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Consiglio di Stato: 'Limiti orari al gioco siano conformi a schemi territoriali'

10 novembre 2023 - 16:31

Per il Consiglio di Stato i limiti orari al gioco adottati da un Comune devono essere conformi alla propria realtà territoriale: una 'lunga pausa serale e notturna' non serve se il giorno dopo si può giocare per molte ore di fila.

Scritto da Fm
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“Risulta evidente che il Comune di Cavernago non ha proceduto ad adottare una disciplina conforme alla propria realtà territoriale in seguito all’approvazione, da parte dell’Assemblea dei sindaci dell’Ambito territoriale di Seriate (del quale fa parte, insieme ad altri dieci Enti locali) del Regolamento unico di Ambito per il contrasto del fenomeno della ludopatia, che rappresenta uno 'schema-tipo' riferito in maniera indifferenziata a tutti i comuni dell’Ambito territoriale. Non risultano, dunque, esplicitate le ragioni per cui il Comune si è determinato nel senso di vietare l’attività di gioco lecito per un così rilevante periodo temporale, senza tenere in considerazione l’interesse dei soggetti privati incisi da suddette previsioni”.

 

Lo evidenzia il Consiglio di Stato nella sentenza con cui respinge il ricorso presentato dai legali della cittadina in provincia di Bergamo contro la pronuncia del Tar Lombardia che nel 2020 aveva accolto in parte le istanze di un operatore contro il regolamento per il contrasto al Gap e l'ordinanza del sindaco che nel 2019 ha disposto l’interruzione del gioco con slot e Vlt dalle ore 23 alle 9.

L'operatore, gestore di una sala Vlt, si era visto annullare la licenza per la raccolta rilasciata dalla Questura di Bergamo nel luglio 2018, per il mancato rispetto dei limiti orari.

 

I giudici del Consiglio di Stato infine rimarcano che per la sentenza appellata, la prevista limitazione di orario (dalle ore 23 alle ore 9) integra “un’impostazione non coerente con i dati raccolti, e scollegata dalle nuove disposizioni di legge… trattandosi… di un’impostazione rigida che priva la licenza rilasciata dalla Questura di una porzione significativa del suo contenuto economico senza incidere sul particolare fattore di rischio per i giocatori, ossia l’eccessiva durata delle sessioni di gioco individuali, chiaro indice del rischio di ludopatia. Il problema non è tanto il superamento delle ore complessive di interruzione del gioco indicate dalla Conferenza unificata del 7 settembre 2017, ma l’articolazione delle fasce di interruzione nel corso della giornata. È infatti la presenza di più pause che, in mancanza di limiti interni al sistema informatico, dovrebbe impedire sessioni di gioco troppo estese. Non è utile invece imporre una lunga pausa serale e notturna, se poi durante il giorno un soggetto a rischio può proseguire la propria sessione di gioco per molte ore. La disciplina comunale deve quindi essere riformulata. Dunque il potere potrà essere nuovamente esercitato dall’amministrazione, alla luce dei principi contenuti nelle statuizioni del giudice di primo grado, che il Collegio condivide integralmente”.

 


 

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