Jarre: 'Legge Piemonte Gap, efficacia già nel breve termine'
Paolo Jarre, della Società Italiana Tossicodipendenze Piemonte e Val d'Aosta, evidenzia che la legge piemontese sul Gap sta già mostrando la sua efficacia.
La legge della Regione Piemonte sul Gap ha “finalità prevalentemente di prevenzione primaria e di limitazione del rischio e non di riduzione, sic et nunc, della patologia già manifestatasi; finalità che si persegue attraverso una rarefazione, sia in termini geografici che temporali, dell'offerta e una sua dislocazione in contesti meno 'sensibili'”.
Lo afferma Paolo Jarre, della Società Italiana Tossicodipendenze Piemonte e Valle d'Aosta, in riferimento ai rilievi della filiera delle new slot sulla legge 9/2016 del Piemonte e sui suoi effetti. Secondo Jarre “una corretta modalità di misurarne l'efficacia sarà quella di monitorare nel corso degli anni a venire, sia attraverso le grandi survey nazionali (gli studi Ipsad e Espad del Cnr, e lo studio dell'Istituto Superiore di Sanità i cui dati sono di imminente pubblicazione) che tramite i dati dei Servizi per le dipendenze, l'andamento della prevalenza dei soggetti problematici per il gioco d'azzardo in Regione, sia che accedano ai servizi sia che non lo facciano”.
Jarre evidenzia che nel primo quadrimestre 2018 “la raccolta con gli apparecchi automatici (new slot e Vlt) è scesa da 1.077 milioni di euro a 987 milioni, meno 90 milioni (anche se diminuiscono molto le slot e aumentano un po' le Vlt, ma questo è un fenomeno generalizzato in Italia); tutti gli altri giochi indicati (Lotterie istantanee, lotto e scommesse sportive) salgono complessivamente di 38 milioni. Il saldo 'negativo' del giocato è di 52 milioni in soli 4 mesi. Per analizzare meglio però chi ha risparmiato e quanto i dati vanno calati sulla platea dei giocatori per i singoli giochi.
Il recente studio Ipsad 2017 ci dice che in Italia sono circa 22 milioni i soggetti (15-84 anni) che hanno dichiarato di aver praticato almeno un gioco in denaro nell'ultimo anno; di questi solo 1 milione e 300mila persone ha giocato anche con apparecchi automatici mentre i restanti 20 milioni e 700mila ha praticato solo gli altri giochi. Dal momento che in Piemonte, almeno fino alla Legge regionale, si giocava grosso modo come nel resto d'Italia, quei dati nazionali possono essere proporzionati alla realtà regionale (7,4 percento della popolazione italiana).
Ciò vorrebbe dire in Piemonte: 1 milione e mezzo di persone che hanno giocato nell'ultimo anno di tutto ma non con apparecchi automatici di gioco; 96.000 persone che hanno giocato solo o anche con apparecchi. Allora proviamo a incrociare i dati; i 96.000 giocatori di slot e Vlt hanno giocato complessivamente 90 milioni in meno in 4 mesi, 940 euro a testa in meno, 235 in meno al mese; il milione e 600.000 di giocatori piemontesi che hanno fatto almeno un gioco qualsiasi (contandoli tutti, anche quelli che giocano anche o solo apparecchi) nell'ultimo anno, in quegli stessi 4 mesi hanno speso 38 milioni in più in tutti gli altri giochi, 65 euro a testa in più, 16 in più al mese.
C'è quella che si dice una bella differenza. Quindi la Legge, anche fosse vero che sposti solo su altri giochi, compirebbe una rilevantissima operazione equitativa, di tutela sociale dei giocatori a maggior rischio, quelli di slot e Vlt”.