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Legge gioco Trento, avvocato Busetti: 'Effetto evidentemente espulsivo'

15 aprile 2023 - 08:31

L'avvocato Michele Busetti commenta le sentenze del Trga Trento sull'effetto espulsivo della normativa provinciale sul gioco, evidenziando il loro 'peso' e le conseguenze sul contenzioso in atto.

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Sono ormai noti i contenuti delle sentenze con cui il Tribunale regionale di giustizia amministrativa di Trento, nei giorni scorsi, ha respinto i ricorsi presentati da alcuni operatori contro la legge sul gioco della Provincia, negando che abbia un effetto espulsivo delle loro attività.
Ma qual è il “peso” di queste pronunce e come proseguirà il contenzioso?

A rispondere a GiocoNews.it è Michele Busetti, legale di alcuni degli esercenti coinvolti.
“Per quanto concerne l'impatto di queste sentenze, è evidente che in questo momento è del tutto sfavorevole; con il deposito infatti decadono i provvedimenti di sospensiva emessi sia dal Trga sia dal Consiglio di Stato in sede cautelare. In ogni caso è comunque probabile che le impugneremo tutte, decideremo la prossima settimana”, esordisce l'avvocato.

“Gli elementi di disaccordo con i giudici amministrativi sono chiari: il Trga Trento non ha preso in considerazione il periodo di 7 anni che la legge provinciale ha accordato agli operatori per rimuovere gli apparecchi. Il fatto che gli anni siano stati sette, la dice lunga sul fatto che il rischio per la salute pubblica connesso alla diffusione del gioco fosse considerato pressoché 'evanescente' dal legislatore.
Un conto, infatti, è se gestisco un'attività che ha a che fare con l'amianto, la cui inalazione provoca malattie molto gravi, e quindi il legislatore decide di fermarla subito, un conto il gioco: se mi vengono dati sette anni per dismetterlo si desume che non comporti un rischio particolarmente pesante.
Se così è, a nostro parere il giudizio di proporzionalità fra il distanziometro ed il diritto costituzionale alla libertà di iniziativa economica deve essere quanto mai attento e ponderato, nel senso che tanto più è serio ed impellente il rischio per la salute pubblica tanto più può essere giustificata una compressione (non certo eliminazione) di quest’ultimo; tanto meno grave è il pregiudizio per la collettività, tanto più bilanciata può essere la compromissione del diritto di libera impresa.
È questo un aspetto che pare non essere stato tenuto in considerazione dal Trga Trento, ma che sarebbe dovuto rientrare nelle sue valutazioni, unitamente alla presa in considerazione dei numeri per apprezzare la sussistenza o meno dell'effetto espulsivo della normativa provinciale”.

Busetti quindi sottolinea come la legge voluta dalla Provincia di Trento abbia ridotto la possibilità di impresa sostanzialmente a zero.
“C’è poi un ulteriore aspetto di criticabilità: il Trga ritiene che pacificamente nell'individuazione dei 'luoghi sensibili per le attività di gioco si debba tener conto solo delle mappature comunali, ma per Trento va evidenziato come esse siano grandemente deficitarie, visto che non vengono compresi, ad esempio, gli ambulatori localizzati all’interno dell'azienda sanitaria provinciale.
Il Comune ha sostenuto che ha ritenuto di dare un'interpretazione il più possibile favorevole agli imprenditori, 'calmierando' il più possibile la lista dei luoghi sensibili.
Tale impostazione, peraltro, non elimina i dubbi di costituzionalità, posto che non ci si può certo affidare alla sensibilità del singolo funzionario comunale, posto che l’attenzione oggi dimostrata, domani – ovviamente – potrebbe cambiare, andando così a ricomprendere gli ambulatori oggi esclusi nella lista dei luoghi sensibili e aumentando così le aree interdette per le attività di gioco.
Il nostro consulente ha trovato almeno 30 luoghi sensibili in più rispetto a quelli mappati dal Comune di Trento”.

Il legale evidenzia poi che non sia stato considerato un ulteriore aspetto: “È sfuggito un altro effetto concreto dell'applicazione della normativa provinciale. Secondo i dati dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli prima dell'entrata in vigore della legge nel territorio di Trento c'erano circa 150 esercizi pubblici con offerta di gioco legale, oggi ne sono rimasti 14. Non so se questo si possa definire 'effetto espulsivo', ma se vogliamo leggere la realtà come deve essere letta la conseguenza delle norme è, nella sostanza, evidentemente eradicativa dell’attività di impresa.
Senza considerare che, ad esempio, includendo nella mappatura dei luoghi sensibili anche gli ambulatori dell'azienda sanitaria provinciale, ci sono altre due o tre sale che non potrebbero rimanere aperte o che il comma 2 dell'articolo 5 della legge provinciale consente ai comuni di aumentare, senza previsione di un limite massimo, le distanze che le attività di gioco devono rispettare, così potendole portare dagli attuali 300 fino a 800 o 2mila metri, senza che sia necessaria la ricorrenza di particolari esigenze”.

Secondo l'avvocato Busetti l'ultimo profilo criticabile è quello relativo alla “mancata considerazione della violazione della direttiva comunitaria sui servizi di informazione, fra cui figura la messa a disposizione del gioco a distanza. La normativa provinciale di Trento non è stata previamente notificata alla Commissione europea, per verificare che non andasse contro il mercato unico e il principio di libera concorrenza, quindi per noi non poteva considerarsi vigente”.

 

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