New slot: Acadi chiede accesso agli atti su concessione di Bplus

L’associazione chiede sostanzialmente di conoscere in virtù di quali basi normative operi Bplus, circostanza che deriva dal fatto che come noto il concessionario, a differenza delle altre dodici società, non aveva siglato la nuova convenzione contestandola in tribunale e ottenendo parere favorevole dal Consiglio di Stato. In virtù del quale la stessa società non avrebbe poi siglato la nuova convenzione (tenendo conto che nella pronuncia si certificava che le concessionarie avrebero potuto proseguire la loro attività semlicemente attraverso una proroga), trovandosi quindi a operare oggi in un regime ‘speciale’.

LE ANOMALIE - Una situazione che i concessionari, operando in regime di concorrenza, non ritengono evidentemente 'digeribile' per via della disparità di condizioni applicate nel vecchio e nuovo rapporto di concessione. Prima differenza su tutte, tra le due convenzioni, è l'obbligo di versamento di 100 euro per ogni apparecchio collegato alla propria rete, non richiesto nell'antico regime. Anche se, va detto, il concessionario Bplus, pur operando con la precedente convenzione, in realtà provvede comunque al versamento dei 100 euro richiesti dalla nuova, come fanno sapere dalla società.

Ma forse è proprio per questo regime "intermedio" che agli altri concessionari non appare chiaro quale sia il contesto normativo di riferimento e da qui la richiesta di accesso agli atti. E ora i giudici si sono riservati di decidere il ricorso, con il verdetto che arriverà nei prossimi giorni.