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Psicologi Siipac: “Da limitazioni al gioco danni per i giocatori'

18 gennaio 2025 - 09:28

Uno studio scientifico dimostra come le misure spesso adottate dalle amministrazioni locali per contrastare il Gap siano inefficaci e in molti casi controproducenti.

Scritto da Redazione
Cesare Guerreschi, presidente Siipa (foto tratta dal sito web di Siipa)

Cesare Guerreschi, presidente Siipa (foto tratta dal sito web di Siipa)

"Le restrizioni, se non accompagnate da un piano integrato di prevenzione e supporto, falliscono il loro scopo. Spesso i giocatori, soprattutto quelli più vulnerabili, trovano modalità compensatorie, come spostarsi verso altri comuni dove le limitazioni non sono applicate o rivolgersi al gioco online".

A dirlo è la Siipac, Società italiana di intervento sulle patologie compulsive con sede a Bolzano, presieduta da Cesare Guerreschi, che pubblica i risultati di un recente rapporto, il primo studio scientifico in Italia, che analizza in modo approfondito l’impatto delle pause forzate nel gioco d’azzardo, con particolare riferimento alle slot machine. Questo studio, sottoscritto da numerosi psicologi ed esperti del settore, mette in luce come tali misure, spesso adottate dalle amministrazioni locali con l’intento di contrastare il gioco patologico, si siano dimostrate inefficaci e in molti casi controproducenti.

"Le pause forzate", spiegano gli psicologi, "sono state introdotte con l’obiettivo di interrompere il comportamento compulsivo dei giocatori, dando loro tempo per riflettere e distaccarsi dalle dinamiche di gioco. Tuttavia, la nostra analisi", continua lo studio, "evidenzia come queste limitazioni siano spesso fallimentari se non dannose, dato che chi ha veramente un problema con il gioco tende a spostarsi verso altri comuni, cercando località dove le limitazioni non sono applicate, o si rivolge al gioco online, "dove i controlli sono minimi e il rischio di dipendenza aumenta esponenzialmente."

Lo studio fa riferimento a quello che definisce "un caso particolarmente emblematico", rappresentato dalla legge regionale del Veneto, che prevede tre fasce orarie giornaliere di chiusura delle slot, consentendo inoltre ai comuni di aggiungere ulteriori limitazioni. "Questa frammentazione normativa ha generato il cosiddetto ‘pendolarismo del gioco’, fenomeno per cui i giocatori si spostano tra diversi comuni per aggirare le limitazioni orarie. Questa situazione, anziché ridurre i rischi legati al gioco patologico, non fa che aggravare il problema, spingendo i soggetti più a rischio verso comportamenti sempre più compulsivi."

Per questo psicologi ed esperti accendono un campanello d'allarme: "riteniamo che la normativa italiana in materia di gioco d’azzardo necessiti urgentemente di una revisione. Le attuali misure sono troppo frammentarie e non tengono conto delle reali dinamiche psicologiche e comportamentali dei giocatori. Per questo proponiamo l’introduzione di strumenti tecnologici avanzati, come sistemi di auto-esclusione centralizzati, monitoraggio continuo delle giocate e messaggi informativi personalizzati direttamente integrati nei sistemi di gioco. Riteniamo inoltre fondamentale stabilire una regolamentazione uniforme a livello nazionale, che superi l’attuale disomogeneità tra regioni e comuni."

Come sottolinea il presidente Guerreschi "non possiamo affrontare il complesso fenomeno del gioco patologico con soluzioni superficiali e coercitive. È necessario un intervento strutturale che combini innovazione tecnologica, prevenzione e assistenza mirata, mettendo al centro la tutela della salute dei giocatori. Le pause forzate, così come sono oggi concepite, non rappresentano una soluzione, ma rischiano di essere solo un palliativo inefficace."

L'appello degli psicologi si rivolge ai decisori politici "affinché adottino un approccio scientifico e innovativo, capace di promuovere un gioco d’azzardo regolamentato in modo equo e responsabile. Soltanto attraverso un cambio di passo nelle politiche di regolamentazione sarà possibile tutelare davvero i giocatori più vulnerabili e ridurre le drammatiche conseguenze sociali ed economiche legate al disturbo da gioco d’azzardo. Invitiamo tutte le istituzioni e i soggetti interessati a collaborare per costruire una strategia efficace e scientificamente fondata, che possa rappresentare una vera svolta nella gestione del fenomeno.”

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