alla ricorrente, essendo l'attività concretamente svolta da altri soggetti. Il ricorso veniva, pertanto, rigettato, ed il provvedimento di revoca, conseguentemente, confermato.
Nell'iter motivazionale che ha portato alla decisione il Tar ha dunque fatto applicazione del cosiddetto principio di personalità delle autorizzazioni di polizia. Il principio di personalità della autorizzazione tende a scongiurare il rischio di una non chiara individuazione dell'interlocutore principale dell'Autorità di pubblica sicurezza, solitamente in settori di attività che rispondono a una logiche di sorveglianza immediata nei confronti del privato per superiori esigenze di ordine pubblico. Il principio è ritenuto comunemente operante anche dalla giurisprudenza, ed anche dalla giurisprudenza di legittimità, che tuttavia ha altresì riconosciuto la esistenza di taluni temperamenti dello stesso. Ad esempio, per
Nel caso di specie, tuttavia, sembra che il giudice amministrativo abbia fatto corretta applicazione della normativa di settore, avendo evidentemente ravvisato l'insussistenza degli estremi per il mantenimento della autorizzazione in capo al soggetto richiedente.
L'AUTORE - Giovanni Adamo, fondatore Studio Legame Adamo (www.studiolegaleadamo.it), avvocato in Bologna - cultore della materia di Diritto civile nell'Università di Bologna.