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Cassazione: 'Motivi troppo generici', respinto ricorso Codacons contro sala giochi

09 gennaio 2024 - 11:46

Secondo la Corte di Cassazione un astratto riferimento al fenomeno del gioco d’azzardo lecito ed ai suoi effetti sociali e sanitari non prova alcuna lesione dei diritti dei consumatori.

Scritto da Dd
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"Non è sufficiente il 'richiamo a fatti notori e affermazioni relative al fenomeno in generale, dovendo essere evidenziata una realtà particolarmente preoccupante, desumibile da una fonte certa', e che deve, dunque, essere fornita 'la dimostrazione della necessità sullo specifico territorio di riferimento di una maggiore tutela rispetto a quello nazionale che possa essere raggiunta con quella determinata limitazione oraria di accesso al gioco e che, una volta attuata, questa misura non comporti effetti indiretti, quali, ad esempio, lo spostamento della domanda verso forme di gioco illegale".

Così, citando una precedente sentenza del Consiglio di Stato (sentenza n. 9639 del 10 novembre 2023), la Corte di cassazione respinge il ricorso dell'associazione Codacons contro una sala giochi milanese.

Secondo Codacons la sala giochi non avrebbe rispettato gli orari di chiusura imposti dal Comune di Milano, mettendo in atto una "azione lesiva dei diritti garantiti dai consumatori".

Da dire che, come riportato nella sentenza della Cdc, già il Tribunale di Milano aveva rigettato il ricorso di Codacons, rilevando che "la ricorrente non aveva dimostrato 'che la limitazione dell’orario di funzionamento degli apparecchi da gioco lecito, così come disposta con l’ordinanza sindacale n. 63/2014, fosse effettivamente idonea ad incidere in senso positivo sul fenomeno della ludopatia, limitandolo o  riducendone la diffusione". 

Sentenza confermata anche dalla Corte d'appello di Milano, alla quale Codacons si era rivolto successivamente.

Ricorda la Corte di Cassazione nella sua sentenza, citando ancora il Consiglio di Stato, che "l’intervento regolatorio in materia deve avvenire previo esperimento di un’istruttoria specificamente riferita al territorio comunale, anche al fine di garantire la tenuta in concreto dei superiori principi di proporzionalità e ragionevolezza dell’azione amministrativa di rango costituzionale ed eurounitario".

Spiega la Cassazione che "avendo il giudice d’appello, in esito alla valutazione degli elementi probatori acquisiti, con motivazione esaustiva ed esente da vizi logici, ritenuto che l’odierno ricorrente si fosse limitato a richiami del tutto generici, senza fornire elementi di dettaglio comprovanti gli effetti lesivi paventati, la sentenza impugnata si sottrae alle critiche ad essa rivolte". 

Elemento decisivo, quest'ultimo, che porta dunque anche la Cassazione a dar torto al Codacons.

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