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Circolare Lazio e sentenza Tar, Rusciano (Astro): 'Occasione persa per chiarire competenze'

27 maggio 2024 - 17:31

Isabella Rusciano, dell'associazione Astro, commenta la sentenza del Tar che ha confermato la legittimità della circolare adottata dalla Regione Lazio nel gennaio 2023 per individuare i destinatari della legge sul gioco.

Scritto da Redazione
Isabella Rusciano - Associazione Astro

Isabella Rusciano - Associazione Astro

Le norme regionali sottoposte al vaglio del Tar del Lazio (per le quali è stata sollevata la questione di legittimità costituzionale, in via incidentale rispetto all’impugnazione della loro circolare interpretativa) rappresentano un vulnus all’intera organizzazione strutturale del gioco pubblico legale. Se, infatti, ogni Regione, prendendo spunto da quanto fatto dalla Regione Lazio, dovesse disciplinare a suo piacimento il funzionamento dei singoli giochi leciti e le relative regole tecniche il sistema non reggerebbe.”.

Lo sottolinea Isabella Rusciano, dell'associazione Astro, in un commento reso a GiocoNews.it dopo la pubblicazione della sentenza del Tar Lazio che ha confermato la legittimità della circolare applicativa varata dalla Regione Lazio nel gennaio 2023 per definire alcuni chiarimenti sulla legge n° 5/13, come modificata dalla legge 11 agosto 2022, n°16, con una serie di prescrizioni volte “a interrompere l’eventuale l’immersione compulsiva nel gioco” attraverso orologi, sistemi di diffusione sonora e cartelli informativi da installare nelle sale.

Rusciano rimarca: “Si trattava quindi di un’occasione per fare chiarezza sui confini della competenza regionale in materia. I ricorsi, infatti, sollevavano e affrontavano questioni giuridiche complesse a cui il Tar Lazio si è limitato a rispondere con una mera rassegna giurisprudenziale al fine di poter ribadire, apoditticamente, il principio che si tratta di norme poste a tutela della salute per cui è prevista la competenza legislativa concorrente delle regioni (al pari delle norme regionali riguardanti le limitazioni orarie e le distanze dai c.d. luoghi sensibili), omettendo, invece, di approfondire il tema della potestà normativa e regolamentare in materia di regole di funzionamento dei giochi ammessi dallo Stato e degli aspetti tecnici ad essi correlati. A prescindere dall’esito dei singoli ricorsi, si tratta comunque di un’altra occasione persa per definire una cornice meno sfumata e più coerente dei rapporti tra Stato e Regioni, in materia di disciplina del gioco pubblico legale, che scaturisca da un approccio giuridico sistemico”.

 

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